Gerusalemme (di nuovo) brucia.

Israele Gerusalemme est Cupola d'oro
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In queste ore, fatte soprattutto di interminabili notti, Gerusalemme e la Spianata delle moschee hanno ripreso a bruciare, in un inferno di guerriglia urbana, alla cui violenza e intensità non si assisteva da anni. Ci sono già numerosissimi feriti coinvolti, al punto che si è tornato a parlare di Intifada: da una parte i cittadini palestinesi, dall’altra il solito, spropositato contingente armato, costituito da esercito e polizia israeliani. Duecentocinquantamila palestinesi, che “sopravvivono” oggi nella parte Est della città, sono di nuovo nel mirino dei cecchini che ne vogliono l’allontanamento immediato e l’esproprio dalle loro case. L’attacco, in particolare nei confronti degli abitanti della zona di Sheikh Jarrah, quartiere storico della città, non ha giustificazioni reali, se non quelle da ricercare nella sete propagandistica del recentemente rieletto Primo ministro Benjamin Netanyahu, a cui serve un pieno di nuovi consensi per tornare a rafforzare il suo vacillante potere. Quanto sta accadendo in queste ore è in palese violazione dei diritti umani e internazionali, e da più parti arrivano richieste per un immediato “cessate il fuoco”, in particolare da Giordania, Egitto e ONU. L’Europa, invece, come al solito in modo subdolo e complice, preferisce tacere.

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