
Il prossimo 12 dicembre si terranno le elezioni anticipate nel Regno Unito. Non è una chiamata alle urne come le altre: il suo risultato non riguarderà sono i britannici ma tutti gli europei.
Verranno eletti i 650 membri della Camera dei Comuni con il sistema maggioritario puro: l'Inghilterra, la Scozia, il Galles e l'Irlanda del Nord sono divisi in 650 collegi uninominali dove vince direttamente il seggio chi preso più voti.
Gli ultimi sondaggi danno per grande favorito, tanto da poter arrivare alla maggioranza assoluta, i Conservatori guidati dal premier uscente Boris Johnson. Questo successo sarebbe possibile anche grazie alla decisione del Brexit Party di Nigel Farage, grande vincitore alla elezioni europee dello scorso maggio, di non presentare, in diversi collegi, candidati del proprio partito per favorire gli uomini del premier e così assicurarsi che la Brexit venga portata a termine. Boris Johnson, infatti, anche in questa campagna elettorale ha garantito che traghetterà fuori dall'Unione europea il Regno Unito.
I sondaggi danno in crescita anche i Lib-dem, già in grande spolvero alle europee, che aspirano voti dai bacini laburisti per la loro determinazione a voler rimanere in Europa, senza se e senza ma. La giovanissima leader dei liberal-democratici, Jo Swinson ha sempre approfittato delle titubanze dei laburisti che ora, se dovessero vincere, organizzerebbero un secondo referendum. In un'intervista a Antonello Guerrera ha chiarito la sua posizione: «”Il Labour di Corbyn sostiene la Brexit, come Johnson e Farage. Noi no. Corbyn in Parlamento ha avuto tante chance di fermare la Brexit: non l'ha mai fatto”. Ma se l'unico modo per fermare la Brexit fosse un governo di minoranza con Corbyn a Downing Street? “Mai. Corbyn e Johnson sono disastrosi per il Regno Unito. Il Labour attuale non condivide i nostri valori liberali, vedi il vergognoso scandalo antisemitismo nel loro partito. Non esiste”» [1].
Il Labour Party deve guardarsi, in Scozia, dal Partito Nazionale Scozzese [2], nettamente in testa in Scozia dove pure sembrano andar bene Liberali. La Scozia non vuole uscire dall'Unione, anzi si prospetta un nuovo referendum per uscire dal Regno Unito.
Non sembra che l'ultimo confronto televisivo dello scorso venerdì abbia spostato dei voti, in particolare quegli degli indecisi.
Un'elezione fuori dai canoni come non accadeva da decenni, non solo per la questione Brexit ma per l'enorme differenza tra i programmi delle due forze maggiori. Jeremy Corbyn, leader laburista, simbolicamente ha presentato il suo libretto rosso dove si disegna un'architettura politico-economica completamente nuova, senza eguali nemmeno nei paesi ad economia avanzata, con la nazionalizzazione delle poste, delle ferrovie, dell'acqua, del gas, un nuovo impulso alla sanità pubblica che, smascherando le richieste di Trump per un negoziato commerciale che includesse i servizi pubblici, non è in vendita. Vuole una redistribuzione dei redditi a partire dall'aumento del salario minimo di almeno undici euro e poi intende colpire pesantemente tutti i grandi evasori, i grandi inquinatori. Previsti grandi investimenti e una sterzata a 360 gradi dell'economia verso la sostenibilità anche facendo nascere il Consiglio per gli investimenti sostenibili composto dal ministro delle Finanze, da quello dello Sviluppo economico e dal governatore della Banca d'Inghilterra che, insieme a sindacati e imprese, controllino la corrispondenza degli investimenti al rispetto degli obiettivi per un'economia sostenibile.
Il Partito laburista sconta in queste settimane le accuse di antisemitismo che da più parti sono arrivate. L'ultima delle quali dal gran rabbino del Regno Unito, Ephraim Mirvis che dal conservatore Times ascrive al leader laburista la colpa d'aver consentito «al veleno» antisemita di «mettere radici» nel partito.
Pasquale Esposito
[1] Antonello Guerrera, “Swinson sul ring «Prenderemo a pugni Johnson e Brexit»”, la Repubblica, 15 novembre 2019
[2] Alessandro Cipolla, “Sondaggi elezioni Regno Unito, chi vincerà? Johnson vuole la maggioranza per fare la Brexit”, https://www.money.it/sondaggi-elezioni-Regno-Unito-dicembre-2019, 9 dicembre 2019
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