
La finale del campionato italiano d’Eccellenza: Rovigo 14 – Petrarca Padova 18. Il Petrarca Padova ha vinto sabato scorso il suo 12° titolo nazionale in casa dei “cugini” del Rugby Rovigo Delta. Una cornice di pubblico spendida, con quasi 7.000 spettatori coloratissimi e chiassosi, espressione piena del rugby nostrano, passionale, rumoroso e latino, come è giusto che sia.
Ottanta minuti giocati con intensità e diverse emozioni. Il Rovigo ha iniziato alla grande il match interpretando con convinzione il ruolo di favorito, subito in meta con il beniamino di casa Mahoney, tallonatore barbuto incredulo e sorpreso di segnare dopo soli sei minuti di gioco. Al 25′ ci ha pensato il rodigino Bacchetti a graffiare pesantemente il Petrarca con una meta di quelle che piegano le gambe: palla persa dai padovani in fase d’attacco con sventurato gioco alla mano nella propria metà e slalom del trequarti del Rovigo con almeno due placcaggi mancati da parte di Padova. Quelli della successiva trasformazione saranno gli ultimi punti segnati da Rovigo nella finale di sabato.
Sotto di 14 punti, gli uomini di Presutti ricucivano pazientemente lo strappo iniziale del Rovigo, dimostrando una lucidità tattica e una forma fisica straordinaria, non semplice da fare in uno stadio come il Battaglini, autentica bolgia rossoblù. La fallosità del Rovigo ha regalato la possibilità a Mercier di piazzare 6 punti nel primo tempo ma soprattutto la sfida tra i due tallonatori Mahoney e Costa Repetto, ha visto prevalere nettamente quest’ultimo in meta al 32′ a ripristinare di fatto una situazione di sostanziale pareggio, chiudendo la prima parte del match 14 a 13 per Rovigo.
Il secondo tempo si è aperto e si può dire si è chiuso con la zampata al 5′ della ripresa del ” man of the match” Agustin Costa Repetto, tallonatore di grandi capacità offensive e dinamismo di gioco fuori dal comune, rispetto al panorama italiano: grande meta recuperando un pallone a pochi metri dalla linea del Rovigo. I restanti 35 minuti di gioco sono stati una furiosa battaglia con diversi momenti di suspance. L’apertura del Petrarca Walsh è rimasto a terra per un doppio colpo subito per placcare Bacchetti, colpo di coscia in fronte (dall’avversario) e ginocchiata sulla nuca da “fuoco amico”, quanto basta per perdere pericolosamente i sensi. E poi due episodi che hanno tirato in ballo il TMO (Television manager officier, l’ arbitro aggiunto che osserva i filmati disponibili) per capire se l’ovale fosse stato schiacciato dal Rovigo nell’area di meta. In entrambi i casi non c’è stata l’evidenza della meta, grazie soprattutto ad una difesa accanita del Petrarca che ha stretto i denti nei momenti più duri. Stretta non del tutto metaforica. Rivedendo qualche passaggio della partita è sembrato di scorgere, in qualche fase del placcaggio con l’uomo a terra, qualche tentativo di morso alle gambe del povero placcato. Ecco, questa probabilmente la svolta del match, una enorme convinzione del Petrarca minuto dopo minuto e la fragilità mentale del Rovigo, il quale ha cercato di risolvere la partita più con azioni personali che con un convincente gioco di squadra. E su questo il rugby non fa sconti, è un gioco di squadra fin dentro al midollo.
Per chi ha deciso di spengere la tv subito dopo il fischio finale ha evitato le immagini della rissa scoppiata per una banale provocazione o forse per un eccesso di gioia, insomma la classica scena isterica che capita più nel calcio che nel rugby. Ma per carità, guai ad accostare i due palloni!Nel mondo del rugby perlopiù si minimizza invece che discuterne, tutto a discapito dell’integrità del rugby stesso negli anni a venire. Del resto basta partecipare ad un torneo di mini rugby (6 – 12 anni) per capire il rischio che corre il rugby italico, una potenziale “calcizzazione” assolutamente deleteria per i bambini. Alla federazione (e ai genitori) il compito di monitorare il fenomeno.
A proposito di Federazione e del rugby internazionale, si segnalano due eventi di assoluto valore: il 10 giugno l’inizio dei Mondiali Under 20 che quest’anno e per la prima volta, si svolgono in Italia, una vetrina di grande prestigio per osservare una moltitudine di talenti da ogni parte del mondo. Italia nel girone A in compagnia di Nuova Zelanda, Argentina e Galles. Ampia copertura di Rai Sport dell’evento. Invece la Nazionale maggiore sarà impegnata in un importante test match pre-Mondiale contro il Giappone il 13 Agosto a Cesena, un test autentico per Mallett e i suoi ragazzi, messi un po’ in ballo dalle polemiche sulla recente ufficializzazione del nuovo tecnico Brunel post mondiali neozelandesi. Una decisione federale che ha avuto come conseguenza immediata una serie di interviste dell’attuale tecnico sudafricano tendenti alla resa dei conti interna al suo staff e alla federazione, inevitabile quando è noto che al di là dei risultati al Mondiale si dovrà lasciare il comando al tecnico francese, ex Perpignan. Per il momento godiamoci il Mondiale Under 20.
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