
Ora è ufficiale Lenin Boltaire Moreno, candidato del partito Alianza Pais (AP) ed ex-vicepresidente di Correa, dovrà sfidare Guillermo Lasso, ex-banchiere, ex-ministro dell'Economia conservatore. Il Consiglio nazionale elettorale (Cne) dell'Ecuador ha decretato che il secondo turno delle elezioni presidenziali si svolgerà il 3 aprile prossimo.
Non è bastata l'ampia vittoria del candidato socialista al primo turno 39,35% contro il 28,11% perché, secondo la legge, avrebbe dovuto raggiungere il 40% visto che il margine Lasso è stato superiore al 10%. Va detto che il primo turno ha riguardato anche l'elezione di 5 rappresentanti del Parlamento Andino, 137 legislatori federali, il vicepresidente oltre al presidente. Ma soprattutto gli ecuadoregni hanno votato per il referendum, su proposta del governo, di vietare a chi ha incarichi pubblici di avere denaro in paradisi fiscali, un dramma per la nazione. In questo caso il SI al divieto ha vinto e ora bisognerà legiferare, entro un anno, sulla materia.
I quasi 12,8 milioni di aventi diritto hanno potuto scegliere tra otto canditati. Una frammentazione delle candidature che ha visto la terza in graduatorie, l'ex-deputata di destra Cynthia Viteri del movimento civico Madera de Guerrero, raccogliere un significativo 16% dei voti che, come da lei stessa dichiarato, andranno a sostegno di Lasso nella sfida del 9 aprile.
Guillermo Lasso appartiene ad una ricca e potente famiglia, è amministratore delegato del Banco Guayaquil ed è stato ministro dell'Economia e dell'Energia nel 1999 partecipando alla blocco di tutte le attività finanziarie e bancarie, per una crisi gravissima che comportò anche il fallimento di alcune banche. Allora lo stato si assunse tutti i costi e i cittadini, in particolare quelli più bisognosi, pagarono il conto anche per i tagli alla spesa pubblica successivi. Fu in quel periodo che il sistema monetario del paese venne legato al dollaro. Lasso è a capo della destra con il Movimiento Creando Oportunidades (Creo) e il suo credo è quello del mercato, della liberalizzazione, del taglio della spesa pubblica e probabilmente di un passo indietro anche sul referendum appena approvato sui paradisi fiscali. Evidentemente tutto questo fa il paio con un riavvicinamento immediato agli USA con il primo conseguente atto della “riconsegna” a Trump di Julian Assange, fondatore di WikiLeaks, dal 2012 presso l'ambasciata dell'Ecuador a Londra.
Le politiche restrittive sul debito e di riduzione delle tasse dovrebbe servire a far uscire dalla crisi economica in cui si trova il paese. Quella della riduzione delle tasse è un cavallo di battaglia particolarmente sentito dopo lo scandalo dei Panama Papers che lo ha coinvolto.
A proposito di scandali, nemmeno il governo del presidente Correa ne è stato immune visto che l'ex ministro dell'Energia Carlos Pareja è ancora sotto inchiesta per aver concesso illegalmente dei contratti al all'azienda petrolifera Petroecuador.
Quello della corruzione è un tema che dovrà essere risolto visto anche il caso di dipendenti della Odebrecht, azienda brasiliana di infrastrutture, che sono stati ritenuti colpevoli di corruzione per assicurarsi i contratti e in Ecuador sono stati accusati di aver pagato 35,5 milioni di dollari di tangenti fra il 2007 ed il 2008. La società era stata espulsa dal paese per irregolarità nella costruzione di una centrale idroelettrica [1].
Lenín Moreno sessantaquattrenne nato in una cittadina ex-vicepresidente di Correa è noto per le sue battaglie sui diritti dei disabili (egli stesso a causa di uno sparo è sulla sedia a rotelle dal 1998) se vincerà dovrà raccogliere l'eredità di Correa che ha cambiato il volto a questo paese.
«Tra il 2006 e il 2016 l'Ecuador è cresciuto a un tasso annuo del 3,8% con un picco di oltre il 7% nel 2007. Con una miscela di riforme del modello produttivo, incentivi al consumo, miglior distribuzione della ricchezza e, soprattutto, grazie ai prezzi elevati del petrolio esportato, il governo ecuadoregno è riuscito a cambiare in modo significativo le condizioni di vita della popolazione e a migliorare i servizi pubblici. […] negli ultimi anni i maggiori investimenti sono andati su Istruzione e Servizi Socio-Sanitari, Raffinazione autonoma del petrolio e Fornitura di energia elettrica e acqua. Tutto ciò, assieme alla infrastruttura stradale, fornisce un quadro abbastanza completo di ciò che ha realizzato la Rivoluzione Civica negli ultimi dieci anni» [2].
La situazione in questo momento è più problematica perché la crescita economica si è arrestata e, a seconda degli istituti economici, si va da un leggero aumento del PIL ad una vera e propria recessione nel 2017. Molto dipenderà dal prezzo del petrolio.
Moreno ha chiarito che il futuro del suo paese passa ancora per la lotta alla povertà dialogando con tutte le organizzazioni del territorio. Negli ultimi tempi le comunità andina hanno affrontato duramente la politica dell'estrazione di Correa, soprattutto dopo le devastazioni nella riserva Yasuni. Altro punto del suo programma, collegato al precedente, è quello dell'istruzione superiore gratuita per tutti. Terzo contenuto del suo progetto politico è il lavoro: Moreno «ha promesso la creazione di oltre 200 mila nuovi posti di lavoro al fine di ristabilire l'economia del Paese, soprattutto attraverso la concessione di crediti e prestiti ai giovani imprenditori e alle piccole e medie imprese» [4].
Al ballottaggio sarà difficile perché la propaganda del cambiamento, ritornello che ha visto trionfare le destre con meccanismi istituzionali che rasentano il golpe bianco, è martellante e poi perché al momento non ci sono alleanze certe per Moreno perché Paco Moncayo, ex-sindaco di Quito, del Patto Nazionale per il Cambiamento con il suo 6,8% e seguito dalle comunità indigene, per ora non vuole saperne di Moreno.
Pasquale Esposito
[1] Riccardo Antonucci, “Il punto sull'Ecuador: elezioni, corruzione, sviluppo”, http://www.ilcaffegeopolitico.org/51073/il-punto-sull-ecuador-elezioni-corruzione-sviluppo, 20 gennaio 2017
[2] Federico Larsen, “Cronaca dalle strade dell'Ecuador sotto elezioni”, https://www.pressenza.com/it/2017/02/cronaca-dalle-strade-ecuador-elezioni/, Noticias de América Latina y el Caribe, 18 febbraio 2017
[3] Rossana Miranda, “Elezioni in Ecuador, come sarà il ballottaggio fra Moreno e Lasso”, http://formiche.net/2017/02/20/elezioni-ecuador-moreno-lasso/, 20 febbraio 2017
[4] Claudia Patricolo, “Elezioni in Ecuador, effetto domino in America Latina?”, 22 febbraio 2017
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