
Donald Trump deve fare propaganda continuando a parlare alla pancia degli americani. E così mente sapendo di mentire. Il suo avversario alle elezioni del 3 novembre, Joe Biden non è un socialista e non ha un programma socialista né infrangerà il sogno americano. Ma il presidente uscente, accettando ufficialmente la candidatura, dopo aver promesso il vaccino per la Covid-19 entro la fine dell’anno, dieci milioni di posti di lavoro in dieci mesi l’ennesimo taglio delle tasse a vantaggio dei ricchi e delle grandi aziende, ha tuonato sostenendo che Biden «è il cavallo di Troia della sinistra estrema. Queste sono le elezioni più importanti nella storia del nostro Paese: ci sono due visioni, due filosofie, dovete decidere tra il sogno americano e l’agenda socialista»
L’ha ha detto alla chiusura della Convention repubblicana che ufficialmente lo incoronava di fronte a circa millecinquecento invitati assiepati sul prato della Casa Bianca, tutti rigorosamente senza mascherina e mentre fuori anche a Washington c’erano focolai di protesta che da mesi hanno riportato al centro la questione razziale.
Il 28 agosto 1963 Martin Luther King pronunciò alla fine della manifestazione a Washington il famoso discorso “I have a dream”. A quasi sessant’anni, negli USA, quel sogno è ben lontano dal realizzarsi.
Sicuramente i repubblicani e Trump durante queste ultime settimane di campagna elettorale alzeranno ancora il tiro sulla sicurezza sfruttando quanto va accadendo nel paese dove si protesta contro gli omicidi e le angherie della polizia contro la gente di colore. L’intervento durante la Convention repubblicana dell’ex sindaco di New York, Rudy Giuliani è uno dei tanti: «quando ero sindaco di New York la città era diventata sicura. Qualche anno fa invece i newyorchesi hanno eletto un candidato liberale. E a New York sono tornate le proteste e le sommosse. Non lasciate che i democratici facciano all’America quello che hanno fatto a New York. […] Non si può usare l’approccio democratico alla sicurezza, ovvero il non fare nulla. Un voto per Biden può portare questi disordini nelle vostre città e nelle vostre periferie. Trump invece lotterà fino allo stremo per difendere il nostro sistema di vita» [1].
E Trump non si è lasciato scappare l’occasione lanciando il monito agli americani: «il vostro voto deciderà se proteggiamo le leggi o se diamo carta bianca agli anarchici violenti, agli agitatori, ai criminali che minacciano i nostri cittadini».
E tutto questo senza mai accennare né alle cause né alle enormi responsabilità che l’amministrazione, i poliziotti, i governi locali hanno avuto nell’esplosione delle manifestazioni e rivolte.
Quello dell’uso della forza per spostare il verso di queste elezioni che al momento lo vede indietro, secondo tutti i sondaggi, al candidato democratico non è così peregrina. Infatti il Presidente, durante un’intervista su Fox News ha riproposto l’idea di sceriffi, forze dell’ordine, avvocati, procuratori generali per controllare la regolarità del voto, una vecchia tattica repubblicana, ora illegale, di impedire soprattutto alle minoranze di andare a votare. «Il Voting Rights Act vieta l’intimidazione o la coercizione degli elettori, una disposizione adottata per combattere le tattiche di lunga data che sono state utilizzate nel Jim Crow South [gli stati del Sud dove le leggi Jim Crow che servirono a creare e mantenere la segregazione razziale, ndr] per impedire ai neri di partecipare alle elezioni. Le tattiche includevano l’implementazione di deputati dello sceriffo e agenti di polizia alle urne. Le accuse di intimidazione degli elettori continuarono molto oltre la fine di Jim Crow. Gli elettori neri in Florida si sono lamentati delle fermate del traffico della polizia il giorno delle elezioni fino al 2000, secondo un rapporto sulle elezioni presidenziali del 2000 da parte della Commissione per i diritti civili degli Stati Uniti. Nel 2010, i sostenitori hanno accusato la polizia della Carolina del Nord di soppressione degli elettori dopo aver istituito posti di blocco del traffico tra complessi di appartamenti principalmente neri e luoghi di voto» [2].
A proposito di come le forze dell’ordine sono oramai diventate una sorta di forze di occupazione a partire dall’11 settembre, spostando via via l’attenzione dai pericoli di terrorismo esterno/importato a l’ordine interno, consigliamo la lettura del resoconto fatto da Chris Gelardi su The Nation relativamente a documenti sottratti alla polizia che spiegano come sono andati organizzandosi a come agiscono e su quali informazioni, spesso di poco conto e non ben documentate, si basano[3].
E della pandemia, degli errori, del caos decisionale, dei morti?
In tutta la convention c’è stata la corsa a minimizzare e del resto «ci sono voluti 33 minuti prima che il presidente arrivasse al tema dell’emergenza sanitaria. Anche qui nessun tentennamento, nessun ripensamento di quanto fatto. “Abbiamo seguito fedelmente i dettami della scienza”, ha detto Trump. “A nessun americano è stato negato un tampone, anzi abbiamo fatto più tamponi che qualsiasi altro Paese. I respiratori sono arrivati ovunque negli Stati Uniti”. Trump ha sempre parlato del coronavirus al tempo passato, come se fosse qualcosa di ormai concluso» [4].
La vittoria democratica è ancora lontana perché Trump e i repubblicani continueranno a parlare alla pancia degli americani e proveranno a sfruttare qualsiasi occasione: da quella della sicurezza a quella di un vaccino più o meno funzionante, a quella di una prestigiosa azione internazionale. Trump ci aveva anche provato a rimandare le elezioni sapendo che non era in suo potere o potrebbe provare a delegittimarle insistendo sulla contrarietà al voto via posta che ritiene soggetto a frode.E poi ci sono gli indecisi che nelle elezioni del 2016 ebbero un ruolo determinante.
Gli indecisi su chi scegliere non sono della stessa numerosità di allora ma restano tanti e «per quanto forti siano le differenze tra Donald Trump e Joe Biden, milioni di americani non sembrano aver scelto tra i due. Sono il 10 per cento dei potenziali elettori che, a meno di tre mesi dalle elezioni, sono ancora tecnicamente “indecisi:”. […] una coorte abbastanza considerevole, in particolare negli stati chiave della sfida, per determinare potenzialmente il risultato del 2020. “Sono una popolazione relativamente piccola, ma sono certamente sufficienti per alterare il risultato”, afferma Chris Jackson, capo dei sondaggi pubblici presso Ipsos» [4].
Pasquale Esposito
[1] Alessio Sgherza “Giuliani: «Con i democratici a New York sono tornate le sommosse, con Biden sarà così tutta l’America»“, https://www.repubblica.it/dossier/esteri/elezioni-usa-2020-presidenziali-biden-trump/2020/08/28/news/convention_rudy_giuliani_new_york-265657597/?ref=RHPPTP-BS-I265409648-C12-P8-S6.3-T1, 28 agosto 2020
[2] Rosalind S. Helderman, Josh Dawsey e Matt Zapotosky, “Trump’s suggestion of deploying law enforcement officials to monitor polls raises specter of voting intimidation”, https://www.washingtonpost.com/politics/trumps-suggestion-of-deploying-law-enforcement-officials-to-monitor-polls-raises-specter-of-intimidation/2020/08/21/4ff6407a-e3bb-11ea-8dd2-d07812bf00f7_story.html, 22 agosto 2020
[3] Roberto Festa, “Usa 2020, Trump chiude la Convention della sua realtà alternativa: successi su Covid, silenzio sulla crisi”, https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/08/28/usa-2020-trump-chiude-la-convention-della-sua-realta-alternativa-successi-su-covid-silenzio-sulla-crisi/5912948/, 28 agosto 2020
[4] Chris Gelardi,“US Law Enforcement’s Warrior Complex Is on Full Display in the Streets—and in Leaked Documents”, https://www.thenation.com/article/society/blueleaks-law-enforcement-blm/, 28 agosto 2020
[5] Jacob Jarvis, “Undecided Voters Were Key to Trump’s Win in 2016. Will They Deliver Again?”, https://www.newsweek.com/2020/09/04/undecided-voters-were-key-trumps-win-2016-will-they-deliver-again-1526824.html, 24 agosto 2020
-----------------------------
-----------------------------
Se sei giunto fin qui vuol dire che l'articolo potrebbe esserti piaciuto.
Usiamo i social in maniera costruttiva.
Condividi l'articolo.
Condividi la cultura.
Grazie