Francia. Elezioni amministrative: vince l’astensionismo, perdono Macron e Le Pen

francia marsiglia
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Le elezioni si sono svolte il 20 giugno e il 27 giugno per il rinnovo dei consigli regionali delle 13 regioni della Francia metropolitana e delle 5 della Francia d’oltremare. I risultati sono stati tutti a favore dei candidati uscenti lasciando a mani vuote sia Marine Le Pen che Emmanuel Macron.
Marine Le Pen, leader del partito di estrema destra Raggruppamento Nazionale (RN) e sfidante di Macron alle presidenziali del 2022 ha subito una sonora sconfitta che potrebbe avere qualche ripercussione nell’imminente Congresso del Partito il prossimo 3 e 4 luglio. A maggior ragione dopo la sconfitta nella Provenza-Alpi-Costa Azzurra dove al primo turno il suo candidato era in testa per poi essere sorpassato dallo sfidante dei Repubblicani (LR).
Eppure ci ha provato fino alla fine a richiamare i suoi elettori che secondo l’istituto OpinionWay in massa avrebbero disertato le urne. Forse paga l’attenuazione di certi toni e una qualche moderazione nelle scelte politiche come strategia per arrivare all’Eliseo.

Emmanuel Macron sembra essere poco interessato ai risultati delle elezioni amministrative dove il suo partito, La Repubblica in marcia (LaREM) senza una diffusa base locale non ha mai brillato. La sua attenzione è totalmente rivolta alla politica nazionale e alla sua rielezione il prossimo Aprile. Ha precisato che non ci saranno conseguenze a livello governativo e il Primo ministro Jean Castex rimane al suo posto.
A destra la vittoria dei repubblicani (38% dei voti) e l’ascesa della figura di Xavier Bertrand, ex ministro dei presidenti Jacques Chirac e Nicolas Sarkozy, nella regione industriale dell’Alta Francia dovrebbe dar da pensare a lui e al suo staff. Repubblicani che possono contare anche su altri leader ben comportatisi in queste elezioni: Laurent Wauquiez, ex presidente di LR e Valérie Pécresse, ex ministro di Sarkozy. Il primo e la terza non hanno avuto la necessità di apparentarsi con nessuno al ballottaggio.

A sinistra (34% dei voti) non è andata come alle municipali anche se il Partito socialista (PS) in alleanza o in solitaria mantiene le cinque regioni che aveva, mentre Europa Ecologia-I Verdi (EELV) non conquistano nessuna regione ma registrano più eletti. È la Francia d’oltremare a dare qualche soddisfazione perché i due territori francesi Reunion e Guyana sono passati da destra a sinistra. Resta il fatto che la sinistra non ha un vero collante o una figura in grado di poter impensierire, al momento, le candidature del centro e della destra. Un primo passaggio avverrà a settembre quando EELV farà le primarie interne per il 2022 e il Ps il suo congresso. Riusciranno a trovare un accordo su programma e candidatura unica?

Comunque vada siamo distanti dalle elezioni presidenziali e soprattutto siamo in una situazione in cui i francesi, come molte altri cittadini in giro per il mondo, continuo a fare i conti con un crisi che continua ad essere ancora sanitaria e questo rende una definizione delle politiche e degli schieramenti più fluida. Come l’astensionismo probabilmente dimostra.
Pasquale Esposito

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