Edipo re. Una favola nera

Valentino Mannias e Ferdinando Bruni in Edipo re una favola nera

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Se lo spettacolo visto a teatro la sera viene a trovarci di notte rapendoci dalle braccia di Morfeo per sussurrarci all'orecchio “fu la colpa o fu il destino?” vuol dire che ciò a cui abbiamo assistito è riuscito davvero a sintonizzarsi con la nostra anima. re, una favola nera di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia è un lavoro così ben realizzato da ogni punto di vista da avere l'imperdonabile difetto di durare troppo poco. Così come la qualità di un piatto non può essere superiore alla qualità degli ingredienti che lo compongono così la qualità dell'Edipo re andato in scena al Teatro Elfo Puccini è spiegata solo dall'eccellenza delle parti che hanno contribuito alla sua realizzazione.

La storia.
Il capolavoro di Sofocle costituisce l'archetipo di una narrazione che dalla civiltà greca giunge fino a noi rivestito di una giovinezza intramontabile. La scelta di Bruni e Frongia propone un taglio onirico e fiabesco un inizio alla “C'era una volta Biancaneve” dove un bambino affidato ad un pastore per essere ucciso al fine di non far avverare la profezia tragica che pende sulla testa dei protagonisti, viene invece risparmiato e cresce pieno di valori e così saggio da gareggiare in virtù con il principe di Machiavelli e sembra terminare in un vissero felici e contenti dove Edipo sposa la regina e diventa re. Sembrerebbe. La fiaba volge invece in tragedia e proprio le virtù del re in cerca della verità per aiutare il suo popolo saranno causa della catastrofe. Il sovrano tenta di smascherare la menzogna e in questo tentativo smaschera se stesso. Un appuntamento con il destino alla Samarcanda di Roberto Vecchioni , dove il cavallo/deus ex machina di Edipo lo porta esattamente dove era stato vaticinato lui sarebbe dovuto essere. Il fato si è preso gioco del re e lo deride beffardo. Completamente abbandonata la visione psicoanalitica di Edipo data da Freud secondo il quale tutti indistintamente vogliamo uccidere il padre ed accoppiarci con la madre, questo Edipo re non lo vuole.

Valentino Mannias Edipo re
Valentino Mannias in Edipo re – una favola nera. Foto Lorenzo Palmieri

La scenografia.
Un muro chiude le spalle della scena dal quale entrano tutti i personaggi, Edipo rimane in un corridoio posto tra loro, personaggi della fiaba e noi pubblico della realtà. Egli vive e si muove in questa terra di mezzo, una scenografia composta da sabbia e pietre che ricorda un ambiente post apocalittico tanto quanto il deserto di Giovanni il Battista. Una scenografia multimediale dove immagini oniriche evocative emergono a più riprese e contribuiscono a rendere ancora più fiabesco il paesaggio.

EDIPO RE Mauro Lamantia, e Valentino Mannias
Mauro Lamantia, e Valentino Mannias in Edipo  re – una favola nera. Foto Lorenzo Palmieri

I costumi.
Antonio Marras supera se stesso con i costumi dei personaggi, abbondano tulle e pizzo ma anche elementi prestati dalla natura, stupefacenti le due figure giganti del re e della regina che trasmettono tutto il potere della regalità e la serenità del legame coniugale prima che il destino con una mossa imprevedibile ribalti la favola in tragedia. Il teatro Elfo Puccini dedica una piccola mostra nel Foyer al lavoro sartoriale di Antonio Marras dove gli spettatori possono ammirare i bozzetti dei costumi ed anche toccare dei campioni di materiali e tessuti utilizzati.

Le maschere.
Questa produzione dell'Edipo re sceglie un taglio visionario e fantastico: le maschere sono state realizzate dalla creatività di Elena Rossi, unica donna in un team di uomini. Gli attori le indossano perché esse servono ad abbandonare la propria individualità e a raggiungere l' èkstasis.

Il cast.
Un gruppo di soli attori uomini proprio per affrancarsi da ogni tentativo di realismo, anche Giocasta è interpretata da un attore. Giungono a noi echi dell' antico teatro greco nel coro che a più riprese si rivolge alla platea per narrare lo svolgersi degli eventi.

Il messaggio.
L'Edipo re di Bruni e Frongia prende le distanze dal modello occidentale illuminista secondo il quale puoi ottenere tutto se ti impegni e anche dal “fake it till you make it” americano per cui interpretando colui che vuoi essere riuscirai a diventare quella persona. Tutta questa mistica della ragione crolla sotto il peso della tragedia che ci ricorda che l'uomo non può controllare tutto, che esiste la morte, che esiste la peste che colpisce il popolo di Tebe, che non basta vestire gli abiti sontuosi di un re per essere un sovrano retto e che sotto la maschera può nascondersi l'orrore. Questo Edipo ci ricorda che non esistono scelte sicure che non esistono sicuri investimenti emotivi, che nonostante i nostri sforzi i cigni neri governano il mondo. Il vero valore dell'Edipo sta nelle domande che ci obbliga a porci: “Fu la colpa o fu il destino? Fu l'uomo o furono gli Dei?
Adelaide Cacace

Teatro Elfo Puccini – Milano

EDIPO RE – una favola nera
uno spettacolo di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia
con Edoardo Barbone, Ferdinando Bruni, Mauro Lamantia, Valentino Mannias
costumi di Antonio Marras
realizzati da Elena Rossi e Ortensia Mazzei
maschere di Elena Rossi
luci di Nando Frigerio
suono di Giuseppe Marzoli
assistente alla regia Alessandro Frigerio
assistente scene Roberta Monopoli
assistente costumi Elena Rossi
si ringrazia Tonino Serra per la decorazione del mantello di Edipo
produzione Teatro dell'Elfo

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