Enrico Macioci: Tommaso e l’algebra del destino

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Una giornata che sembra come tante: le incombenze della vita di una coppia in crisi e con un figlio da seguire e da sistemare in qualche modo. Il sole è alto e caldo ad agosto, e la vita si avvia sui soliti binari. ci porta, invece, a seguire le più o meno tragiche soprese che il destino sembra divertirsi a disseminare sul nostro cammino.

Tommaso è un bambino di cinque anni e mezzo e si ritrova, suo malgrado, ad essere, in maniera del tutto inattesa, il protagonista di una storia complessa e difficile. Quanti casi apparentemente fortuiti sono necessari a forgiare un destino? Quanti eventi sfavorevoli possono trasformare una giornata normale in una tragedia?

copertina romanzo Enrico Macioci Citazione 1
Il 14 agosto del 2014 Tommaso Rovere, cinque anni e mezzo, fu vittima di tante piccole sfortune che sommate tutte insieme comportarono una sfortuna molto grande.

La vita scorre quasi senza pietà e tutti sembrano chiusi nei propri progetti, pensieri e desideri. Sfilano via, i protagonisti di Macioci, attaccati ai loro telefonini, ai loro desideri, ai loro progetti.
Gli adulti, in particolare, sembrano incapaci di ascoltare i bambini e i figli quando una semplice parola o frase potrebbero riportare tutto alla normalità.
Il padre non ascolta davvero Tommaso.
I due fratelli che provano a portare aiuto a Tommaso, ormai rinchiuso da ore nell'auto del padre, non trovano ascolto da parte della loro madre e finiscono con l'essere travolti dal tempo e dalla fatica a farsi sentire.

Citazione 2
Giorgio Rovere discuteva al telefono con Rosalba Leandro, una collega trentacinquenne di Lépeso che, naufragato l'ultradecennale rapporto con il compagno storico, si era ritrovata sola.

Monadi impazzite, questi adulti che si muovono su veloci traiettorie – pedonali o in auto – che non li fanno incontrare o, al contrario, li portano allo scontro, alla violenza, all'essere inconsapevoli vittime o assassini.
Tommaso, chiuso nella sua navicella spaziale della vita, nell'abitacolo prima infuocato e poi freddo della macchina paterna, impara a parlare con sé stesso e giunge quasi a dominare i suoi fantasmi: piccole figure, piccoli giocattoli, piccole speranze, voci appunto di una vita che doveva essere normale.
Tommaso impara con una resistenza inattesa a capire che il tempo non porta soluzioni immediate e non appaga i nostri desideri quando essi si presentano. Tommaso, chiuso e prigioniero di in sediolino, che dovrebbe in realtà proteggerlo, sembra l'unico in grado di apprendere l'arte della saggezza e della pazienza.

Citazione 3
Il tuono scosse la città dalle fondamenta, sfogando l'immane energia accumulata dalla calura. Il velo delle nubi, spesso e come scaturito dalla bocca dell'inferno, si ruppe e riversò sulla terra cataratte simili a colonne.

Il destino crea quadri mostruosi distribuendo le colpe e le speranze. Non è lecito svelarvi troppo della composita trama di elaborata da Enrico Macioci.
Le cose hanno un'apparenza e una sostanza; ogni vicenda e ogni persona possono essere molto diverse da quelle che sembrano.
A salvare Tommaso giunge un accattone che ha deciso di vivere in disparte e che vede rifiorire in sé la voglia di vivere: nel salvataggio del bambino trova un compito che può indicargli il cammino. Sarà sufficiente questo a sottarlo alla sua sofferenza? Vincerà la sua voglia di sorridere o l'algebra del destino porterà ancora a risultati inattesi fatti di pregiudizi, paure, angosce che, ancora una volta, possono generare violenza?

Citazione 4
L'accattone non se la prese con l'auto che l'inzuppò; ci era abituato, gli capitava di continuo. Probabilmente la persona alla guida non l'aveva visto, e d'altronde per la società lui equivaleva a un fantasma.
Antonio Fresa

Enrico Macioci

SEM, 2020
Pagine 160; euro 16,00

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