
Ieri il Presidente Macron alla TV ha annunciato il passaggio alla ripartenza dopo mesi di “guerra” contro il coronavirus. Per farlo ha iniziato con l’annunciare che nell’Ile-de-France avrebbero riaperto le attività pubbliche di ristorazione. La riapertura di scuole, asili nido e le università che riapriranno i battenti il prossimo 22 giugno. E il 28 giugno si terranno le elezioni municipali.
Macron non gode di ottima salute politica per cui tutto il suo discorso, come ha brillantemente scritto Sylvain Courage su Le Nouvelle Observateur è stata un’acrobazia buonista alla ricerca di consenso politico, compresi il compiacimento per la gestione della crisi. E così “costruire un modello economico più forte e sostenibile, lavorare e produrre di più per non dipende dagli altri. […]. Con i sindacati e i datori di lavoro, abbiamo avviato trattative in modo che, in tutte le aziende, riusciamo a preservare quanti più posti di lavoro possibili […]. Questa ricostruzione deve anche essere sociale e unita, un risveglio attraverso la salute“. I francesi giudicheranno e loro non sono mai teneri.
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