
Un romanzo che ruota intorno al legame fra due amiche: Marie, la strabica, e Sylvie. La loro storia parte da un paese della campagna e le porta poi a cercare
anche a Parigi una serenità che sembra non arrivare mai.
Due ragazze, diversissime e molto legate, partono dal loro paese di origine in cerca
di lavoro e di fortuna. Sylvie è bella e intraprendente e sogna un futuro di ricchezza
e rivincita; Marie, la strabica appunto, è piccoletta e quasi rassegnata al ruolo che la
vita le ha dato.
Tra le due donne si crea col tempo una complicità che, nonostante la difficoltà delle
situazioni da affrontare, resisterà a tutti gli eventi.
Citazione 1
Era una vecchia storia, di almeno dieci anni prima, e in paese non se ne parlava
quasi più. Le due ragazze ne avevano saputo qualcosa da certe allusioni che il
signor Clément faceva ogni volta che doveva muovere un rimprovero alla signora
Niobé o a Louis, e del ragazzo diceva, con ferocia: “E’ figlio di un assassino!”.
Da un paese di campagna e fino a Parigi, le atmosfere che Simenon descrive sono
sempre cupe e quasi dolorose.
Il lavoro e la dedizione di Marie, nella semplicità della vita che sembra aver scelto,
non le impediscono di guardare alla sua avvenente amica Sylvie con un misto
d’invidia e di esecrazione.
Marie sembra capire le smanie dell’amica che continua a sognare una ricchezza che
la metta al riparo dal sentirsi per tutta la vista una sguattera.
In effetti, Marie, che non farebbe mai le scelte che Sylvie fa, osserva la vita
dell’amica quasi come se fosse un romanzo o un film.
Citazione 2
Lo avevano fatto per gioco. Avevano giocato spesso alla signora ricca e alla
cameriera senza che Marie se ne avesse a male.
La sera della cantina Sylvie non aveva pianto e ora non guardava il signor
Clément con ribrezzo, non faceva in modo di evitarlo, era calma e distaccata, così
sicura di sé che a Marie, pensandoci, venivano i sudori.
Eppure Sylvie, nella sua incontenibile smania di emancipazione, non sa rispettare le
semplici e protettive mete che Marie si è data.
Nell’amica, in effetti, Sylvie vede probabilmente quello che lei non vorrebbe
essere: una ragazza di paese che si accontenta di un lavoro poco nobile e di un
amore con un uomo quasi ridicolo.
Citazione 3
Ciononostante, erano passati altri tre mesi. Marie non era andata in rue Pichat.
Sylvie, peraltro, non si era mai aspettata che lo facesse. Né lei, del resto, aveva
l’indirizzo preciso di Marie in places des Vosges.
Sembra possibile raggiungere un equilibrio e crearsi un piccolo mondo di serenità.
Marie e Sylvie si perdono di vista per alcuni anni e ognuna, a modo proprio, cerca
di crearsi un possibile mondo in cui stare sicura.
L’incontro, avviato dal caso, le porta a guardarsi negli occhi e le costringe a fare un
bilancio dell’esistenza in cui non tutto torna.
Citazione 4
Un giorno era stata Sylvie a chiederle:
“ E tu, quanto mi detesti?”.
La Marie aveva ritenuto superfluo rispondere.
Il mondo si era ridotto al palazzo di avenue Foch e, di tutto il palazzo, a una sola
camera, dove una donna beveva evitando gli sguardi dell’altra e dove, la sera,
ciascuna nel suo letto, tendevano reciprocamente l’orecchio al loro respiro come se
avessero paura di perdersi.
Evento dopo evento, scelta dopo scelta, le due donne scoprono di essere rimaste unite e fedeli l’una all’altra.
Gli anni sono passati, le condizioni sono mutate, ma l’unica vera oasi di pace resta la loro stanza in cui Marie e Sylvie, amiche ormai da decenni, possono affidarsi l’una all’altra senza più paura di dover inseguire una soddisfazione che non arriva.
Antonio Fresa
Georges Simenon
Marie la strabica
Adelphi, 2019
Pagine 182; € 18,00
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