
Quello che leggerete è un racconto di Luciano Ciavarella, uno dei tanti all'interno della raccolta Dei, Amori, Elettrotecnici e Cheyenne,, scritta a quattro mani con Agostino Trombetta. Una “fresca macedonia” di racconti per uscire dai nostri confini mentali e spaziali.
Delle virtù umane e della morte
Delle virtù umane, rispetto a quelle degli altri abitanti il globo terracqueo, la menzogna è di sicuro quella che meglio ci identifica e distingue dalle bestie.
Mentiamo sapendo di mentire, a volte per convenienza o opportunità, altre inconsapevolmente, quasi non ci rendessimo conto di quello che facciamo o affermiamo; e che tutto ciò capiti in vita… beh, transeat, ma che il suddetto vezzo o abitudine continui ad essere praticata, da noi medesimi o anche dalle schiatte che ci succedono, post mortem, mi sembra come minimo un segnale di cieca ostinazione.
Mi piace ogni tanto isolarmi dagli umani per trovare un po' di pace e conforto… e allora, quale luogo migliore ed ameno è adatto a soddisfare questa mia piccola esigenza, se non i campi cimiteriali?
Difatti, a scadenze assolutamente casuali e incontrollate, in solitudine e di solito nelle primissime ore del pomeriggio, mi piace passeggiare nel camposanto della mia città. Un saluto e un pensiero ai miei cari, una carezza agli amici che sono già andati via e uno sguardo alle tombe e agli epitaffi che arredano i viali del luogo del riposo eterno, ed è lì che mi perdo nella lettura di frasi ed epitaffi che celebrano, di solito pomposamente, le vite dei trapassati, vite che sembra siano state tutte degne di massimo rispetto e considerazione.
Ed eccole lì le menzogne post mortem… con tanto di mia traduzione a lato: “affettuoso padre di famiglia e uomo onesto“, non si ritirava né di notte né di giorno, truffando in compenso chiunque avesse la ventura di incrociarlo; “madre esemplare e generosa “, insomma una donna prodiga, casomai più che prodiga, ma di certo non con i propri figli o col marito; “filantropo e benefattore“, praticamente un usuraio; “fece della sua vita un fulgido esempio di virtù“, un simpatico e indefesso puttaniere.
“Ma è un modo per ridare dignità a chi in vita la perse“ mi direte miei piccoli lettori; e in effetti anch‘io l'ho pensato, ma la spiegazione non mi soddisfa e soprattutto… chi sarò mai io per potermi permettere di giudicare ed emettere sentenze soprattutto nei confronti di chi non può più difendersi tranne che attraverso l'esposizione di una lapide?
Come diceva il Faber “Se non sono gigli son pur sempre figli vittime di questo mondo“ e accertato ciò, durante le mie passeggiate cimiteriali mi dedico piuttosto a pensarlo per me, un epitaffio. Non voglio correre il rischio che qualche buontempone in famiglia scelga per me frasi, ad eterna memoria, CHE NON MI RAPPRESENTINO AFFATTO.
Ed eccole qui di seguito una serie di opzioni: “Ve lo avevo detto che non mi sentivo bene”… no, troppo rancorosa. Allora questa: “Finalmente un po' di riposo in un accogliente monolocale con parquet, ma senza servizi”… nemmeno questa, sembra la pubblicità di un residence. Neanche quest'altra mi convince: ”Vi aspetto tutti”… da scartare di sicuro, scatenerei una salva di gesti apotropaici e maledizioni dirette a me medesimo, anche se già defunto.
E alla fine, dopo lungo pensare, riunitomi in consiglio con me stesso, ho deliberato che il mio necrologio sarà breve e veritiero: Data di nascita, data di morte, nome e cognome e al centro la qualifica: “Uomo libero“ e in basso, in caratteri più piccoli “Non del tutto, sennò Emma si incazza”
Luciano Ciavarella
I proventi di questo libro saranno interamente devoluti a Missione Africa Onlus per la realizzazione di progetti nel campo della formazione scolastica in Benin e Kenya. Se volete dare una mano, quello che potete fare è scrivere a info@missioneafrica.org ordinare una copia e fare un'offerta di almeno 10€ per farvi inviare la raccolta all'indirizzo che indicherete.
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