
Una strada impervia ci tocca attraversare nella lettura dell'ultimo lavoro di Giosuè Calaciura “Io sono Gesù”. Già il titolo porta in sé il peso di una storia che ha dell'incredibile e sovrumano, almeno per quello che sempre abbiamo sentito e che abbiamo studiato attraverso il percorso che altri hanno scelto di raccontare per noi. La curiosità spinge alla lettura di questo lavoro che ci si aspetta simile a molti altri e invece una pagina nuova si apre fornendo interpretazioni completamente lontane dal sapere comune.
Attraverso la lettura dei Vangeli Apocrifi, Giosuè Calaciura racconta il vuoto che caratterizza la figura imponente e ingombrante di quello che tutti conosciamo come il prediletto figlio di Dio dal nome Gesù dalla nascita fino al battesimo e, volutamente, non va oltre. Una vita normale è quella di questo Gesù bambino che come tutti è amato, coccolato e protetto dai genitori, ma sin da piccolo avverte una sorta di esagerazione nella protezione che gli riservano.
Cresce comunque sereno e, come in tutte le vite, il momento dell'adolescenza segna una sorta di rottura tra il ragazzo e la famiglia. Si rincorrono voci discordanti sulla gravidanza della mamma quasi bambina e la paternità di Giuseppe che, quasi a conferma della sua estraneità ai fatti, ad un certo punto senza dare spiegazioni sparisce dalla vita della madre e del figlio. Assistiamo così, quasi prendendone coscienza per la prima volta, a un abbandono e un primo tradimento del padre nei confronti di Gesù. Da qui si sviluppa la necessità di Gesù di partire alla ricerca del padre. Leggiamo di una serie di episodi e di incontri con personaggi che in realtà conosciamo perché narrati in modo completamente diverso nei Vangeli e in circostanze che hanno il sapore del miracoloso. La ricerca di te stesso la attui solo se impari a staccarti dalla famiglia e decidi di camminare sulle tue gambe, questo è un esercizio doloroso che comporta sacrifici, ma Gesù sente di dover fare decidendo di partire alla ricerca di questo padre. Abbandona la casa e la madre non senza dolore, ma con la necessità di ricercare la verità che solo il padre può dargli. Gesù è un adolescente e, come tutti gli adolescenti, ha l'urgenza di collocarsi in un tempo e in un luogo. Non sa decifrare e interpretare le vicissitudini della vita, stremato dal dubbio di non essere figlio di quel padre che da un giorno all'altro sparisce dalla sua vita.
È la storia di un abbandono che spesso abbiamo conosciuto, ma che releghiamo al mondo umano e non ci pare possibile tocchi anche ad un essere conosciuto come il prescelto del Dio Padre. Una vita da ragazzo comune è quella di Gesù adolescente che si innamora, sogna una vita futura con una compagna, sente il suo corpo attraversato dalla bellezza che solo l'amore sa dare. Eppure, mentre la storia sembra prendere una piega diversa da quella che conosciamo un nuovo abbandono e tradimento segnano questo giovane ragazzo. Da qui l'incapacità di andare avanti e il ritorno alla casa della madre che in tutto questo susseguirsi di vicende umane rimane sempre il pensiero ricorrente di questo ragazzo smarrito e insicuro cresciuto all'ombra di un dubbio esistenziale. Un racconto di una vita comune a molte altre, che pone più di un interrogativo su come una storia possa essere raccontata e a seconda del modo di narrarla essa assuma un aspetto sovrumano e inspiegabile. Quanto questo ragazzo è stato caricato di aspettative che forse non voleva o che semplicemente non gli appartenevano?
In Io sono Gesù c'è tutto un mondo di rimandi a quanto i desideri dei genitori condizionino la vita dei figli, costretti molte volte a soddisfare più gli altri che se stessi. C'è la mancanza di comunicazione che genera dubbi, incomprensioni e una rassegnata accettazione di un ruolo che non si vorrebbe dover interpretare. Un susseguirsi di sospensioni temporali che iniettano lo spazio circostante di inutili speranze e di ritrovate disillusioni.
È un uomo solo Gesù quando costretto a tornare a casa dalla madre cade preda della depressione che offusca la sua volontà.
Il tormento interiore logora i pensieri e le azioni. Si cammina da soli, ma si ha sempre bisogno di avere un punto di partenza che segni anche il nostro porto sicuro e un punto di arrivo per potersi esprimere ed essere se stessi. In queste pagine, Gesù è un uomo che non ha un punto di partenza e un arrivo, ha solo domande a cui nessuno vuole o sa dare risposte. Alla sofferenza attribuisce un colpevole “Dio deve essere un bambino ricco e capriccioso. Gioca a farci soffrire”. È smarrito come un comune mortale che non sa dare una spiegazione razionale alla vita che sa essere crudele e ingiusta.
È la storia di un uomo cui hanno cucito addosso un abito pesante e ingombrante come solo le aspettative genitoriali sono in grado di creare. Un uomo che voleva semplicemente vivere la vita di un qualsiasi comune mortale fatta di moglie, figli, lavoro e persino povertà purché normale.
Oggi come ieri, nell'assordante silenzio del non detto delle relazioni umane si cela il macigno pesante del dubbio e del tradimento. Nessun essere umano è libero da questo fardello, ma ognuno è destinato a portare sulle spalle quello che non riesce a capire e che farà di lui l'uomo che tutti conosceranno. Nel bene e nel male la nostra storia sarà conosciuta per quanto noi siamo in grado di decifrare del nostro destino, consapevoli che gli altri sono lì pronti a guardare come spettatori divertiti non riconoscendo il tormento che ci affligge. La muta rassegnazione ci impone una vita che non vorremmo vivere così si fa largo lo spettro della morte che assume le sembianze dell'unica salvezza.
Il pensiero della morte non sembra essere nella speranza di un mondo migliore oltre la vita, ma è il semplice e libero ragionamento di qualcosa che termina e che mette fine a una vita che ci sembra impossibile continuare a vivere. Non abbiamo bisogno di ulteriori sogni, speranze, illusioni di qualcosa di migliore riservato per noi in un altrove, abbiamo solo bisogno di esercitare la nostra libertà nel momento in cui la vita che viviamo non ha più alcun senso per noi.
Non è sempre vero che l'amore materno salva, alcune volte uccide.
Nicla Pirro
Giosuè Calaciura
Io sono Gesù
Sellerio Editore, 2021
pagine 288
€ 16,00
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