
La campagna elettorale per le elezioni parlamentari in Russia si è svolta senza che Vladimir Putin lasciasse usare la propria immagine al suo partito. Evidentemente per non associare il suo nome ad un andamento in discesa dei sondaggi sull'operato dei parlamentari. Alla Duma i seggi sono divisi tra quattro partiti: Russia unita il partito del Presidente, il Partito liberal-democratico di Valdimir Zirinovskij, il Partito comunista e Russia giusta. I prossimi 450 deputati saranno eletti al 50% con sistema proporzionale e l'altro 50% con sistema maggioritario; e la nuova legge elettorale prevede uno sbarramento del 5% che contribuirà al mancato accesso ad altri partiti. Raggiungere il 3% potrebbe essere importante perché da accesso al finanziamento pubblico.
Sarà difficile che qualcuno degli altri dieci partiti il lizza oltre a quelli già nominati posso occupare un seggio soprattutto se la loro opposizione non è di facciata; stiamo parlando della Destra di Pravoe delo, Piattaforma Civile (Graždanskaja platforma), il Partito dei Pensionati per la Giustizia, RPR-PARNAS, Forza civile (Graždanskaja sila), Jabloko, i Patrioti della Russia, Comunisti della Russia, Rodina (Patria) e Verdi.

Non dobbiamo dimenticare che sono entrate in vigore numerose leggi restrittive che, sfruttando la paura del terrorismo e delle forze straniere, evidentemente tendono a reprimere l'opposizione. Il pacchetto di leggi – approvate a luglio scorso e che va sotto il nome della deputata Irina Yarovaya che le ha fortemente promosse – aumentano «enormemente i poteri dello stato, rafforza i controlli sui cittadini e limita i diritti civili garantiti dalla Costituzione. Le autorità ottengono il potere di privare i russi della loro cittadinanza – solo quando essa è doppia – in alcuni casi individuati dai codici: per esempio nel caso in cui si lavora in organizzazioni internazionali senza il permesso del governo, o nel caso in cui non si denuncino crimini di cui si è a conoscenza o si postano o twittano testi o immagini ritenuti illegali. […] I fornitori di servizi di telecomunicazioni, inclusi tutti gli internet provider, saranno tenuti a memorizzare e a conservare per mesi le registrazioni delle telefonate dei propri clienti e tutti i messaggi inviati» [1].

Inoltre i meccanismi di controllo sono stati annacquati evidentemente per “aggiustare” votazioni scomode o poco favorevoli. Ad esempio «sono state introdotte nuove regole sulla presenza degli osservatori ai seggi: un osservatore potrà infatti monitorare un solo seggio e con un preavviso di almeno tre giorni, il che permetterà di poter facilmente prevedere i seggi più controllati e quelli invece più idonei per potenziali brogli. Lo stesso spostamento della data delle elezioni da dicembre a settembre ha tolto peso e visibilità alla campagna elettorale portata avanti nel periodo estivo. Dal 2014 inoltre la legge prevede che vengano rese pubbliche le condanne presenti e passate, anche se poi assolte, di ogni candidato. È noto però come il sistema della giustizia in Russia sia tutt'altro che trasparente ed efficiente, ed è così che, ad esempio, nella regione di Vladivostok (Primorskij kraj) i candidati di Edinaja Rossija e del partito Liberale Democratico risultino completamente puliti, mentre tra i Comunisti e i rappresentanti del partito dei Pensionati ve ne siano rispettivamente quattro e due con precedenti giudiziari» [2].
Va detto che qualche intervento verso l'imparzialità c'è stato, forse più per ragioni di immagine a livello internazionale. Infatti «è stato rimosso dalla poltrona di presidente della commissione elettorale l'odiato Vladimir Churov, considerato da tutti una marionetta del Cremlino, e al suo posto è stata nominata Ella Panfilova, ex commissaria ai diritti umani stimata dalle opposizioni. In secondo luogo si è consentito anche a storici avversari in precedenza tenuti al margine o esclusi dalla vita politica di partecipare alla competizione elettorale. Come è successo all'ex primo ministro Mikhail Kasyanov, molto critico nei confronti di Putin, o a Mikhail Khodorkovsky, considerato un acerrimo nemico del presidente, […]. Anche il Parnas, Partito del Popolo per la Libertà dell'ex vice premier Boris Nemtsov, altro storico avversario del capo di Stato, ucciso in strada a Mosca nel febbraio del 2015 a colpi di arma da fuoco, ha ricevuto il via libera, […]. In ogni caso le elezioni, seppure sono state aperte a molti, non sono certo per tutti. Tra gli esclusi c'è ad esempio Aleksei Naval, attivista divenuto famoso per la sua battaglia contro la corruzione, ex candidato sindaco a Mosca, definito dal Wall Street Journal come “l'uomo che Putin teme di più”, il cui Partito del Progresso non ha ottenuto il via libera alla registrazione» [3].
Sondaggisti e analisti danno in calo il Russia unita che dovrebbe scendere al di sotto della maggioranza assoluta ma continuare a legiferare in tutta tranquillità e probabilmente l'unico partito ad approfittare sarà il Partito liberal-democratico che rischia di raddoppiare i propri seggi [4].
La disaffezione è tanta per una situazione interna critica anche se la Russia non è sull'orlo del baratro come da più parte sui media occidentali si scrive. Un'economia fortemente ancorata alla produzione e all'export delle materie prime dopo il crollo dei prezzi ha subito un notevole arretramento che si riverbera automaticamente sulle regioni della federazione che in molti casi vivono sui trasferimenti di denaro da Mosca come nel caso della Cecenia (85% del bilancio) o l'Altai (75%). Ad aggravare la situazione si sono aggiunte le sanzioni dopo l'inizio della guerra in Ucraina e l'annessione della Crimea. E così i salari e gli stipendi hanno visto erodere il loro potere di acquisto e i servizi essenziali diminuire tanto che l'aspettativa di vita è diminuita. Senza parlare del livello di corruzione a molti livelli.
Tutto questo una buona parte della popolazione non l'addebita a Putin nonostante abbia tutte le leve del potere nelle sue mani. Putin con il suo ruolo e il suo decisionismo armato ha ridato lustro alla posizone di superpotenza sullo scacchiere mondiale. «La vita delle singole persone potrà anche essere miserabile, ma l'importante che la Russia torni ad essere rispettata o, meglio ancora, temuta. Per molti i due termini sono sinonimi» [5].
Pasquale Esposito
[1] Sophie Tavernese, “RUSSIA: Putin ratifica le leggi più liberticide dell'epoca post-Sovietica”, http://www.eastjournal.net/archives/74890, 15 luglio 2016
[2] Martina Napolitano, “RUSSIA: Elezioni parlamentari del 18 settembre, gli improbabili colpi di scena”, http://www.eastjournal.net/archives/75636”, 9 settembre 2019
[3] Paolo Tosatti, “Per Putin incertezza impossibile nelle urne”, , 17 settembre 2016
[4] Maryna Orlovska, “Elezioni russe, per l'analista Fedorov Russia unita dato ancora vincente”, http://it.euronews.com/2016/09/15/elezioni-russe-per-l-analista-fedorov-russia-unita-dato-ancora-vincente, 15 settembre 2016
[5] Alice Bota, “Perché tutti amano Putin”, Die Zelt, Internazionale, 16 settembre 2016, pag. 39
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