Le Signore dell’arte. Storie di donne tra il 500 ed il 600

Le Signore dell’arte Storie di donne

history 5 minuti di lettura

Goethe scrisse che la natura delle donne è intimamente legata all'arte. Percorrendo i corridoi di questa mostra, il sapiente significato di questa frase dello scrittore romantico sembra risuonare come un'eco dalla visione delle opere delle artiste che di passo in passo si svelano davanti all'occhio dello spettatore.

La mostra di Palazzo Reale “Le Signore dell'Arte. Storie di donne tra ‘500 e ‘600” offre un focus sulla vita e le opere di trentaquattro pittrici italiane vissute tra il 1500 ed il 1600, donne di straordinario talento che però finirono a lungo nell'oblio o non trovarono una fama pari ai loro colleghi uomini.

Figlie, sorelle a volte mogli di famosi pittori, donne che con i loro studi artistici ed i loro quadri hanno segnato una svolta rispetto all'immagine tradizionale a cui sin dall'antichità l'arte ci ha abituato, ovvero quella delle donne soprattutto nelle vesti di muse, ispiratrici, oggetto della rappresentazione.
Ecco che in questa mostra emerge tutta la potenza dell'estro femminile, l'evidenza di come le donne siano state invece anche creatrici, nonostante la storia e la critica si siano spesso disinteressate a loro, lasciandole sovente nell'ombra, oscurate dai più famosi colleghi maschi.

Artemisia Gentileschi Maria Maddalena
, Maria Maddalena, 1630-1631. Olio su tela, 102×118 cm. Beirut, Sursock Palace Collection

La prima tra le pittrici che segna un momento di rottura con il passato ed i pregiudizi di genere, fu Artemisia Gentileschi, figlia del pittore Orazio Gentileschi, figura emblematica dell'arte del Seicento, prima donna a essere ammessa alla Accademia di Arte del disegno a Firenze. La sua vita tumultuosa, vittima di uno stupro in età giovanile riuscì a superare un duro processo e ad emergere nella società maschilista del XVII secolo, la sua mente geniale, lo spirito ribelle e passionale s'intravedono in quello che è uno dei suoi dipinti più famosi, il “Davide con la testa di Golia”. Opera di grande impatto visivo ed emotivo, il dipinto che raffigura un imponente Davide seduto a gambe accavallate, con una postura spavalda ed inusuale per la tradizione iconografica del soggetto narrato, che guarda dritto nella direzione dello spettatore, come a dirgli che ce l'ha fatta nella sua battaglia quasi impossibile contro un gigante, sembra alludere indirettamente alla storia di Artemisia, alla sua condizione di donna artista ed alla sua sfida contro i pregiudizi ed i limiti dell'epoca.
Rispetto al suo tempo, Artemisia Gentileschi è artista e donna precorritrice, ma non è stata l'unica a lasciare il segno.

Insieme a lei spiccano le opere di , figlia del pittore miniaturista trentino Nunzio, iniziò a lavorare all'età di 12 anni. La sua “Giuditta con la testa di Oloferne”, protagonista dall'aspetto fiero ribelle di un efferato episodio di vendetta contro un uomo, simboleggia la rivolta contro i soprusi e la capacità di reagire.

Elisabetta Sirani Porzia che si ferisce alla coscia
, Porzia che si ferisce alla coscia, 1664. Olio su tela, 101×138 cm. Bologna, Collezione d'arte e di storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna

Di particolare intensità comunicativa anche i quadri di Elisabetta Sirani, figlia dell'affermato artista e mercante d'arte bolognese Giovanni Andrea Sirani, primo assistente di Guido Reni. Elisabetta Sirani divenne negli anni pittrice professionista e acquafortista: a soli ventiquattro anni era già a capo della bottega del padre, diventò poi professoressa all'Accademia d'arte di San Luca a Roma e la prima artista donna in Europa a fondare una scuola femminile di pittura, l'Accademia del Disegno. I suoi soggetti sono nuovi e insoliti per l'epoca, caratterizzati da una forza iconografica e narrativa unica nella rappresentazione della femme fortes, l'eroina femminile, biblica, classica, mitologica o letteraria: Giuditta, Dalila, Porzia, Timoclea, Cleopatra, Circe. In queste tele Elisabetta dipingeva le sue eroine come figure indipendenti, forti, intelligenti, coraggiose e nobilitate, cioè dotate di valori generalmente associati alla sfera maschile.
Ma accanto alla forza ed al vigore, non manca di emergere dalle opere di queste artiste anche la fantasia e la gentilezza tipica dell'estro femminile.

Lavinia Fontana Galatea
, Galatea e amorini cavalcano le onde della tempesta su un mostro marino, 1590 circa. Olio su rame, 48×36,5 cm. Collezione privata. Foto Carlo Vannini

In “Galatea e amorini cavalcano le onde della tempesta su un mostro marino” di Lavinia Fontana trapela la capacità di esprimere la sensualità femminile con delicatezza e mistero: la carica erotica di Galatea è accentuata dalla posa e dal gioco dell'amorino che le fa scivola re sulla gambe un leggerissimo velo di seta trasparente; l'immaginario fantastico del mostro unito allo studio sugli elementi della natura crea un equilibrio sottile ed affascinante tra scienza e mito in un'immagine raffinata che intriga l'occhio dello spettatore. L'artista, che lavorò su commissione per papi e personalità di altissimo rango come il re Filippo II di Spagna, riuscì ad aprire un propria bottega che gestiva insieme al marito e a coltivare il suo talento artistico nonostante diede alla luce ben undici figli.

Molte altre opere attirano l'occhio stupito del visitatore, autoritratti volitivi come segno della consapevolezza del loro ruolo di artiste, ritratti di intensa penetrazione psicologica, eroine dell'antichità come esempi di ribellione e forza d'animo, figure storiche, mitologiche e allegoriche, composizioni naturalistiche o simboliche di fiori frutti e animali, scene religiose e mistiche che riflettono il complesso dibattito del tempo: ogni soggetto è accuratamente indagato dall'occhio attento delle artiste.
I misteri della psiche, le virtù femminili, l'eroismo intimo e quotidiano, ma anche il pathos del tradimento, dell'inganno, del pentimento: tutti i sentimenti sono svelati attraverso una poetica pittorica intensa e partecipata. Il complesso ed affascinante mondo dell'immaginario femminile viene presentato per la prima volta in Italia, in una ricognizione ricca di scoperte e di nuove prospettive.

Debora Giardino

Le Signore dell'arte. Storie di donne tra il 500 ed il 600.
Luogo: Palazzo Reale
Date: 02/03/2021 – 25/07/2021
Curatori: Anna Maria Bava, Gioia Mori e Alain Tapié
Durata del percorso: 1h e 15 min.

canale telegram Segui il canale TELEGRAM

-----------------------------

Newsletter Iscriviti alla newsletter

-----------------------------

Se sei giunto fin qui vuol dire che l'articolo potrebbe esserti piaciuto.
Usiamo i social in maniera costruttiva.
Condividi l'articolo.
Condividi la cultura.
Grazie

In this article