
Come da tradizione in Grecia, il leader dei conservatori di Nea Dimokratia (ND), Kyriakos Mitsotakis ha giurato sulla Bibbia da primo ministro nelle mani del presidente. Nel 2015 il giuramento di Alexis Tsipras fu laico.
Dall'Europa sono arrivate le congratulazioni di molti moderati e conservatori da Juncker al cristiano-democratico tedesco Manfred Weber al leader del partito popolare austriaco Sebastian Kurz, mentre Vladimir Putin si è congratulato ricordando le “tradizioni secolari di amicizia, vicinanza culturale e spirituale” tra la Grecia e la Russia. Anche dalla Turchia, attraverso il ministro degli Esteri turco, Cavusoglu sono arrivate parole di buon auspicio visto i rapporti non proprio idilliaci tra Ankara e Atene.
Al nuovo premier sono bastati tre anni alla guida di ND per ottenere circa il 40% dei voti e racimolare 158 dei 300 seggi del Parlamento greco che gli consentirebbe un governo monocolore. A Syriza del premier uscente Alexis Tsipras è andato il 31,5% dei voti e solo 86 dei 144 seggi che aveva nel assemblea fino ad oggi. Non gli è riuscito lo scatto finale pur avendo recuperato l'8% rispetto alle elezioni europee dello scorso maggio.
Il terzo partito è il centrista Kinal, di fatto l'ex partito socialista greco Pasok che ha conquistato 22 seggi, seguiti dai comunisti del KKE con 15 seggi, mentre il partito di destra e nazionalista Soluzione greca arriva a conquistare 10 seggi, uno in più di MeRA25 dell'ex-ministro delle finanze di Tsipras, Yanis Varoufakis.
Indipendentemente da cosa accadrà nella prossima legislatura, una cosa è certa: i neonazisti di Alba Dorata non parteciperanno a discussioni e lavori perché non hanno più un seggio non avendo superato la soglia del 3%.
I risultati elettorali hanno rispettato le previsioni in scia a quanto accaduto alle elezioni europee in Grecia, mentre sopra le attese è stata l'affluenza alle urne.
I temi che più di ogni altro hanno fatto pesare la bilancia a favore di Mitsotakis rispetto a Tsipras sono la presunta capacità del leader liberal conservatore di far volare l'economia (anche attraverso una maggiore capacità negoziale in Europa) e gli Accordi di Prespa che hanno messo fine al contenzioso mutando il nome della Macedonia in Macedonia del Nord. Sugli accordi lo scontento sarebbe, secondo alcuni sondaggi, diffusissimo tra i greci che considerano la Macedonia solo la regione settentrionale greca.
Secondo Scognamiglio però è proprio su questi due temi che Tsipras passerà alla storia: per aver « avviato un difficilissimo ma intelligente negoziato con Bruxelles, dal quale ha partorito un programma di riforme che ha liberato la truffaldina economia ellenica, rilanciandola sia in competitività sia in crescita e lavoro. […] E la soluzione del problema macedone – altra testimonianza di leadership illuminata» [1].
Il voltafaccia di Tsipras, che Wolfgang Streeck, professore dell'Istituto Max Planck ha definito “il discepolo preferito della Merkel nell'arte del tradimento” non basta a spiegare il comportamento elettorale dei greci.
Pierre Haski pur ammettendo il tradimento considera questo risultato «palesemente ingiusto, perché il “tradimento” di Tsipras ha permesso alla Grecia di superare la crisi più grave dopo il ritorno della democrazia, nel 1975. Il leader di Syriza avrebbe voluto essere giudicato in base al suo operato: dall'anno scorso la Grecia non è più sotto tutela europea ed è restata all'interno dell'eurozona, ripristinando la crescita economica dopo otto anni di recessione, mentre la disoccupazione è calata di nove punti percentuale pur restando ancora molto elevata. E invece gli elettori non hanno giudicato i numeri, ma la vita di tutti i giorni. La classe media, in particolare, ha dovuto pagare in tasse il prezzo del salvataggio del paese, covando una collera che è esplosa nella giornata di domenica» [2].
David Adler ci ricorda anche che Tsipras di errori ne ha commessi perché «ha attuato misure di austerità così brutali che persino il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble l'ha accusato di “mettere il peso sui deboli”. E ha placato gli investitori internazionali con grandi promesse di piccole tasse e visti d'oro. […] Certo, le circostanze della sua premiership non erano facili: la troika era determinata a fare un esempio dalla Grecia. E i vincoli del capitalismo globale erano ancora più difficili.
Ma non era predeterminato lo sfratto di famiglie in difficoltà e la preclusione delle loro case. Non era predeterminato per l'asta di vasti appezzamenti di terra e di mare a corporation come ExxonMobil. Nulla era predeterminato per il grave sovraffollamento, per la violenza sessuale e la carenza di “medici, medicine, cibo e acqua potabile” nei campi di migranti della Grecia. E non era predeterminata la vendita di armi a Mohammed bin Salman, per il sorriso di sostegno a Benjamin Netanyahu e per l'acquisto di caccia da Donald Trump» [3].
Vedremo, o meglio i greci vedranno se Kyriakos Mitsotakis manterrà fede alla promessa di non concedere «parte dei 37 miliardi di euro “messi in cassaforte” dallo stato greco […] alle banche, che soffrono per i crediti deteriorati. È indubbio però che il settore privato si aspetti molto da un eventuale governo conservatore, anche se data la gestione dissennata della cosa pubblica nei decenni passati, «corsie preferenziali» e trattamenti di favore, difficilmente potranno essere tollerati» [4]
Il 51enne Kyriakos Mitsotakis se è vero che non ha dato corda a idee troppo liberiste è anche vero che è pur sempre un ex-banchiere, con studi nelle università americane, è «figlio di una delle famiglie più ricche e potenti della Grecia. I Mitsotakis-Venizelos sono infatti una dinastia di armatori greci che ha già espresso tre primi ministri, numerosi ministri, parlamentari e governatori regionali» [5].
La sua campagna elettorale è stata chiara ed è sempre politica liberista: «lo sblocco delle privatizzazioni (specie il via ai lavori nell'area dell'Elliniko, il vecchio aeroporto internazionale di Atene) e subito dopo – a inizio 2020 – un primo pacchetto di tagli alle tasse. Il suo obiettivo è dare una scossa al pil svecchiando pure la pubblica amministrazione per poi presentarsi a Bruxelles e chiedere alla Ue di abbassare dal 3,5% all'1-2% l'obiettivo di avanzo primario imposto dai creditori» [6]
Pasquale Esposito
[1] Giuseppe Scognamiglio, “Tsipras perde le elezioni ma passa alla storia”, https://eastwest.eu/it/la-notizia-del-giorno/grecia-elezioni-tsipras, 8 luglio 2019
[2] Pierre Haski, “Alexis Tsipras salva la Grecia ma perde le elezioni”, France Inter, https://www.internazionale.it/opinione/pierre-haski/2019/07/08/grecia-tsipras-elezioni, 8 luglio 2019
[3] David Adler, “The three mistakes behind Syriza's demise in Greece”, https://www.theguardian.com/commentisfree/2019/jul/08/syriza-demise-greece-alexis-tsipras, 8 luglio 2019
[4] Teodoro A. Synghellakis e Fabio Veronica Forcella, “La destra tenta il tutto per tutto contro l'«era Tsipras»”, https://ilmanifesto.it/la-destra-tenta-il-tutto-per-tutto-contro-lera-tsipras/, 6 luglio 2019
[5] “In Grecia ha vinto il centrodestra”, https://www.ilpost.it/2019/07/08/elezioni-grecia-risultati/, 8 luglio 20019
[6] Ettore Livini, “Elezioni, la Grecia volta pagina: la destra di Mitsotakis è avanti di quasi 10 punti”, https://www.repubblica.it/esteri/2019/07/07/news/la_grecia_volta_pagina_per_gli_exit_poll_la_destra_di_mitsotakis_avanti_di_10_punti-230643986/, 07 luglio 2019
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