Europa: ricerca e innovazione per la sanità pubblica

Parlamento europeo
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Una risoluzione votata con favore a Strasburgo, lo scorso mercoledì 12 luglio potrebbe dare una svolta alla sanità futura per l'Europa. Anzi se l'iniziativa come si spera prenderà corpo potrebbe diventare un esempio unico al quale riferirsi; un modello magari da esportare ovunque visto che riguarda la salute collettiva. Il ha approvato il rapporto presentato sulla Pandemia lezioni apprese e raccomandazioni per il futuro con 385 voti favorevoli e 193 contrari e 63 astenuti mostrando di voler ripercorrere una strada nota per gli europei che dal 28 settembre 1954 indicarono la possibilità di creare un Consiglio Europeo per la nucleare  questa volta però dedicato alla salute collettiva.

A dare spinta concreta all'iniziativa a matrice italiana sono stati l'economista torinese Fabrizio Barca, già ministro per il Sud nel governo Monti, all'interno del Forum Disuguaglianze e Diversità che poi godrà di sviluppi grazie a Massimo Florio, professore di Scienza delle Finanze dell'Università di Milano, ed anche un gruppo internazionale indicato dallo Science and Technology panel del Parlamento Europeo.

L'iniziativa è stata comunque accolta con successo ed è stato fissata per il 28 settembre 2023 la discussione nel Parlamento Europeo sulla possibilità di realizzare una iniziativa pubblica di ricerca biomedica in grado di sviluppare nuove molecole da usare terapeuticamente, ma anche vaccini, metodi diagnostici e nuove tecnologie utili alla salute collettiva. Il sostegno dell'iniziativa dovrebbe essere a carico dei governi dell'EU ed anche aperta ad altri paesi.

La missione di valorizzare le migliori espressioni delle Università europee nel settore, delle iniziative no-profit ma con la caratteristica di non produrre nulla che goda di esclusive sui . Riassumendo in un breve slogan l'idea è di trasformare in bene pubblico l'innovazione biomedica come sintetizzato durante una intervista a Micromega da Massimo Florio il 5 gennaio scorso [1]. Durante l'intervista si è anche richiamato il ricordo, apparso durante la sua drammaticità nei momenti più duri della pandemia, durante i quali governi, ma anche fondazioni private, elargivano somme ingenti alle aziende che avevano in studio proposte vaccinali che, una volte realizzate, concorrevano alla realizzazione di profitti enormi – qualcuno ha ipotizzato del 900%- . Il paradosso che risultò è che questi finanziamenti pubblici verso privati contribuirono a produrre vaccini che salvarono vite ma malgrado fossero ottenuti con investimenti provenienti da governi non liberarono i brevetti che avrebbero consentito produzione e distribuzione,se non in piccoli casi, agli Stati poveri del mondo. Portato ad esempio il caso Pfizer e l'amministrazione Biden che, come riferito da Wall Street Journal e Reuters, hanno sottoscritto accordo per la fornitura di 105 milioni di dosi a 30 dollari cadauno equivalenti ad un totale di 3,2 miliardi di dollari che significano profitti del 900% se si ipotizza il costo di una dose di vaccino ad m-Rna stimato tra 1,2 e 3 dollari. La stima è derivante da studi indipendenti dell' Imperial College di Londra, Light e Lexcitin e Journal of the Royal Society of Medicine. Altro dato significativo delle inefficienze quando si opera in emergenza e senza che i piani sanitari fossero stati aggiornati in tema di pandemia è anche quanto risultato dal piano di vaccinazione nei paesi poveri con le organizzazioni tipo GAVI vaccine Alliance.

Sono anche partite iniziative da sostenere come una lettera aperta [2] che ha visto tra promotori ed aderenti personaggi significativi del mondo sanitario e dell'associazionismo connesso. Hanno aderito tra gli altri: Massimo Florio e Fabrizio Barca dal Forum Disuguaglianze e DiversitàSilvio Garattini del “Mario Negri”,  Giuseppe Remuzzi dell'Università di Milano, Vittorio Agnoletto, Nicoletta Dentico, Roberto Romizi, Giuseppe Masera dell'Università Milano Bicocca ed anche le ex ministre della sanità Rosy Bindi e Giulia Grillo. Le ipotesi però dicono che serviranno una ventina di anni affinché si possano avere progetti in ricerca biomedicale non prevista dall'industria farmaceutica. Occorre che sia dato acquisito che la salute sia individuata come imprescindibile bene comune e supportata dai sistemi sanitari dell'Europa.

Leggere la risoluzione del Parlamento Europeo di mercoledì 12 Luglio [3], dal punto 599 e successivi, nella sezione denominata Autonomia strategica aperta, depone favorevolmente per il raggiungimento di questo imprescindibile punto sulla salute collettiva. Ne riportiamo alcuni concetti illuminanti sugli scopi.

599. chiede che l'UE e gli Stati membri riducano la loro dipendenza da partner commerciali di paesi terzi per quanto riguarda i principi attivi, materie prime, farmaci essenziali e dispositivi medici, al fine di garantire un'autonomia strategica aperta a livello europeo; ribadisce la propria convinzione che l'UE deve rafforzare la resilienza delle catene di approvvigionamento dei farmaci e costruire la sua autonomia strategica aperta nel settore farmaceutico, diversificando le catene di produzione e approvvigionamento, promuovendo l'accumulo di scorte strategiche e aumentando la produzione e gli investimenti in Europa.

I punti successivi vogliono ulteriormente chiarire cosa andava fatto diversamente rispetto a quanto l'emergenza ha costretto ad accettare:

600. sottolinea l'importanza di produrre attrezzature mediche e farmaci critici nell'UE e di investire e sostenere le capacità produttive locali; invita a diversificare i fornitori e a prendere in considerazione il contributo che le PMI possono fornire a tal riguardo;
601. raccomanda che l'UE e gli Stati membri incoraggino una migliore condivisione dei dati sulle previsioni della domanda e dell'offerta tra le parti interessate, proiezioni più tempestive sulle potenziali carenze, comprese regolari relazioni standardizzate da parte dell'industria, e una maggiore trasparenza nella catena di produzione e distribuzione;
602. invita la Commissione e gli Stati membri a contribuire all'attuazione della risoluzione dell'OMS del 2019 sul miglioramento della trasparenza dei mercati dei farmaci, dei vaccini e di altri prodotti sanitari;
603. chiede di stilare a livello dell'UE un elenco di medicinali e trattamenti essenziali, prioritari e innovativi sulla base di medicinali critici, facendo affidamento sulle agenzie europee esistenti e sull'HERA, al fine di garantire la disponibilità di tali medicinali e trattamenti per i cittadini;

Approvando la risoluzione i deputati hanno approvato la relazione sugli insegnamenti tratti dalla pandemia in cui vengono analizzate le conseguenze e valutate le risposte fornite dall'Unione Europea e dai Sistemi Sanitari nazionali. Viene anche stabilita una tabella di marcia in previsione di future emergenze sanitarie. È anche noto che questa relazione non abbia peso legislativo ma è pur sempre una indicazione a trarre insegnamenti e a diffondere raccomandazioni che gli Stati membri della Commissione europea potranno recepire per una risposta comune alle minacce sanitarie.

Viene quindi ipotizzato di riproporre in sanità quanto da quel settembre 1954 si elaborò con lo schema CERN . Se si potessero ripercorrere le conquiste già vissute nel settore della ricerca nucleare, anche la salute nel futuro potrà contare in una fruizione migliore per tutti. A titolo di esempio si pensi che nel 1989 al CERN nacque Internet da idee di Tim Berners Lee e Robert Cailliau: il World Wide Web che il 30 aprile 1993 diventò di libero accesso per tutti. Significherebbe anche che sono giunti a destinazione gli insegnamenti che il contagio da Sars CoV-2 ha lasciato intorno a se anche se resta comunque ancora qualche lacuna che dovrà essere colmata sul quanto sia imprescindibile che la salute collettiva non possa fare a meno di sistemi sanitari pubblici efficienti e sostenuti da una ricerca sulla salute anch'essa pubblica. Vedremo se la costante crescita della privatizzazione in sanità, supportata dalle lobbies interessate, verrà fermata a favore del potenziamento dei Sistemi Sanitari Nazionali (SSN).
Emidio Maria Di Loreto

1] Daniele Nalbone,  Vaccini, così l'innovazione biomedica può diventare un “bene pubblico”, 5 Gennaio 2022
[2] – Microsoft Word – Appello_ITA_300922.docx (forumdisuguaglianzediversita.org)
[3] https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2023-0282_IT.html

 

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