Don Giovanni di Mozart secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio

history 5 minuti di lettura

Sfolgorante, trascinante, entusiasmante. Basterebbero questi tre aggettivi per descrivere il “Don Giovanni di Mozart secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio”. Spettacolo che è andato in scena ieri al teatro Strehler di Milano.

Mario Tronco ha fatto ancora una volta centro con la sua orchestra, preparando insieme a Leandro Piccioni e Pino Pecorelli, uno spettacolo che funziona a livello corale, e nello stesso tempo riesce a dare luce alle splendide individualità degli artisti in scena.
Petra Magoni è un grande Don Giovanni. Dopo qualche scena ci si dimentica che sia una donna a recitare il ruolo del grande seduttore. Mai fuori dalle righe, istrionica quel che basta, dà vita a un Don Giovanni glamour e mai volgare. Un Don Giovanni, che come ci ha raccontato l’artista nei camerini, a spettacolo concluso: “Non si pente. Ha il coraggio di rimanere se stesso sino alla fine”.

La Magoni ha sfoggiato quella voce particolare che ce la fa amare quando, accompagnata dal contrabbasso di Ferruccio Spinetti, intona pezzi che vanno dalle note sacre di Quam Dilecta alle cover di Roxanne e de La canzone dei vecchi amanti.
Che dire poi di Omar Lopez Valle? È un Leporello cubano dalla candida barba bianca. “Volevano che me la tagliassi. Ma io ho insistito nel dire di no”. Ci ha confidato. E ha fatto sicuramente bene. È un servitore più che convincente, timido e scaltro, pauroso e faceto, in grado di duettare con grazia e forza, anche per merito della sua stupefacente e squillante tromba.
Abbiamo trovato una Mama Marjas-Zerlina sensuale, dalla voce calda e pastosa, in grado di toccare toni anche rochi nel momento giusto. È una Zerlina irretita dall’affasciante Don Giovanni, che la spinge a tradire Masetto, il tunisino Houcine Ataa.
Marjas-Zerlina dialoga con delicatezza e passione con l’evocativa e struggente chitarra del brasiliano Evandro Dos Reis che interpreta Don Ottavio. Lo stesso Evandro ci ha spiegato a spettacolo concluso come è costruita la musica del Don Giovanni. “Tronco, Piccioni e Pecorelli fanno un grande lavoro di preparazione sulla partitura musicale. La preparano e la propongono agli artisti, che individualmente verificano la compatibilità con i loro strumenti, e propongono a loro volta le variazioni necessarie. Così che si possa procedere a una nuova riscrittura quando è necessario”.

È un processo laborioso e impegnativo, che dà però un risultato che il pubblico ha mostrato di gradire. Se è vero come ci è sembrato, che le reazioni alla rappresentazione sono state più che entusiaste. Raramente allo Strehler si è visto un pubblico così coinvolto e partecipe. Forse anche grazie “Alla rilettura in chiave moderna che è stata data del Don Giovanni. In grado di coinvolgere i giovani”. Come ha tenuto a sottolineare Evandro Dos Reis.
Abbiamo assistito a un Don Giovanni potente e coinvolgente, capace di mischiare generi, musicali e non, razze, appartenenze culturali, strumentistiche, in una meravigliosa commistione che diventa arte.

Gli attori si sono sicuramente divertiti a creare queste ibridazioni che, in un’atmosfera da Cotton Club, accompagnano lo spettatore dall’inizio alla fine. Abbiamo assistito a uno spettacolo scoppiettante di vitalità, sempre in grado di sorprenderci.
La meraviglia accompagna la vista della talentuosa cantante lirica di origine albanese Hersi Matmuja, che dà voce all’amore e al pianto di Elvira, presentandosi in scena vistosamente incinta. Tanto abbiamo creduto alla finzione scenica che siamo rimasti sorpresi nel vedere a fine spettacolo che non era così. Abbiamo riso insieme della mia ingenuità e alla mia domanda se fosse difficile collaborare con così tante persone di diverse nazionalità, ha risposto che “A volte lo è. Ma poi si trova sempre il punto d’incontro”. Simona Boo che interpretava Donna Anna in modo accorato e convincente, e che ci ha accompagnato magistralmente nel pianto della figlia per la morte del padre commendatore, si è meravigliata per quella risposta. Al che Matmuja ha precisato che “Non dipende dal fatto di essere di diverse nazionalità, ma dal fatto che ognuno di noi ha una testa diversa, e mettere insieme tante idee a volte diventa difficile”.
Bella, affascinante, intelligente Simona Boo. È la riprova che la vita distribuisce i propri beni in modo capriccioso e disuguale. Io non posso vantare gli stessi beni soprattutto quando provocata da una mia battuta, fatta ammiccando alla mia carrozzina “Io comunque sono il più diverso di tutti”. La Boo ha risposto seria “Perché di quale nazionalità sei?”. Non ho capito immediatamente. La mia assistente ha dovuto spiegarmi il sottinteso.

Ibridazioni di voci, culture, generi, quindi. E la Magoni mi ha ancora una volta sorpreso chiedendomi, con una risposta implicita “Simona ha la mamma napoletana, il papà Nigeriano. Secondo te di che nazionalità è? Ma poi sono importanti questi distinguo? È più importante che le persone siano lasciate libere di essere ciò che desiderano, e che possano esprimersi”.

Grande merito quindi alla capacità visionaria di Mario Tronco, che ha messo insieme a partire dal lontano 2001 un’orchestra multietnica, formata da professionisti, da musicisti profughi, artisti di strada, musici ai margini del mondo, riuscendo a valorizzare la presenza di tutti. Offrendo un palcoscenico su cui esprimere tutto il proprio valore. Quindi, un esperimento artistico, sociale, il cui risultato non era scontato. E che invece ha dato vita a una realtà in grado di calcare i più celebri palcoscenici europei, in un’atmosfera divertente e divertita, dissacrante e venata di erotismo.
Ieri sera abbiamo assistito a uno spettacolo, capace di toccare tutti i registri emotivi essenziali: dolore, allegria, farsa, divertimento…
Si è trattato di una gioia per gli occhi, per le orecchie. Una gioia per uno spettacolo in cui le lingue: francese, arabo, italiano, portoghese si sono felicemente armonizzate.
Ma più che uno spettacolo, è stata una festa, a cui il pubblico è invitato fino al 31 maggio.
Gianfranco Falcone
https://www.disaccordi.it/

Piccolo Teatro Strehler dal 29 al 31 maggio 2019

Don Giovanni di Mozart secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio
orari: mercoledì e venerdì, ore 20.30; giovedì, ore 19.30
durata: un’ora e 20 minuti senza intervallo

Piccolo Teatro Strehler
dal 29 al 31 maggio 2019
Don Giovanni di Mozart secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio
regia Andrea Renzi
personaggi e interpreti
Don Giovanni Petra Magoni
Donna Anna Simona Boo
Donna Elvira Hersi Matmuja
Zerlina Mama Marjas
Don Ottavio Evandro Dos Reis
Leporello Omar Lopez Valle
Masetto Houcine Ataa
pianoforte Leandro Piccioni
contrabbasso Pino Pecorelli
batteria Davide Savarese
chitarre Emanuele Bultrini
tastiere Andrea Pesce
elaborazioni musicali Mario Tronco, Leandro Piccioni, Pino Pecorelli
direzione musicale Leandro Piccioni
scenografie Barbara Bessi
costumi Ortensia de Francesco
disegno luci Daniele Davino
proiezioni/illustrazioni Daniele Spanò
ingegnere del suono Angelo Elle
direzione artistica e regia Mario Tronco

produzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini
produzione originale Accademia Filarmonica Romana, Le nuits de Fourvière – Lione 2017

canale telegram Segui il canale TELEGRAM

-----------------------------

Newsletter Iscriviti alla newsletter

-----------------------------

Se sei giunto fin qui vuol dire che l'articolo potrebbe esserti piaciuto.
Usiamo i social in maniera costruttiva.
Condividi l'articolo.
Condividi la cultura.
Grazie

In this article