
In bocca al gufo è un libro di Giuseppe Moscati, fatto di racconti (o forse fiabe?) brevi,e quasi brevissimi, e di haiku che ci portano la voce di chi voce in genere non ha: parole spiazzanti e utili a pensare un futuro compatibile con la vita sul pianeta.
Giuseppe Moscati, nella sua raccolta In bocca al gufo, ci racconta il mondo da punti di vista inattesi, con la scelta di donare la parola ad animali, oggetti e situazioni che in genere riteniamo sotto il nostro controllo. Ecco, si apre così uno scenario inatteso e il nostro sogno di continuare a dominare la natura, il mondo e gli altri emerge, per contrasto, in tutta la sua follia.
Citazione 1
A pensarci bene, la mia storia è una storia di aromi anche se quasi tutti voi credete che un uccello, per giunta di taglia piccola come me – diciotto centimetri per appena venticinque grammi -, non abbia alcun interesse per gli odori. Vi sbagliate, ecco tutto.
Tra scenari catastrofici e previsioni a tinte fosche, il futuro del pianeta appare legato al coraggio delle scelte che sapremo fare e alle consapevolezze che potremo acquisire e diffondere. La pretesa di dominare gli eventi, gli animali e la vita stessa ha determinato guasti spaventosi. Un’ideologia dello sfruttamento ci ha portati ad un modo di pensare noi stessi e la vita che ci appare oggi inadeguato per un futuro compatibile con la vita libera, con il rispetto delle diversità e con una sorta di sorriso della speranza. Come si può cambiare l’idea del mondo che ci circonda se non partendo dal potere delle fiabe e dei racconti? Se non accettiamo la sfida di mettere in ordine le nostre parole con una chiara intenzione innovativa, come possiamo rivedere le nostre ormai usurate convinzioni?
Sentire la voce di un gufo reale (presentato con un gioco di rimandi come un gufo omnicratico, nel pieno rispetto del pensiero di Aldo Capitini), di un topolino metropolitano, di un lanario, di un rospo boreale, di una cimice “antifascista” (altro rimando forte all’esperienza di vita del noviolento Capitini), di un libro pregiato finito a reggere un tavolo, serve, come scrive Sergio Givone nella prefazione, a incontrarci con noi stessi «con la parte di noi che abbiamo messo a tacere o che non sappiamo più ascoltare, mentre è proprio da lì, dal nostro intimo più intimo e al tempo stesso più estraneo, che ci vengono le parole rilevatrici, le sole che contino, quelle più preziose».
Citazione 2
Posso infatti dire di fare una vita sana e d’altra parte svolgo regolarmente attività fisica, di preferenza con rapidi scatti qua e là; poi in verità mangio il giusto e quasi esclusivamente libri di un certo pregio, mica quelle robacce plastificate che così spesso si trovano nelle case di questa zona.
Le parole, accompagnate dal gioco e dal sogno, allargano le maglie della realtà e ci lasciano percepire quello che nel pozzo delle nostre smaniose idee avevamo lasciato da parte; piccole fessure in onnipotenti convinzioni, ci restituiscono un modo nuovo di pensare, toccare e forse finalmente sfiorare, senza azzardare ancora il gesto ripetuto e coatto del voler afferrare, per ridurre tutti e tutto a noi stessi. Ascoltiamo altre voci decentrate che si fanno portare dal vento, come semi capaci di trovare una nuova terra in cui germogliare.
Sono solo fiabe, sono solo raccontini quelli dell’autore: eppure smuovono più di mille discorsi, più di mille statistiche, più di mille immagini. Dal cappello a cilindro della sua formazione, Giuseppe Moscati sa trovare un linguaggio non violento per invitarci a riflettere sulla presunzione che accompagna le nostre azioni: altre voci, altre vite, altre sensibilità per dirci che c’è davvero tanto mondo intorno a noi.
Citazione 3
Arriva di corsa quel mostriciattolo alato, mi punta e scende in picchiata. È allora che do sfogo a tutte le mie doti di recitazione: mi immobilizzo completamente e mi fingo morto, senza muovere neanche il più piccolo peletto.
La lettura scorre via e si muove tra la perentoria scommessa dell’ironia e il tocco dolce di una piccola famiglia di aggettivi. In fondo, quando l’orizzonte delle parole sembra prossimo a richiudersi su stesso, si emerge dal testo conoscendo l’esigenza e la possibilità di uno sguardo rinnovato: questo è il presupposto di ogni vero cambiamento. Con la complicità dei suoi figli e dei loro disegni, Giuseppe Moscati ci aiuta a sognare ancora e sempre.
Antonio Fresa
Giuseppe Moscati
In bocca al gufo
Mimesis, 2022
Pagine 168; € 14,00
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