Don’t forget to fly: il nuovo album di Remo Anzovino

Remo Anzovino

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Remo Anzovino, nato a Pordenone il 12 febbraio 1976 da genitori napoletani, affianca fin da bambino ai libri di scuola (che lo porteranno a laurearsi con lode e a diventare avvocato penalista) l'amore per la musica, per il pianoforte e per la composizione.

Nel corso del primo decennio del Duemila compone le musiche per oltre trenta capolavori del cinema muto, collaborando con diverse importanti cineteche nazionali e partecipando a numerosi festival del settore. Nel frattempo si dedica a comporre musica per filmati promozionali e pubblicitari e inizia a pubblicare a proprio nome con un successo di pubblico sempre maggiore.

Alla sua prima incisione, Dispari, del 2006 faranno seguito Tabù nel 2008, Igloo nel 2010 (album che dà inizio a una serie di importanti e prestigiose collaborazioni e che si distingue per i duetti con il batterista Franz Di Cioccio, il clarinettista Gabriele Mirabassi, il contrabbassista Enzo Pietropaoli e il chitarrista Bebo Ferra) e Viaggiatore immobile nel 2012.

Quest'ultimo lavoro contiene il brano 9 ottobre 1963 (suite for Vajont) che sarà oggetto di un concerto tenuto il 15 settembre 2023, in occasione del 50° Anniversario della tragedia e su richiesta della Fondazione Vajont, ai piedi della diga, nella località dove avvenne il disastro. Il DVD contenente la registrazione dell'avvenimento sarà allegato a Vivo, quinto album del pianista compositore, inciso appunto dal vivo in occasione del concerto tenuto il 20 dicembre 2013 all'Auditorium Parco della Musica di Roma.

L'intensa attività di Anzovino prosegue con importanti collaborazioni (ad esempio all'album tributo all'artista capoverdiana Cesária Évora e all'album tributo a Lelio Luttazzi), concerti in luoghi e orari insoliti e particolari (all'alba o in alta quota) e nuove colonne sonore.

Nel 2017 la Sony Music, su etichetta Sony Classical, pubblica Nocturne, un album prodotto, registrato e mixato dal sound designer Taketo Gohara con la partecipazione di musicisti internazionali. Negli anni seguenti si intensificano le composizioni per colonne sonore, con particolare riferimento a docufilm sul mondo dell'arte (Le Ninfee di Monet, Van Gogh tra il grano e il cielo, Frida.Viva la vida, Gauguin a Tahiti).

Nel maggio di quest'anno Anzovino, a sei anni di distanza dal suo ultimo album, pubblica Don't forget to fly, un lavoro particolarmente ispirato e meditato (complice anche la clausura alla quale ci ha costretto la recente pandemia) che vuole essere, tra le altre cose, un omaggio al pianoforte e un atto d'amore per questo strumento e per il mondo sonoro al quale consente di dar vita.

Si tratta infatti di un album di solo pianoforte, un gran coda Steinway&Sons appartenente alla collezione Bussotti & Fabbrini di Firenze, registrato, mixato e masterizzato dal celebre fonico Stefano Amerio (che può vantare l'incisione di oltre cento cd per la prestigiosa etichetta discografica ECM di Manfred Eicher).

Remo Anzovino Don't forget to flyDon't forget to fly può considerarsi un concept album: Anzovino, influenzato e ispirato dalla lettura del libro Psicanalisi dell'aria del filosofo francese Gaston Bachelard (non a caso la copertina del cd riporta in esergo una frase tratta dal libro: «Nel mondo del sogno non si vola perché si hanno ali, ci si crede ali perché si è volato»), immagina un viaggio onirico compiuto dall'ascoltatore il quale, come un novello Icaro, realizza l'aspirazione che l'uomo ha sempre avuto, quella di volare, di potersi librare nell'aria e di fluttuare libero nel cielo.

A proposito di questo suo ultimo lavoro Anzovino ha dichiarato: «L'uomo è progettato per volare, non deve soffocare i propri desideri. Viviamo in un momento storico in cui siamo bombardati dalle immagini. Con questo disco chiedo a chi ascolta di produrle invece di subirle, tornando a essere protagonisti della propria immaginazione».

Don't forget to fly è stato registrato al nuovo Teatro di Fiesole senza fare ricorso ad alcun tipo di sovraincisione o di effetto sonoro. Il luogo è stato scelto per la straordinaria acustica di cui il teatro è dotato. Ma per un album che vuole celebrare il mai sopito anelito al volo dell'uomo non è certamente privo di particolare suggestione il fatto che proprio nei pressi di Fiesole, sul monte Ceceri, la leggenda narra che Leonardo da Vinci abbia collaudato una delle sue macchine volanti.

Con Don't forget to fly Anzovino immagina un sogno nel quale l'uomo realizza l'atavico desiderio di alzarsi in volo. Ecco allora che prende vita The second life of Icarus, il primo brano dell'album che descrive gli iniziali incerti tentativi di staccarsi dal suolo e lo stupore e la gioia di vedere la terra che piano piano si allontana. Morning Moon ci accompagna nella visione dell'ultima immagine della luna prima che svanisca al sorgere del giorno con una melodia dolce e struggente che trova il suo sviluppo naturale nel brano seguente, Air Swimmer, un'aria giocosa e sognante che ci invita a fluttuare nel cielo. Ammaliati dalla pace e dalla serenità che ci circonda e nella quale siamo immersi ecco che ci pare di vedere un campo di fiori al quale ci avviciniamo curiosi sulle note di Sky Flowers. E sopra i fiori uno stormo di uccelli si libra nell'aria e sembra improvvisare apposta per noi un balletto sulla musica dal richiamo rinascimentale di Dance of Birds. Il brano successivo, On a Tightrope, è un tango vivace e brillante che accompagna la nostra esibizione da equilibrista su una corda tesa tra le nuvole. Ci riposiamo quindi su un'amaca distesa fra due nuvole al suono delle note evocative di Between Two Clouds. Ci sentiamo leggeri e ci lasciamo andare, sospesi nell'aria, trasportati dalle correnti nel cielo senza confini, sospinti con vigore dagli arpeggi di No Gravity che si bloccano di colpo all'apparire di un essere celeste che si staglia all'orizzonte e sembra salutarci, forse riconoscendoci, con le note di Like an Angel. L'angelo svanisce e, cullati dalle note di una dolcissima barcarola, Celestial Trees, ammiriamo un'azzurra foresta di alberi. A questo punto il nostro onirico viaggio volge al termine. Siamo finalmente arrivati al sole che questa volta non ci scioglie le ali ma ci abbraccia e, con il suo calore, ci risveglia. Dopo il crescendo enfatico di Embrace of the Sun, riapriamo gli occhi sulle note di Don't forget to fly, un valzer tranquillo e sereno che ci culla nel ricordo del sogno appena fatto e ci predispone a un nuovo giorno e, forse, a nuove sognanti avventure.

Anche in quest'ultimo lavoro di Anzovino spiccano le sue riconosciute doti di melodista. Le sue linee melodiche sono semplici, raffinate, ricche di riferimenti colti ma accattivanti e di immediata comprensione; tuttavia non banali, impreziosite spesso da un guizzo, una piccola sorpresa, una lieve modificazione armonica, un finale inaspettato.

Risulta evidente la naturale predisposizione del compositore a lavorare sulle immagini perché la sua musica appare sempre estremamente descrittiva e, in Don't forget to fly, forse per la voluta mancanza di orchestrazione, particolarmente leggera, spensierata, tendenzialmente serena e solo a tratti sottilmente malinconica. Poco importa che all'ascolto le note di Anzovino ci evochino proprio le immagini che ci suggerisce con i titoli dei brani, coerenti con il sogno del volo che lui stesso ha raccontato durante la presentazione dell'album. In realtà ciò che conta è che la musica risulti comunque evocativa e ci induca, chiudendo gli occhi, a vivere il nostro sogno individuale e a proiettare nella mente le immagini del nostro film personale.

Lo stesso Anzovino ci descrive il suo intento con queste parole: «Come avvocato lavoro con le parole. Nella musica, al contrario, uso esclusivamente i suoni per suggerire immagini e lasciare libero l'ascoltatore di scoprire quelle del proprio film».

Non possiamo non evidenziare come Don't forget to fly risulti forse eccessivamente uniforme e quasi del tutto privo di cambi di ritmo. Con la sola eccezione di On a Tightrope, che ci fa danzare con un tango particolarmente fantasioso e incisivo, tutti i brani dell'album si caratterizzano per la loro lentezza e per una sostanziale consonanza sonora. Ma è evidente che si tratta di una scelta voluta da Anzovino che con la sua musica non vuole scuoterci, non desidera svegliarci ma, al contrario, cullarci nel sonno e nel sogno e accompagnarci con dolcezza mentre volteggiamo sereni nell'aria.

GianLuigi Bozzi

 

Remo Anzovino
Don't forget to fly
Piano solo
brani: 12
durata: 43′
Musica composta ed eseguita da Remo Anzovino
Registrazione effettuata da Stefano Amerio al Nuovo Teatro di Fiesole nei giorni 2,3 e 4 gennaio 2023
Pianoforte: Steinway & Sons Mod. D-274 della collezione Fabbrini, fornito da Bussotti & Fabbrini, Firenze
Missaggio e masterizzazione: Stefano Amerio presso Artesuono Recording Studio di Cavalicco
Produzione: Remo Anzovino e Marco Anzovino
Distribuzione: Believe

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