
Alle 16:50 Tom Dumoulin (INEOS) è stato il primo a partire, con molta grinta, per questa nuova avventura: il 102˚ Giro d'Italia con le sue 21 tappe e 3.578,8 km totali. Ma il vincitore è stato il trentenne sloveno Primož Roglič del team Jumbo – Visma con un tempo di 12'54”, favorito della tappa di oggi e che si era presentato con grande coraggio nelle dichiarazioni alla vigilia rispetto alla sua voglia di vincere e sostenendo con i giornalisti che la sua squadra è pronta a difendere una sua eventuale maglia rosa. Roglič è un candidato alla vittoria finale perché è in grande forma avendo vinto tra l'altro la Tirreno-Adriatico e il Giro di Romandia.
Quella di oggi, la cronoscalata Bologna-Bologna (San Luca) di 8 km, dopo un tratto in falsopiano in discesa si inerpica per 2,1 km fino all'arrivo alla Madonna di San Luca con la cornice di folla debordante ai due lati. Una salita molto dura soprattutto agli inizi del tratto iniziale tanto che qualche velocista e Bauke Mollema hanno cambiato la bicicletta per la cronometro con le protesi, forse per fare meno fatica, peraltro senza fortuna. Una strana partenza quella di oggi rispetto alle regole. I primi, che sono partiti invertendo al regolamento tradizionale, erano preoccupati per essere favoriti dal bel tempo o da un minor vento, fatta eccezione per il britannico e vincitore della Vuelta del 2018, Simon Philip Yates (team Mitchelton – Scott), altro favorito per la vittoria del Giro, giunto con 19” di ritardo dal primo e che ha sviluppato tutta la sua potenza nella salita.
Al terzo posto, con un po' di sorpresa, l'inossidabile Nibali (Bahrain – Merida) con 13'17” che al suo ventunesimo giro a tappe sa di avere una buona condizione e che dà 5” all'altro pretendente al trono, Tom Dumoulin. Una buona notizia per lui potrebbero essere le incoraggianti prestazioni di Damiano Caruso (decimo nella classifica finale) che perde pochi secondi da Dumoulin e che potrà appunto essere di buon aiuto e di Domenico Pozzovivo (13'47”).
Con lo stesso tempo – 13'22” – sono arrivati altri due titolati per la Rosa finale, in ordine Miguel Angel Lopez Moreno, il colombiano dell'Astana Pro Team e Tom Dumoulin (Team Sunweb) che, pur non in formissima e con qualche chilo di troppo, ha pedalato si grande efficacia ma da perfetto cronoman, seduto e stilisticamente ineccepibile, mentre Lopez Moreno si alzava sui pedali con un lungo rapporto.
Possiamo dire una tappa dei pronostici e dei protagonisti perché al sesto posto troviamo Rafał Majka, grande scalatore polacco della squadra Bora – Hansgrohe che ha chiuso con 13'27” e che a più di un Giro è fino poco sotto il podio e si è distinto al Tour vincendo la classifica scalatori due volte.
Iniziato così con grande bagarre il Giro 2019 senza un numero record di corridori (176) e 22 squadre per 16 nazioni, ma sicuramente ben fatto tanto da far dire al giornalista francese Guillou Clément su Le Monde che la corsa rosa, dove manca solo Chris Froome, «se il Tour rimane la gara più prestigiosa del calendario, l'attrazione per il Giro trova la sua fonte in diversi fattori, alcuni puntuali, altri consustanziali alla prova». Il dominio del Team Sky che controlla qualsiasi azione può renderlo noioso, il Tour e poi «mentre il Tour de France è costretto a scommettere su tappe-sprint, a meno di 100 km, per creare una gara spettacolare ed esplosiva, il Giro continua a scommettere su tappe di montagna marathon, irto di passaggi oltre 200 km , dove i preferiti si trovano da soli nell'ultima ora di gara. Così le tappe da antologia che rimandano ai miti degli anni del dopoguerra, come quello in cui Christopher Froome ha rovesciato il Giro dell'anno scorso. Il tempo, più imprevedibile a maggio rispetto a luglio, soprattutto sopra i 2.000 m, è anche probabile che interrompa il buon ordine delle cose» [1].
Magari se un giorno proibissero gli auricolari per le comunicazioni finiremmo per avere meno gare telecomandate dalle ammiraglie.
Ciro Ardiglione
[1] Clément Guillou, “Cyclisme : pourquoi les coureurs préfèrent le Giro au Tour de France“, https://www.lemonde.fr/sport/article/2019/05/11/cyclisme-pourquoi-les-coureurs-preferent-le-giro-au-tour-de-france_5460800_3242.html, 11 maggio 2019
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