
Le lettere ci offrono un intrigante “diario di lavoro” e un umanissimo spaccato della realizzazione di alcuni famosi film.
A notte tarda o sul fare dell'alba, un padre si rivolge alla figlia lontana per raccontarle la sua vita e le sue fatiche. Le lettere, inviate giorno dopo giorno, finiscono col divenire una sorta di diario e raggiungono un duplice effetto: consentono al padre e alla figlia di mantenere un legame affettivo anche a distanza; portano alla creazione di una sorta di diario di lavoro, che ci restituisce gli affanni, le vittori e le sconfitte dell'autore.
Se poi l'autore si chiama Vittorio De Sica, queste lettere, nate per un privato intento, assumono un valore di preziosa documentazione, essendo esse collocate in un arco temporale che copre la realizzazione di alcuni dei suoi più noti film.
Citazione 1
28 luglio…
Evviva il cinema e Fellini. Hai letto la sua intervista sul “Messaggero”? Che altra categoria di uomo! Io tutto modestia e generosità, lui tutto presunzione e avarizia di giudizi specialmente sul mio conto. Tutti i meriti sono suoi, di Rossellini e Zavattini. Il tempo però metterà a posto le cose.
Dopo un'intensa giornata fra riprese, preparazione e rapporti con gli attori e la produzione, De Sica raccoglie le sue idee e annota le sue disavventure.
Possiamo seguire le sue peripezie alla ricerca di luoghi e inquadrature; la difficoltà nell'escogitare soluzioni tecniche per gli effetti desiderati.
La polvere delle strade o gli agenti atmosferici rischiano, a volte, di diventare un nemico insormontabile. Lo scoramento, le tensioni all'interno del cast sono una sorta di trama occulta che il regista va svelando alla figlia. Nulla di tutto questo potrà essere visto dallo spettatore a lavoro concluso. Il valore di queste lettere si va quindi precisando, come preziosa fonte per studiare “l'officina del regista”, per avvertire tutto il suo coinvolgimento umano e per apprezzarne infine la faticosa opera creativa.
Citazione 2
19 agosto…
Sono le 13. Eseguo la scena della loro uscita dalla chiesa, diamo pausa ed eseguiremo nel pomeriggio le scene dei marocchini visti dal basso in alto che picchiano la testa di Cesira per terra; la scena di Cesira che dall'altra navata della chiesa, sporca di fieno, ferma per un attimo i marocchini, minacciandoli con una grossa pietra, mentre grida “Scappa Rosetta”, ma il suo gesto e il suo lancio sono inutili perché i marocchini sghignazzano e la inseguono ancora verso l'altra navata.
E così finisce questa sequenza che mi è costata almeno tre chili di peso.
Vittorio De Sica ha attraversato tutti i generi che la cinematografia italiana conosceva, offrendo un'immagine di sé assai complessa, anche se spesso condizionata dalle sue vicende più personali, affettive e umane; ha saputo essere attore con sfumature diversissime e regista di opere di toni molto particolari; ha saputo essere anche un ottimo cantante.
Mancava forse una prova letteraria. Tale prova giunge oggi a noi attraverso le sue lettere. In esse, come scrive Alberto Crespi nell'introduzione, si vede all'opera uno scrittore vero, ed è una fortuna per il mondo che Emi abbia conservato queste lettere. E che noi, oggi, possiamo leggerle con lei.
Citazione 3
Ieri sera, invece, con la luce a cavallo abbiamo eseguito la scena di Cesira, Rosetta e gli altri che guardano i lucernoni. Ma Cesira non aveva il vestito obbligato e l'uomo dei fuochi artificiali è stato avvertito in ritardo. E quindi la scena non si è girata. A mezzanotte e mezzo, con la faccia stravolta, ho visionato i provini dei lucernoni eseguiti due sere fa. Orribili. Cerchiamo di mutare sistema ma con poche speranze.
Non ti parlo di Mario Riva che è morto stanotte. E' troppo crudele.
Le lettere che Vittorio De Sica indirizzava alla figlia Emi sono ora ripubblicate dalla Laterza, con un'introduzione di Alberto Crespi, grazie al Comune di Narni e al Festival “Le vie del cinema”.
L'epistolario pubblicato si riferisce al periodo di lavorazione di quattro film: La ciociara (1960); Ieri, oggi e domani (1963); Matrimonio all'italiana (1964); I girasoli (1970).
Antonio Fresa
Vittorio De Sica
Cara Emi, sono le cinque del mattino…
Lettere dal set
Vittorio De Sica
Laterza, 2014
Pagine IX-223, €18,00
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