Fallo di mano, in difesa e in attacco, cosa cambia

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Dopo i moltissimi cambiamenti dell’anno scorso, l’International Football Association Board (IFAB), l’unico organismo che può intervenire sulle “Laws of the game” per la stagione 2020-21 non ha apportato grosse modifiche al regolamento del calcio (che, lo ricordiamo, ha valenza mondiale). C’è però un piccolo (secondo qualcuno grande) chiarimento che riguarda quello che potremmo definire il “mani in attacco“, ed anche del mani “classico”, quello commesso invece da un difensore, c’è ancora da parlare (ed eventualmente da litigare).

Partiamo dal mani in attacco: com’è noto l’anno scorso è stato introdotto il principio secondo cui un gol segnato o provocato da un tocco di mano anche accidentale di un attaccante va annullato perché contro lo spirito del gioco. Il calcio cioè “non vuole” che si faccia gol con le mani.

Come si è potuto vedere in Italia, si prenda ad esempio in particolare il gol annullato ad Ibrahimovic in Fiorentina-Milan, l’interpretazione data alla norma è stata piuttosto estensiva (o restrittiva a seconda dei punti di vista): sono stati annullati ad esempio gol, come appunto quello di Ibra, segnati una buona manciata di secondi dopo il tocco di mano/braccio incriminato (ricordiamo che stiamo parlando del tocco accidentale, che in condizioni normali, senza cioè un successivo gol, non verrebbe punito) e dopo che erano successe “un po’ di cose” (nel caso di Ibra almeno un paio tra rimpalli e dribbling). Chi è stato chiamato a interpretare la norma, segnatamente i cosiddetti “organi tecnici” che impartiscono le direttive agli arbitri, ha imputato questa severità alla lettera della regola, che recitava: “è un’infrazione se il calciatore ottiene il possesso/controllo del pallone dopo che questo ha toccato le sue mani/braccia E POI segna o crea un’opportunità di segnare una rete“.
Come è facile intuire l’equivoco si è creato su quell’E POI, che evidentemente non è stato sufficientemente chiarito/compreso nel passaggio dalle intenzioni del legislatore a quelle degli esecutori. Sia come sia, da quest’anno è stata fatta chiarezza con una correzione importante. La regola infatti è stata riscritta così: “è una infrazione se un calciatore, IMMEDIATAMENTE DOPO che il pallone ha toccato, anche in modo accidentale, le sue mani/braccia o quelle di un compagno, segna o crea un’opportunità di segnare una rete“.
Quell’ “immediatamente“, come si intuisce, restringe il campo d’azione in modo da rendere nulli soltanto quei gol che siano stati o segnati direttamente di mano o che col tocco di mano/braccio abbiano un rapporto diretto, che sia temporale o perlomeno causale: cioè gol segnati o davvero nel giro di uno-due secondi o comunque a seguito di una deviazione decisiva (vedasi ad esempio il gol di Veretout nel campionato scorso in Roma-Sampdoria, quando una deviazione fortuita di braccio di un compagno, nonostante avesse mandato il pallone fuori area apparentemente a danno degli attaccanti stessi, alla fine invece diventò un assist per il gol del francese).

Come sempre ci saranno casi limite (chi pensa di poter azzerare le interpretazioni soggettive nel regolamento del calcio non conosce il calcio) che potranno far discutere ma almeno ora c’è più chiarezza e soprattutto più condivisione dello spirito della norma tra chi l’ha scritta e chi dovrà applicarla.

Quanto al fallo di mano in difesa, a parte una specifica con tanto di curiosa vignetta su dove finisca la spalla e inizi il braccio (“alla base dell’ascella“) dopo la modifica dell’anno scorso che ha cancellato il presupposto (ormai superato nei fatti) della volontarietà per la punibilità non c’è stato alcun cambiamento. Anche qui però la differenza la fanno le interpretazioni.

Dopo il boom dei calci di rigore concessi nella scorsa stagione, molti dei quali per fallo di mano, l’ordine impartito dal responsabile Rizzoli ai suoi 48 arbitri (risultato della fusione degli organici di A e di B decisa quest’anno) è stato chiaro: basta rigori facili ed eccessi di severità, quando non proprio errori (poco) belli e buoni, la dinamica del gesto deve essere compresa dall’arbitro in campo e il Var deve intervenire soltanto in caso di svista clamorosa. Non può bastare un braccio largo insomma per fischiare un calcio di rigore, il famoso “aumento dell’ingombro” deve avvenire “innaturalmente“, un avverbio che i direttori di gara sembravano aver dimenticato.
Il paradosso è che mentre in Italia è stato fatto un passo indietro (non si guardi ai rigori di Roma-Juve, impossibili da non concedere) l’opposto sembra avvenire in Inghilterra, la patria per definizione del non-interventismo arbitrale. Dopo la reprimenda della Fifa sull’applicazione più uniforme rispetto al resto d’Europa del regolamento e del protocollo Var (che ormai ne è parte integrante avendo quindi la stessa forza di legge), gli arbitri inglesi paiono essere caduti in un eccesso di zelo e nelle prime giornate si sono visti rigori dati per falli di mano a danno di difensori pressoché o del tutto incolpevoli. E’ proprio il caso di dire, più realisti del re.

Lorenzo Fontani
Giornalista Sky Sport, esperto di regolamenti e conduttore della rubrica “Regoliamoci”

qui la Circolare 1 dell’IFAB con le modifiche regolamentari per la stagione 2020-21
https://www.aia-figc.it/download/settoretecnico/05_08_2020circolare%201%20202021%20ok.pdf

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