Elezioni in Turchia. Potrà esserci un dopo Erdoğan?

Turchia Istanbul
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Una delle elezioni più importanti di quest'anno è quella che si terranno in il prossimo 14 maggio e non solo per i suoi cittadini.
A dire il vero le votazioni sono già cominciate per coloro che sono registrati come elettori all'estero come in Germania, la nazione che ospita il più alto numero di votanti turchi, circa 1,5 milioni di aventi diritto.

Le elezioni in Turchia riguardano il rinnovo della Presidenza della Repubblica e della Grande Assemblea Nazionale, il parlamento del paese composto da 600 deputati. L'elezione del presidente avviene con un sistema maggioritario a doppio turno; se al primo nessuno raggiungerà la maggioranza assoluta dei voti si andrà al ballottaggio il 28 maggio.
A concorrere per la presidenza ci sono quattro candidati [1], tutti uomini: il presidente uscente Recep Tayyip Erdoğan del Partito della Giustizia e dello Sviluppo (AKP) e che è alla guida del paese dal 2003, Kemal Kılıçdaroğlu del Partito Popolare Repubblicano (CHP), Muharrem İnce del Partito della Patria (MP) e Sinan Oğan del Partito del Movimento Nazionalista (ATA). Di fatto saranno i primi due a contendersi la presidenza con lo sfidante Kılıçdaroğlu, secondo l'ultimo sondaggio pubblicato da TEAM, in vantaggio al primo turno con il 47,4% rispetto 44,4% di Erdoğan che sarebbe battuto del 5% anche al ballottaggio [2].

Entrato per la prima volta in Parlamento nel 2002 per il CHP, Kemal Kılıçdaroğlu ha settantaquattro anni – e la sua età potrebbe essere un limite – nato da una famiglia della borghesia, laureato in economia ha ricoperto ruoli finanziari ed economici di alto livello nelle istituzioni turche, tra cui il Ministero delle finanze, la Direzione generale delle entrate, nonché è stato membro del consiglio di amministrazione di Turkey Is Bank, la più grande banca privata del Paese in termini di asset [3]. Kemal Kılıçdaroğlu è sostenuto dalla coalizione di centro sinistra Alleanza Nazionale e, dalla scorsa settimana, il principale partito filo-curdo, il Partito democratico popolare (HDP) e i suoi alleati si sono aggiunti alle forze che lo appoggiano. Un sostegno non da poco perché alle precedenti elezioni politiche nazionali aveva ottenuto più del 10% dei voti.
Kılıçdaroğlu gode di una reputazione di uomo onesto e le sue battaglie sono contro la corruzione, «in un paese minato da traffico d'influenza, tangenti, riciclaggio di denaro e tratta di ogni genere» [4].

In pura continuità con l'esercizio autocratico del potere, Erdoğan e il suo governo ha proseguito nella sua politica di repressione delle opposizioni e, non più di qualche giorno fa, la polizia ha arrestato più di cento persone tra cui avvocati, giornalisti, esponenti di ong, attori e anche un politico con la solita operazione di antiterrorismo. Senza contare le varie azioni di gruppi ultranazionalisti vicini ai partiti di governo che continuano a contestare ed attaccare  giornalisti, opinionisti, commentatori e chiunque critichi l'operato di Erdoğan.

Ci sono evidenti rischi per la transizione democratica come già accaduto in diversi altri paesi, USA in testa, con élite autocratiche, populiste o dittatoriali che hanno ostacolato o impedito il cambiamento. Infatti, secondo Andrew Wilks, giornalista freelance con sede ad Ankara, «le speranze di una transizione graduale se l'opposizione avesse successo nelle votazioni presidenziali e parlamentari del 14 maggio o di un potenziale ballottaggio per la presidenza due settimane dopo sono state offuscate dai commenti minacciosi di alti esponenti del governo che indicano un rifiuto di cedere il potere. “La mia nazione non cederà questo paese a colui che diventerà presidente con il sostegno di Qandil”, ha detto lunedì il presidente Recep Tayyip ai sostenitori ad Ankara. Le montagne Qandil al confine tra Iraq e Iran sono la base principale del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), che da 39 anni conduce un'insurrezione contro lo stato turco. Tuttavia, mercoledì il presidente è tornato indietro da quel commento, dicendo che la sua nazione non avrebbe permesso a qualcuno con il sostegno di Qandil di emergere come presidente dalle urne. Erdogan ei suoi sostenitori accusano spesso l'opposizione di avere legami con il PKK, che è elencato come organizzazione terroristica dagli Stati Uniti e dall'Unione Europea. Prendono di mira in particolare il Partito democratico popolare (HDP), che ha le sue radici nel movimento curdo» [5].

Inoltre l'opposizione sostiene che funzionari del governo sarebbero in trattativa con personaggi del dark web per manipolare il consenso, attraverso falsi audio, puntando a cambiare il voto.

Le campagne elettorali sono molto partecipate e ferocemente divisive in un paese che vive una profonda crisi economica, con livelli altissimi di inflazione e che paga e pagherà le conseguenze di un terremoto, gestito male, con circa cinquantamila vittime e oltre tre milioni di sfollati. Conseguenze non tutte addebitabili alla furia della natura a causa di regole antisismiche non rispettate e condoni diffusi.

Elezioni importanti non solo per la Turchia ma anche per tutta l'area, dal Medio Oriente, alla Libia, al Caucaso, all'Europa per gli accordi economici con Ankara per migranti e rifugiati che sono sul suo territorio, fino alla guerra in Ucraina.

Pasquale Esposito

[1] I candidati devono avere almeno 40 anni e devono avere un livello di istruzione superiore. Bisogna essere presentato da un partito o da una coalizione di partiti che abbiano ottenuto almeno il 5% dei voti nelle precedenti elezioni parlamentari. In alternativa gli indipendenti, per candidarsi, devo raccogliere almeno 100.000 firme  tra l'elettorato.
[2] Nazlan Ertan, Turkey's Kilicdaroglu pulls ahead of Erdogan in latest polls as campaign heats up, 1 maggio 2023
[3] Umut Uras, Who is Kilicdaroglu, Turkish opposition's presidential candidate?, 6 marzo 2023
[4] Zafer Sivrikaya, Turquie: à l'approche des élections, Erdoğan mise sur la folie des grandeurs, 2 maggio 2023
[5] Andrew Wilks, Would Turkey's Erdogan accept an election loss after recent comments?, 3 maggio 2023

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