Ennio: l’appassionato omaggio di Tornatore a un compositore geniale

Ennio Morricone
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Ennio Morricone (1928-2020) è stato un compositore e arrangiatore di geniale creatività, estremamente innovativo e incredibilmente prolifico.

Nel corso della sua lunga carriera ha composto oltre cento brani di musica classica (o musica contemporanea o sperimentale che dir si voglia), arrangiamenti per decine di canzonette che hanno determinato e definito il sound degli anni sessanta della musica leggera italiana e, soprattutto, colonne sonore per oltre 500 film che gli hanno consentito di ottenere fama mondiale, premi di ogni tipo (compresi due Oscar), onorificenze italiane e straniere e l’immancabile stella nella Hollywood Walk of Fame.

Giuseppe Tornatore, l’affermato regista di Nuovo Cinema Paradiso, La leggenda del pianista sull’oceano, Malèna, Baarìa e altri film di successo, amico di lunga data di Morricone, gli rende un omaggio appassionato e rigoroso (due aggettivi che ben potrebbero riferirsi a tanta musica del Maestro) con questo lungo docufilm di oltre 150 minuti che ci aiuta a conoscere un artista iconico e assolutamente geniale.

Il film si compone di un lungo monologo di Morricone che ripercorre la sua vita e la sua carriera, dagli studi al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma agli ingaggi come trombettista (o, meglio, trombista come correttamente il Maestro definisce il suonatore di tromba) in varie orchestrine romane per spettacoli di varietà; dal lavoro di arrangiatore di musica leggera per la casa discografica RCA (che lo porterà a firmare un’infinita serie di grandi successi per cantanti quali Gianni Morandi, Mina, Edoardo Vianello, Gianni Meccia, Gino Paoli, Paul Anka, Miranda Martino e tanti altri) alla realizzazione delle colonne sonore.

E, in quest’ambito, dalla collaborazione con Sergio Leone (suo compagno di classe alle scuole elementari) grazie alla quale inventa un sound che diventerà il segno distintivo di un intero genere cinematografico (quello del cosiddetto spaghetti-western) alle collaborazioni con quasi tutti i più importanti e significativi registi italiani (da Bernardo Bertolucci a PierPaolo Pasolini, da Gillo Pontecorvo a Giuliano Montaldo, da Elio Petri ai fratelli Taviani) e, dalla fine degli anni 70, con molti importanti registi stranieri (da Terrence Malick a John Carpenter, da Samuel Fuller a Roland Joffé, da Brian DePalma a Quentin Tarantino).

Ennio Morricone

Il lungo monologo di Morricone è inframmezzato da brevi interventi dei tanti cantanti, attori, musicisti e registi che l’hanno conosciuto e che arricchiscono il suo racconto con commenti e aneddoti, contribuendo a metterne in luce la personalità, il carattere, il metodo di lavoro.

Il tutto è ulteriormente intervallato da spezzoni dei film di volta in volta citati i quali danno vita, con suoni e immagini, ai racconti di Morricone e ci offrono alcuni efficaci esempi della sua straordinaria creatività e inventiva. Non mancano infine alcuni filmati di repertorio che illustrano le vicende narrate e ci mostrano il Maestro nell’atto di dirigere le proprie partiture.

Tornatore si pone totalmente al servizio del film, rispettandone sempre il carattere rigorosamente documentaristico, con la macchina da presa spesso fissa sul volto di Morricone o dei tanti commentatori, quasi a voler richiamare la nostra attenzione sulle parole enunciate, sottolineandone così l’importanza.

Non c’è l’utilizzo di movimenti o inquadrature particolarmente ricercati. Bastano a emozionarci i primi piani del volto e delle mani del Maestro che ci spiega, con naturalezza ed entusiasmo quasi infantili, come sono nati tanti capolavori, che ci canticchia alcune delle sue più note melodie, che ci imita il suono particolare e, a volte, insolito e bizzarro degli strumenti utilizzati.

Non mancano un paio di momenti di commozione, come è inevitabile che sia quando si ripercorre col pensiero tanta parte della propria vita passata e si ricordano tante figure importanti che l’hanno attraversata. Il Maestro li risolve, con il rigore e la compostezza che ne hanno sempre costituito il suo carattere distintivo, con un leggero tremito delle labbra e con un breve momento di silenzio che, sottolineato dall’inquadratura fissa del regista, dice più di tante parole.

La mano di Tornatore, che ha frequentato a lungo Morricone stabilendo un rapporto di amicale confidenza e che è un regista dotato di grande sensibilità, si nota in due momenti davvero poetici ed emozionanti del film. In apertura, quando il Maestro viene ripreso nel soggiorno della sua abitazione mentre compie gli esercizi della sua quotidiana ginnastica con il rigore, l’impegno, la serietà, la quasi feroce determinazione che hanno improntato il suo operato durante tutta la sua vita.

E ancora, e soprattutto, nella scena successiva, ripresa anche alla fine del film, quando Morricone viene filmato nel suo studio, completamente circondato dal caos ordinato di libri, spartiti, giornali, manifesti, soprammobili, fogli di musica e appunti, mentre dirige una sua composizione.

Nell’espressione estatica del volto e nei movimenti del corpo, delle braccia, delle mani, dai quali sembra scaturire come per incanto la musica stessa, risulta palpabile l’emozione e la poesia. Tornatore riesce davvero, con questo suo appassionato e amorevole ritratto di Morricone, ad avvicinarci a un artista geniale che ci ha toccato tante volte il cuore con la sua musica immortale.

GianLuigi Bozzi

Ennio
Regia, soggetto, sceneggiatura Giuseppe Tornatore
musiche Ennio Morricone
fotografia Fabio Zamarion, Giancarlo Leggeri
montaggio Massimo Quaglia e Annalisa Schillaci
suono Gilberto Martinelli, Fabio Venturi
Una produzione B Produzioni Srl
prodotto da Gianni Russo e Gabriele Costa
Una coproduzione Potemkino (Belgio), Terras (Belgio), Gaga
(Giappone), Blossom Island (Cina)
Distribuzione internazionale Block 2 Distribution
Distribuzione italiana Lucky Red
In collaborazione con TIMVISION
ufficio stampa PUNTOeVIRGOLA
durata 150’

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