
Alle elezioni presidenziali sarà Benoît Hamon a rappresentare i socialisti dopo una larga vittoria alle primarie e adesso inizia la campagna elettorale verso il 23 aprile prossimo quando si svolgerà il primo turno.
La corsa all'Eliseo vede una maggiore incertezza rispetto agli anni passati per la forza di quattro candidati. Del resto il bipolarismo era già morto con l'arrivo al centro del partito En Marche di Emmanuel Macron.
Per gli analisti, e non solo, una certezza esiste: il passaggio del primo turno, da vincitrice, della presidente del Front National, Marine Le Pen. Tutti i suoi sostenitori stanno rafforzando le loro convinzioni dopo l'arrivo alla Casa Bianca di Trump con tutto la sua determinazione a chiudere i confini nazionali da migranti e rifugiati.
Al momento l'avversario più accreditato è l'ex primo ministro François Fillon che aveva battuto Alain Juppé alle primarie del centrodestra e che i sondaggi darebbero per vincente a mani basse nel ballottaggio delle presidenziali. Ma Fillon è in cattive acque per il Penelopegate, dal nome della moglie Penelope, un'inchiesta giudiziaria preliminare deve accertare se la moglie abbia ricevuto compensi (500mila euro in otto anni) senza svolgere l'attività di assistente parlamentare del marito. Inoltre ci sarebbero altri 100mila euro in meno di due anni ricevuti dalla Revue des Deux Mondes, sembra all'insaputa del direttore, e per il quale è stato interrogato il miliardario Marc Ladreit de Lacharrière, proprietario dell'agenzia di rating Fitch [1].

Al ballottaggio delle primarie sono andati a votare oltre due milioni di persone cioè quasi il 4,5% degli iscritti alle liste elettorali. Benoît Hamon, il prossimo giugno compirà cinquant'anni, ex-eurodeputato e ministro dell'Educazione, ha ottenuto il 59% dei voti contro il 41% del suo avversario e l'ex-primo ministro Manuel Valls.
Sicuramente ha pagato per gli elettori della gauche le politiche economiche e sociali del duo Hollande-Valls e del resto Hamon faceva parte di quel gruppo di ministri che abbandonarono il governo Valls quando la sua politica virò verso scelte moderate.
Oltre alla protesta c'è stata la capacità del vincitore di mobilitare e organizzare, soprattutto nella prima fase della campagna elettorale, la sua rete nel Partito socialista, giovani studenti e sindacato come ha spiegato Fabien Escalona, politologo, specialista in socialdemocrazia e ricercatore a Grenoble. E poi, spiega sempre Escalona, è riuscito ad evidenziare le tematiche dimenticate della sinistra e a farlo riferendosi alla quotidianità, «il rifiuto dell'austerità, la volontà di superare la democrazia rappresentativa nelle modalità attuali, la preoccupazione per la questione ecologica coniugata a quella sociale … traducendole in proposte che si sono imposte nel dibattito come il reddito universale» [2]. Quest'ultimo detto da noi reddito di cittadinanza è stata fortemente criticato da Valls anche per gli impegni finanziari necessari. L'ex primo ministro avrebbe voluto reintrodurre la riduzione delle tasse sugli straordinari, mentre Hamon ha sostenuto l'abolizione della Loi du Travail (il Jobs act francese). Hamon si è detto favorevole alla legalizzazione della cannabis.
In generale una buona parte dell'ala moderata del Partito socialista, Valls incluso, sono sicuri che la vittoria di Hamon farà perdere l'Eliseo alla sinistra. Non solo ma «la sinistra ci ha messo molto tempo ad acquisire la capacità di governare, non dobbiamo perdere questa credibilità con le primarie» ha detto la ministra per la Famiglia, Laurence Rossignol, sostenitrice di Valls. «Hamon candidato è la scelta di una corbynizzazione dei socialisti, con un partito che rafforza i propri valori storici, ma che non considera utile il fatto di essere al governo», ha spiegato un altro sostenitore dell'ex primo ministro [3].
Il compito di Hamon sarà veramente arduo anche perché se vuole avere delle possibilità di superare il primo turno alle elezioni presidenziali dovrà cercare di riunire la sinistra o la stragrande maggioranza sotto la sua bandiera. Intanto mentre lui prova a dialogare con il Primo ministro, alcune personalità dell'ala destra si stanno spostando verso l'appoggio a Emmanuel Macron. Hamon deve convincere i Verdi e non dovrebbe essere complicato nonostante le divisioni interne, e Jean-Luc Mélenchon che vorrebbe guidare lui il raggruppamento.
Pasquale Esposito
[1] Anna Maria Merlo, “Fillon rischia il ritiro dalla corsa all'Eliseo per il caso Penelope”, il manifesto, 31 gennaio 2017
[2] Camille Bordenet, ‘'Fabien Escalona: «Le défi de Hamon, asseoir sa domination sur le Parti socialiste»'', le Monde, 31 gennaio 2017
[3] “Benoît Hamon sarà il candidato della sinistra francese”, il post, 29 gennaio 2017
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