
Fabrizio De André si era ritirato a vivere i Sardegna quando seppe che la PFM si esibiva in concerto a Nuoro e chiese un pastore suo amico di accompagnarlo in auto a vederli suonare, Fabrizio non guidava, il pastore lasciò le sue pecore e lo accompagnò.
Al concerto fece seguito un pranzo a casa di De André a base di vino e funghi, dei quali pare fosse un profondo conoscitore, fu durante quel pranzo che venne lanciata l'idea di fare un concerto insieme.
Tutti sconsigliarono sia a De André che ai componenti della Premiata Forneria Marconi di dare seguito a quell'esperimento di riunire in un'unica location il pubblico della canzone d'autore con il pubblico del rock, ma siccome come ci ricorda Dori Ghezzi “tutto quello che era rischioso ed improbabile per lui andava bene” accettò di affrontare questa impresa e cosa ancora più straordinaria, se pensiamo che detestava fare concerti e farsi riprendere, autorizzò le riprese video a condizione che non disturbassero.
Per anni Franz Di Cioccio ha avuto il rammarico di non aver nessun video del concerto con De André che si tenne a Genova il 3 gennaio del 1979, quando ha invece scoperto che di quella serata erano state autorizzate le riprese si è improvvisato investigatore ad ha rintracciato quello che era stato il cameraman di allora: Piero Frattari che essendo un accumulatore compulsivo aveva conservato le riprese.
Le immagini di quel concerto sono state restaurate e rese fruibili e costituiscono il cuore di un documentario del quale Walter Veltroni che ha curato la regia ha voluto preservare il più possibile la versione integrale per mostrarle senza interruzioni.
Nella prima parte del documentario possiamo ascoltare dalle voci dei protagonisti tutte quelle che furono le premesse di quella esperienza e ascoltare aneddoti personali del rapporto spesso turbolento che ciascuno di loro ebbe con De André.
Il gruppo di testimoni viaggia in treno, un viaggio che è soprattutto un viaggio nel tempo. Le immagini del capannone dove si tenne allora il concerto contrastano con il padiglione attualmente in rovina, tra poco non esisterà più, ma è un viaggio che attraverso i racconti serve a ricostruire quello che era il panorama sociale, culturale e politico del tempo.
L'approccio che i membri di PFM ebbero con i brani di De André fu quello che oggi si chiamerebbe “tailor-made”, Di Cioccio spiega che ciascun brano è stato vestito di una introduzione musicale specifica che serviva a far entrare il pubblico in quello che era un nuovo metodo di proporre i brani, un format di collaborazione tra generi musicali differenti in uso già negli Stati Uniti, ma sconosciuto in Italia.
Franco Mussida cita quella che possiamo dire essere la sintesi del pensiero di De André: “dai diamanti non nasce niente dalla merda nascono i fiori” che a distanza di tanti anni ricorda a conferma che Fabrizio era un grande intellettuale capace di avere un approccio da lucido visionario con la vita e quello che lo circondava.
Dalla demolizione del recinto di confine tra musica d'autore e musica rock che viene generata questa meraviglia.
Il ricordo di Patrick Djivas è quello di un ambiente lavorativo goliardico e di un uomo che sul palco non sente il peso della responsabilità del concerto solo sulle sue spalle, ma un De André rilassato perché ha la possibilità di condividere con altri.
Il ricordo di Dori Ghezzi è quello di un Fabrizio De André che detestava la tecnologia tanto da aver avuto un cellulare solo per pochi mesi prima di decidere di fargli il funerale e seppellirlo in giardino, di fronte ad una personalità così schiva risulta ancora più straordinario il suo consenso alle riprese di quella sera e miracoloso il loro ritrovamento.
Il docufilm Fabrizio De André e PFM il concerto ritrovato sarà nelle sale solo il 17, 18 e 19 febbraio e vuole costituire il fulcro delle celebrazioni nazionali per ricordare De André che il 18 febbraio avrebbe compiuto 80 anni.
Adelaide Cacace
“Fabrizio De André e PFM. Il concerto ritrovato”
Prodotto da Sony Music con Except
distribuito da Nexo Digital
Nel docufilm troveranno spazio: La canzone di Marinella, Andrea, Il testamento di Tito, Un Giudice, Giugno '73, La guerra di Piero, Amico fragile, Zirichiltaggia, Rimini, Via del campo, Avventura a durango, Bocca di rosa, Volta la carta, Il pescatore.
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