
La giornalista Elisabetta Castiglioni da oltre vent’anni ha ricercato le tracce tra archivi pubblici e privati sulla vita personale e artistica del “Piccoletto” nazionale, Renato Rascel. L’autrice, convinta che la scrittura creativa ”rasceliana” sia ancora attuale ed estremamente comunicativa ne ha raccontate le gesta con Renato Rascel. Un protagonista dello spettacolo del Novecento..
Il libro offre un itinerario critico attraverso la genesi e i retroscena delle sue opere e performance in grado di farne emergere la poetica e l’unicità. Autore originale, interprete raffinato e inconfondibile cantante, Renato Rascel seppe creare nelle sue imprevedibili performance un personalissimo stile, giocoso e riflessivo, incanalato sul fil rouge del surrealismo.
Forte di una inequivocabile personalità e del suo talento di “one man show”, l’eclettico Rascel si è districato con nonchalance tra avanspettacolo, rivista, commedia musicale, prosa, cinema, televisione, musica leggera.
Il suo personaggio stralunato e fanciullesco ha attraversato i più diversi generi dello spettacolo, instaurando un dialogo immediato col pubblico e spaziando dall’umorismo del “Corazziere” alla poetica dell’assurdo di Beckett e Jonesco, dalle commedie musicali di Garinei e Giovannini a canzoni “evergreen”, prima fra tutte Arrivederci Roma. Questo libro-saggio ricostruisce in dettaglio la sua arte anche attraverso un viaggio contestuale nella storia dello spettacolo italiano.

Di questa ragionata biografia artistica – dove spiccano anche interessanti progetti inediti – e si possono ripercorrere analiticamente le varie tappe della sua vita e lavoro per cogliere la misura della sua grandezza, ne abbiamo parlato direttamente con l’autrice Elisabetta Castiglioni.
Elisabetta, quando inizia questa passione per Rascel?
Sono passati oltre 20 anni dal dottorato di ricerca che ho avuto la fortuna di scrivere sulla sua arte, girando per archivi, emeroteche, biblioteche – in un mondo, ci tengo a sottolinearlo, ancora privo di Internet o social media – dove la scoperta di carteggi o copioni (anche inediti) , fotografie d’epoca e testimonianze raccolte di persona da suoi amici e colleghi era una benzina energetica che generava entusiasmo e curiosità nel volerne sapere di più, non solo sulla sua vita e i suoi lavori, ma su un’epoca di ricca formazione culturale della nostra storia.
Quale il tuo intendimento nel percorso di lavoro?
In quanti se lo ricordano? Renato Rascel, alias il “Piccoletto nazionale” era uno di quegli artisti poliedrici che poteva (e riusciva) a scrivere e interpretare ogni ruolo con entusiasmo, grinta e determinazione. Nato nel 1912 e morto nel 1991, Rascel ricopre l’attività di musicista, interprete, regista, compositore, ballerino, cantante, autore – in pratica un affabulatore della propria poetica, stralunata ed elastica – dagli anni Trenta agli Ottanta, toccando indistintamente le corde comiche e drammatiche, senza mai pretese intellettualistiche.

Oserei dire che il suo talento sia derivato dalla capacità di osservare intorno a sé quello che accadeva e di concentrarsi nel restituirlo – con situazioni sceniche, battute e interpretazioni surreali – tramite una propria creatività onirica e deliziosa, soprattutto spiazzante.
Se dovessi estrapolare una scoperta fatta su Rascel con il tuo lavoro?La sorpresa più grande è proprio di aver scoperto che la sua grandezza derivava dall’essere un autodidatta intelligente e “spugnoso”, capace di ascoltare lo spettatore ed intuirne i suoi umori: insomma, un autentico “servitore” dello spettacolo.
Il suo umorismo garbato produceva un genuino benessere mentale e il suo impegno nell’affrontare ogni nuova avventura – tra teatro, cinema, radio, televisione, musica, giornalismo e favole per bambini – si rifletteva in un apprezzamento e un sorriso della gente che vi si rispecchiava, incantandosi, per poi imitarne le arguzie più originali e così facendo collaborava a costruire un parziale subconscio immaginifico collettivo.
In ogni suo gesto, parola, azione e “riflessione” (come l’aver captato tra i primi la maestria eclettica di Gigi Proietti, tanto per fare un esempio), Rascel ha messo sia del suo che del nostro. Il percorso che ho voluto dedicargli è al contempo cronologico ma anche sincronico, diviso per i diversi linguaggi scenici che ha affrontato – sul palcoscenico come sul set e sul piccolo schermo – ed interfacciato costantemente dal suo genio musicale – autoriale e compositivo – e da un umorismo raffinato che sa tradursi in immediato gesto ammiccante, data la forza esplosiva della sua presenza scenica.
Il “caratteraccio” di Rascel? Molti lo ricordano per questo. Da profana lo considero professionismo.
L’hai mai incontrato personalmente?
Non l’ho conosciuto personalmente, ma l’ho “respirato” per un triennio sulla carta di copioni, libri e giornali, e tramite la voce di chi lo ha conosciuto, ma soprattutto attraverso i racconti della persona che gli è stata accanto – nel pubblico e privato – per oltre 20 anni, Giuditta Saltarini. È grazie a lei che ho percepito le parole di un marito che le narrava i colori del suo passato prima del loro incontro; è con lei che Rascel rappresenta uno dei rari esempi di realizzazione simbiotica della coppia nella vita e nell’arte; ed è, infine, attraverso la sua disponibilità ad aprire certi armadi, che si è potuto godere di questo brandello di storia che a molti può far piacere ricordare.
Questo non è un libro di aneddoti, ma un sentito e modesto tentativo di ricostruire la memoria tramite una documentazione precisa che conduce a ragionamenti, ipotesi, supposizioni.
Sperando che le nuove generazioni si appassionino al lavoro di ricerca, non con i “copia-incolla” da Internet, ma con un preciso lavoro di inchiesta, e che si interessino a quel pezzo di spettacolo italiano di cui Rascel era contemporaneo. E ce ne sarebbe ancora moltissimo da recuperare e riscoprire…
Daniela di Monaco
Elisabetta Castiglioni
Renato Rascel. Un protagonista dello spettacolo del Novecento
Iacobelli Editore, 2022
pagine 400
€ 19,00
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