
Sembra che le aziende del settore energetico non ne vogliano sapere di pagare la tassa del 25% sugli extraprofitti. Il presidente del Consiglio Mario Draghi, nel corso del suo intervento al Meeting di Comunione e Liberazione (CL) di Rimini del 24 agosto parlando delle imprese del settore energetico ha detto che
«hanno registrato utili senza precedenti solo a causa dell’aumento dei prezzi dei combustibili fossili – un aumento che, allo stesso tempo, penalizza la maggioranza di cittadini e le imprese. È stato giusto chiedere alle imprese del settore energetico di contribuire di più – ed è essenziale che lo facciano, invece di rimandare o addirittura evitare di pagare quanto gli viene chiesto» [1].
L’acconto che avrebbero dovuto versare al Fisco le aziende del settore – sulla base dei calcoli del Ministero di Economia e Finanze – entro il 30 giugno è misero. È pur vero che bisognerebbe aspettare il 31 dicembre per fare i conti ma finora siamo a un miliardo di euro rispetto ai dieci previsti. Il Governo è dovuto nuovamente intervenire sul Decreto Aiuti bis che
«da un lato blocca la possibilità di ravvedimento operoso per le imprese che non abbiano pagato in tutto o in parte nei nuovi termini previsti (31 agosto per l’acconto e 15 dicembre per il saldo) e dall’altro dispone che le sanzioni si applicano «in misura doppia» a chi paga dopo questi termini (i precedenti erano 30 giugno e 30 novembre). Inoltre il decreto prevede controlli incrociati da parte dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di finanza sulle imprese che non hanno pagato il dovuto» [2].
Il pretesto per non pagarla potrebbe essere stato il modello di calcolo dell’imponibile su cui applicare l’imposta,
«perché la si ritiene infondata giuridicamente e si è scelto di attendere l’atto di accertamento, la conseguente cartella esattoriale ed impugnare il tutto davanti ai giudici tributari. In quella sede sollevare l’eccezione di incostituzionalità e portare la vicenda davanti alla Corte Costituzionale. Si è verosimilmente trattato del prudente apprezzamento degli amministratori di quelle società che hanno ritenuto, in quel modo, di difendere gli interessi dei rispettivi azionisti. È prevalentemente saggezza anziché elusione che, al limite, potrebbe intervenire al momento del calcolo della base imponibile. Su questo fronte, in poche settimane, siamo già a due documenti dell’Agenzia delle Entrate che sono entrati nel dettaglio delle modalità di calcolo dell’imposta ed hanno subito svelato le tante sfumature interpretative che possono portare le imprese a subire un minore o maggiore aggravio impositivo» [3].
Quindi gli interessi degli azionisti prima di tutto.
Fermo restando che bisogna far chiarezza sugli importi da tassare, gli extraprofitti derivanti da una situazione eccezionale, tra speculazione e guerra, dovrebbe avere livelli di tassazione ben maggiori del 25%. Una misura che sarebbe necessaria per avviare una redistribuzione e la conseguente riduzione delle disuguaglianze sociali.
Vediamo ora di che profitti si tratta per le aziende più grandi del settore.
Gruppo Enel: nel primo semestre 2022 ricavi sono cresciuti dell’85,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno passato; l’azienda dichiara che l’aumento “è riconducibile a tutti i settori di business, principalmente per le maggiori quantità di energia elettrica e gas vendute a prezzi medi crescenti e per le maggiori quantità di energia elettrica prodotte”.
Gruppo Eni: nel primo semestre 2022 l’utile netto rettificato è salito a 7,08 miliardi di euro, rispetto 1,2 miliardi del primo semestre 2021; ). l’azienda dichiara che i risultati “sono stati favoriti da un contesto di rafforzamento delle commodity energetiche: il Brent è cresciuto da 65 dollari al barile nel primo semestre 2021 a 108 dollari al barile del semestre 2022 (+66%); i prezzi del gas in Europa sono quintuplicati”.
Gruppo Edison: ricavi a 13,222 miliardi di euro rispetto a 4,120 nello stesso periodo del 2021, aumento dei volumi di vendita e dei prezzi le cause.
A2A – controllata dai Comuni di Milano e Brescia – ha dichiarato ricavi per 9,79 miliardi di euro, in aumento del 141,5% rispetto allo scorso. [4]
L’Alleanza Verdi e Sinistra italiana ha presentato un esposto alla Procura di Roma per aprire un’indagine per evasione fiscale e frode fiscale sui mancati versamenti delle aziende di settore.
Nel mentre le tabelle di Eurostat [4] ci ricordano che iIl tasso di rischio di povertà, la percentuale delle persone che hanno un reddito inferiore al 60% di quello medio disponibile, in Italia è cresciuto dal 20% del 2020 al 20,1% del 2021. Si tratta di 11,84 milioni di persone a rischio. E il dato è quello del 31 dicembre 2021 quando l’inflazione non era ai livelli di oggi.
Pasquale Esposito
[1] Intervento del Presidente Draghi al Meeting di Rimini, 24 Agosto 2022
[2] Enrico Marro, Decreto Aiuti bis, la versione finale: stretta per la tassa sugli extraprofitti, 10 agosto 2022
[3] Giuseppe Liturri, Eni, Enel, A2a, Edison. Funziona la tassa draghiana sugli extraprofitti?, 22 agosto 2022
[4] Simone Borghi, Con il gas alle stelle, boom di ricavi e profitti per le major italiane dell’energia, 24 Agosto 2022
[5] Eurostat: cresce rischio povertà in Italia, 20,1% nel 2021, 24 agosto 2022
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