
L'australiano domina le due manche di Phillip Island ed è già in fuga nel mondiale. Disastro per Max Biaggi, che torna a casa ingessato, conferme per Xaus (Ducati) e Nieto (Suzuki). Male le Yamaha.
Anche il Gran Premio d'Australia ci ha riservato due manche entusiasmanti, all'insegna delle sportellate e dei sorpassi al limite, quelli fatti con il cuore da chi, fino quando non passa sotto alla bandiera a scacchi, non si dà per vinto.
Parlando di cuore, il pensiero corre subito a Troy Bayliss, per il quale abbiamo un unico aggettivo: immenso. Il quasi trentanovenne ex- meccanico è stato capace di conquistare ieri una fantastica superpole – polverizzando il record della pista nonostante otto punti di sutura messi un'ora prima ad un gomito – e di dominare oggi le due manche disputate sulla pista di casa.
Allo strepitoso week end di Bayliss fa da contraltare quello disastroso di Max Biaggi. Impossibilitato a disputare la superpole a causa del cambio tranciato e per questo relegato in sedicesima posizione, dopo una bella rimonta Biaggi cade in entrambe le gare, lasciando l'Australia con zero punti in classifica e la frattura composta del radio sinistro.
Ma andiamo con ordine. Tragedia sfiorata al via di gara 1 quando il compagno di squadra di Bayliss, Michel Fabrizio, quarto in griglia, non parte. Il pilota romano viene sfilato da quasi tutti gli altri. Quasi. Vittorio Iannuzzo, infatti lo centra in pieno, facendolo cadere dalla moto e strappandogli addirittura lo stivaletto destro. Risultato: Ducati distrutta, Fabrizio con una caviglia dolorante, attimi di terrore per Iannuzzo, rotolato ai lati della pista. Per fortuna il pilota avellinese ha solo una bruttissima frattura al radio e alla mano sinistri che lo terrà lontano delle gare per almeno tre mesi.
Ma le emozioni non sono finite. Nonostante la tempestiva esposizione della bandiera rossa, Russell Holland, che forse vede la segnalazione in ritardo, affronta la prima curva in piena accelerazione e si trova improvvisamente davanti Carlos Checa, molto più lento di lui. La collisione è inevitabile: Holland e Checa rotolano nella sabbia con le moto a pezzi, trascinando fuori pista anche l'incolpevole Kenan Sofuoglu, bravo comunque a rimanere in piedi.
Per fortuna, la ripartenza di Gara 1 va via liscia: Troy Bayliss scatta al comando, seguito dal connazionale Troy Corser e da un gruppo formato da Ruben Xaus, Fonsi Nieto e Max Neukirchner. Già al terzo giro Bayliss cerca di allungare il passo, mentre alle sue spalle gli avversari se le danno di santa ragione. Un duello al quale si aggiunge ben presto Max Biaggi partito sedicesimo e in piena rimonta. Il pilota romano riesce a conquistare la seconda posizione e sembra poter insidiare Bayliss ma una scivolata al sedicesimo giro vanifica tutto lo sforzo.
La gara si chiude con la passerella trionfale di Bayliss davanti a Corser e a un eroico Fabrizio, risalito in terza posizione e portato a spalle sul podio a causa del dolore al polpaccio offeso nell'incidente al via.
La partenza di Gara 2 vede l'omaggio di alcuni piloti all'animale simbolo dell'Australia: il canguro. A Troy Corser, Michel Fabrizio, Jakob Smrz, Roberto Rolfo e Regis Laconi viene infatti affibiato un “drive through” per “jump start” (partenza anticipata).
I primi tre giri della gara sono caratterizzati dalla battaglia per la prima posizione tra Bayliss, Nieto e Corser il quale, appena prima di rientrare per scontare la penalità, finisce nella sabbia e conclude anticipatamente la manche. Via libera a Bayliss che imposta il suo ritmo e conduce una gara fotocopia di quella vinta un paio d'ore prima. Anche Max Biaggi ricalca gara 1: strepitosa rimonta e caduta, peccato che questa volta le conseguenze siano peggiori: frattura composta del radio e 20 giorni di gesso.
Alle spalle di Bayliss si scatena una vera e propria corrida tra Fonsi Nieto, Ruben Xaus e Carlos Checa. I tre spagnoli danno vita a un duello mozzafiato che porterà il più esperto Checa a tagliare il traguardo davanti a Nieto, con Xaus quarto.
La trasferta australiana ci conferma una Ducati fortissima, Honda e Suzuki in crescita. Magro bottino per le Yamaha, dove urge recuperare Haga, mentre sono ancora “non pervenute” le Kawasaki.
“Vincere qui, in quella che è stata la mia ultima gara su questo circuito è un sogno” ha esclamato Bayliss al termine delle due manche “sapevo che sarebbe stato un week end difficile. Guidano tutti bene e ci sono un sacco di buone moto. Ho un gran Team alle spalle e sono contento del risultato.” [1]
Nelle parole del campione australiano la conferma che appenderà il casco al chiodo al termine di questa stagione. Speriamo che, nel corso dell'anno, cambi idea.
Così al traguardo in Gara 1
1) Troy Bayliss (Ducati Xerox Team)
2) Troy Corser (Yamaha Motor Italia)
3) Michel Fabrizio (Ducati Xerox Team)
Così al traguardo in Gara 2
1) Troy Bayliss (Ducati Xerox Team)
2) Carlos Checa (Honda Ten Kate)
3) Fonsi Nieto (Team Alstare Suzuki)
Prossimo appuntamento tra poco più di un mese – il 6 aprile – a Valencia
Alessandra Rossi
[1] www.worldsbk.com
-----------------------------
-----------------------------
Se sei giunto fin qui vuol dire che l'articolo potrebbe esserti piaciuto.
Usiamo i social in maniera costruttiva.
Condividi l'articolo.
Condividi la cultura.
Grazie