Gabriella Greison: 1927 Monologo Quantistico

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Una vera perla, un monologo ideato e interpretato da Gabriella Greison, fisica nucleare, giornalista, scrittrice e interprete, tratto da uno dei suoi libri “L’incredibile cena dei fisici quantistici”.
l’abbiamo visto nel Palazzo Sormani, a Milano, dove il Teatro Menotti lo ha proposto nello spazio del cortile.
La Greison, ha affrontato con metodo e determinazione una ricerca storica di documentazione e raccolta di testimonianze, durata anni per arrivare, ricostruendo in maniera dettagliata del V convegno di Fisica organizzato dall’industriale Solvay a Bruxelles nell’ottobre del 1927, di quei giorni che culminarono con la cena di gala presenziata dai sovrani del Belgio.

La nostra sorridente anfitriona si è presentata in una calda serata d’estate cittadina milanese indossando un apparentemente poco adatto abito di satin verde a maniche lunghe, ma capiremo nel corso della serata come anche quell’inspiegabile abito faccia parte della nostra storia.

A ciascuno spettatore viene distribuita una copia della foto scattata nell’ottobre del 1927 a Bruxelles dove si incontrarono per una settimana di confronti serrati 29 scienziati di cui 17 avevano vinto o avrebbero vinto il premio Nobel in quello che sarà poi ricordato come il più grande convegno di cervelli della storia.

Nella foto possiamo facilmente riconoscere in prima fila Marie Curie, unica donna presente che aveva già vinto due premi Nobel in due diverse discipline; c’è Max Planck che aveva vinto il Nobel nel 1918; Niels Bohr antagonista per tutta la vita di Albert Einstein, seduto al centro, il cui confronto sarà proficuo per il lavoro di entrambi; Erwin Schrödinger, Nobel nel 1933, divenuto famoso grazie all’esperimento denominato paradosso del gatto di Schrödinger; il giovane Wolfgang Pauli, Nobel nel 1945; Paul Dirac, che condivise il premio Nobel con Erwin Schrödinger nel 1933, schivo e taciturno aveva l’aspirazione di trovare una teoria che includesse in se la bellezza matematica.

Gabriella Greison ci accompagna nell’incontro con le super star della Fisica prendendo per mano lo spettatore anche neofita della materia e ci sembra di guardare insieme a lei attraverso una tenda discosta i personaggi, le loro manie ,le loro ipocondrie. Li vediamo assorti nel tentativo di risolvere un problema o coinvolti in una diatriba scientifica, attraversiamo con la Greison, aggiungerei tra le professioni che la caratterizzano; guida storica e scientifica, la hall dell’Hotel Metropol di Bruxelles con i partecipanti di quell’incontro, li seguiamo fino alle loro camere dove sono andati a cambiarsi per la cena con i sovrani.
Gli uomini indosseranno tutti un abito scuro tranne Albert Einstein che metterà la prima cosa che gli era capitata.

Marie Curie per la seconda volta nella sua vita rinuncerà al triste e pratico abito nero per indossare un abito lungo elegante, verde, derogando al suo dress code sempre molto monacale. La scienziata aveva deviato dal suo solito abbigliamento anche qualche anno prima, indossando un abito blu impreziosito da piccoli fiorellini. quando si era innamorata del fisico e collega Paul Langevin che nella foto siede accanto ad Einstein che provava per entrambi grande stima professionale, ma questa è un’altra storia.

Gabriella Greison in 1927 Monologo Quantistico. Foto Gianfranco Falcone

Tante ricerche alla Greison sono servite anche per i dettagli della cena conclusiva di quella settimana a Bruxelles. Come erano disposti a tavola? Einstein e Bohr distanziati da quattro convitati per evitare discussioni a cena, Marie Curie e Langevin seduti agli antipodi perché la loro vicinanza non desse adito a pettegolezzi, l’elegante sovrana Elisabetta accanto ad Einstein con il quale si vantava di avere una amicizia epistolare. Che cosa mangiarono, di cosa parlarono?
Quello che è certo è che quei giorni determinarono il passaggio epocale dalla fisica classica alla fisica quantistica, menti non solo brillanti, ma libere e rivoluzionarie per i loro tempi, in grado di rompere gli schemi della compassata comunità scientifica si trovarono a discutere insieme, l’allineamento di 29 cervelli unici ed eccelsi paragonabile solo ad un raro evento astronomico segnerà la storia della scienza che non sarà più la stessa.

Quell’incontro sarà mito e leggenda irripetibile per generazioni di scienziati e non mancherà neanche una nota di poesia: Dirac ce la fece alla fine a trovare la sua bella teoria, nota ai nostri contemporanei come Teoria dell’Amore.

Se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possono più essere descritti come due sistemi distinti, ma in qualche modo, diventano un unico sistema. In altri termini, quello che accade a uno di loro continua ad influenzare l’altro, anche se distanti chilometri o anni luce.” Paul A.M. Dirac

Adelaide Cacace

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