Elezioni presidenziali in Brasile. Sondaggi: Lula in vantaggio su Bolsonaro

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In Brasile la competizione per le elezioni si fa sempre più serrata, anche violenta per le divisioni che la politica di estrema destra del presidente Jair Bolsonaro ha contribuito a diffondere nel paese. Divisioni che sono diventate quasi rissa anche nel dietro le quinte del dibattito televisivo di domenica 28 agosto tra i principali candidati alle presidenziali. La sicurezza ha dovuto separare l’ex ministro dell’ambiente di Bolsonaro, Ricardo Salles e il deputato federale André Janones entrambi candidati alla carica di deputato federale; la miccia sarebbero stata accesa durante il discorso di Lula sui dati sulla deforestazione nel Paese.

L’ex presidente e candidato del Partito dei lavoratori brasiliano (PT) Luiz Inácio Lula da Silva è dato in notevole vantaggio da tutti gli ultimi sondaggi effettuati nel paese. Il presidente Bolsonaro del Partito liberale arranca anche se è in leggera rimonta.

Si andrà alle urne il prossimo 2 ottobre e si voterà per eleggere il presidente (12 candidati) e il vicepresidente, per rinnovare la Camera e il Senato e per eleggere 27 governatori statali. Al voto saranno chiamati tutti gli adulti sotto i settanta anni per i quali è obbligatorio andare alle urne e mentre il voto è facoltativo per i giovani di 16 e 17 anni. Fino a luglio 2020, oltre 119 milioni di elettori avevano le loro impronte digitali registrate su un sistema biometrico per poter votare. Gli elettori inserisco su una tastiera di un’urna elettronica il numero del candidato; questo vale anche per i governatori. Se al primo turno nessun candidato otterrà più del 50% si andrà al ballottaggio quattro settimane dopo.

Secondo l’ultimo sondaggio effettuato mercoledì 31 agosto da Quaest, Lula sarebbe al 44% delle intenzioni di voto contro il 32% del suo principale avversario Bolsonaro. Tra gli altri candidati, Ciro Gomes del Partito Democratico del Lavoro (PDT) è dato all’8%, Simone Tebet del Movimento Democratico Brasiliano (MDB) al 3%, Vera Lucia Pereira Da Silva Salgado del Partito Socialista Unificato dei Lavoratori (PSTU) e Felipe D’Ávila del Partido Novo sono all’1%.
Non è escluso che Lula vinca al primo turno. In caso di ballottaggio lo stesso sondaggio gli assegna la vittoria con il 51% dei voti contro il 37% di Bolsonaro [1]. Qualche giorno prima l’ultimo sondaggio condotto dal Datafolha Institute dava Lula al 47% e Bolsonaro al 32% al primo turno.

Durante il dibattito televisivo Lula ha ricordato soprattutto a Bolsonaro che durante la sua presidenza

«“Petrobras [società petrolifera di proprietà statale e quotata in borsa, ndr] ha raggiunto una capitalizzazione di 60.000 milioni di reais (…) siamo conosciuti per essere quelli che hanno investito di più in istruzione, lavoro, nella generazione di piccole e medie imprese”, e allo stesso tempo, Lula ha sottolineato che quando è arrivato al governo c’erano 3.500.000 di studenti e alla fine del suo mandato la cifra aveva raggiunto gli 8 milioni, “abbiamo anche difeso l’Amazzonia, mai nella storia siamo stati così rispettati nel mondo.”» [2].

Ma chi ha messo con le spalle al muro Bolsonaro, secondo Naiara Galarraga Gortazar, è stata la cinquantaduenne senatrice e candidata per MDB di centrodestra, Simone Tebet che

«gli ha ricordato che durante la pandemia “non è mai andato in ospedale ad abbracciare una madre che aveva perso il figlio”. Lo ha anche accusato del ritardo nell’acquisto dei vaccini, degli scandali della corruzione e della diffusione sistematica di fake news da parte del governo. [e] Dopo essersi dichiarata femminista, la senatrice ha chiesto a Bolsonaro “qual è il motivo di questa rabbia verso le donne?”» [3].

A proposito di fake news, durante il dibattito Bolsonaro ha sostenuto che l’inflazione negli ultimi 12 mesi in Brasile è inferiore a quella degli Stati Uniti quando è l’esatto contrario 11,8% vs ‘8,5%.

Sulla questione della poca rappresentanza femminile Lula non ha dato rassicurazioni quando non ha confermato che il suo governo poteva essere equamente suddiviso tra uomini e donne. Altro tema sottolineato sempre dalla Gortazar è quello del razzismo strisciante, «sebbene il 56% dei brasiliani sia meticcio o nero, la parola razzismo non è stata usata e sia i candidati che i moderatori che i giornalisti che hanno posto le domande erano bianchi» [4]. E i nativi fuori dal dibattito.

Il Brasile non si è ripreso dopo la pandemia, rischia la recessione, l’inflazione cresce e colpisce soprattutto i percettori di basso reddito, la disoccupazione resta elevata. «Preoccupano anche gli indici di fame e povertà strutturale: secondo una recente inchiesta a livello nazionale, sono ben 33 milioni i brasiliani che oggi soffrono la fame, mentre il 59% delle famiglie convive con un grado di insufficienza alimentare, non riescono cioè e mettere insieme tre pasti al giorno» [5]. Su questo insite la campagna di Lula.

Sulle elezioni però aleggia una domanda non troppo peregrina: Bolsonaro accetterà i risultati elettorali in caso di sconfitta? Non a caso Bolsonaro Bolsonaro, ex capitano dell’esercito e in diverse occasioni ha elogiato la dittatura militare brasiliana, è stato avvicinato e si è avvicinato a figure come l’ex presidente americano Donald Trump, l’ex presidente filippino Rodrigo Duterte o il dittatore egiziano Abdel Fattah al Sisi.

La rivista britannica The Economist in un lungo articolo fa una disamina delle possibili scelte di Bolsonaro che non sarebbero di facile applicazione ma non impossibili.

«In caso di sconfitta, Bolsonaro avrebbe a disposizione diverse settimane prima di dover riconsegnare la fascia presidenziale all’inizio di gennaio. E potrebbe impugnare legalmente il risultato facendo ricorso al Tse [Tribunale superiore elettorale, ndr]. Sono due le tipologie di azioni legali che possono essere inoltrate, spiega Henrique Neves, ex giudice del tribunale. Innanzitutto quella per un’indagine giudiziaria elettorale, che può essere presentata prima delle votazioni e in genere riguarda irregolarità durante la campagna elettorale. La seconda azione, più seria, è l’impugnazione di un mandato elettorale. La Costituzione brasiliana stabilisce che un mandato può essere formalmente indagato se ci sono prove di abusi economici (come spese elettorali illegali), corruzione (come l’acquisto di voti) o frode (per esempio manomissione delle urne). L’azione legale deve essere depositata entro quindici giorni dalla certificazione del vincitore, che avviene a dicembre. Se dovesse emergere un reato grave, il voto potrebbe essere annullato e potrebbe essere proclamato un nuovo vincitore» [6].

Nel frattempo è venuto a galla un’indagine che ha portato il giudice Alexandre de Moraes (Corte suprema) a ordinare alla Polizia federale di perquisire gli uffici e sequestrare i cellulari di otto persone (alcune conosciute da presidente) parte di un gruppo WhatsApp che avrebbe sostenuto un eventuale golpe.

Pasquale Esposito

[1] Lula mantiene ventaja de cara a elecciones en Brasil, 31 agosto 2022
[2] Finaliza primer debate de candidatos presidenciales en Brasil, 28 agosto 2022
[3] Naiara Galarraga Gortazar, Lula y Bolsonaro se enfrentan por la paga para los más pobres y la corrupción en el primer debate, 29 agosto 2022
[4] Naiara Galarraga Gortazar, ibidem
[5] Emiliano Guanella, Brasile: una poltrona per due, 25 luglio 2022
[6] Bolsonaro potrebbe manipolare le prossime elezioni in Brasile, The Economist, traduzione Davide Musso, 5 agosto 2022

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