Gli edifici scolastici: futuro o chiacchiere e power point?

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L’informazione ieri ha messo in risalto lo stato degli edifici scolastici in Italia così come fotografati dal rapporto della Fondazione Agnelli. È deprimente e doloroso leggere questi numeri impietosi nonostante chi frequenta le scuole, le mie amiche e amici insegnanti e genitori, conosce benissimo e ne denuncia anche la pericolosità. Il futuro della conoscenza rischia di non esserci.

Sono 39.079 dli edifici di scuole di ogni ordine e grado in Italia. Per solo il 59% di essi se ne conosce l’anno di costruzione e la metà sono stati costruiti tra il 1960 e il 1985. Per il 12,7% (4.572) sono stati rilevati fattori di insicurezza nell’ambiente circostante.
Evidentemente inefficienti da un punto di vista energetico perché solo il 38% ha i doppi vetri e il 12% impianti di riscaldamento obsoleti e inquinanti, barriere architettoniche non sempre eliminate.

Risanare e ristrutturare sarebbe benefico non solo per gli studenti e gli insegnati ma anche per la collettività che vedrebbe questi edifici inquinare meno e risparmiare energia.
Il direttore della Fondazione Agnelli, Andrea Gavosto ha detto che «molte nostre scuole sono fragili e insicure, spesso costruite senza attenzione ai criteri antisismici e con materiali scadenti e rapidamente deperibili. A questo va aggiunta l’assenza di adeguate politiche di manutenzione».

Non c’è bisogno di costruirne di nuovi visto il calo delle iscrizioni nei prossimi anni, ma occorrono oltre 200 miliardi per ristrutturarle. Una ristrutturazione che deve riguardare tutta l’architettura interna, quella dell’organizzazione degli spazi, per consentire il progredire dei modelli di insegnamento e per affrontare l’evoluzione della società. Ancora il direttore della Fondazione spiega che «non bisogna dimenticare che le scuole vanno rese adatte alla nuova didattica, perché questa è la vera sfida per un’educazione di qualità. Non è una questione di estetica ma un investimento sul futuro dei ragazzi e del nostro Paese: è provato dalle indagini internazionali che ambienti di apprendimento moderni e adeguati migliorino i risultati e contribuiscano alla diminuzione della dispersione e del gap tra gli studenti».

Una cosa non si dice. Per trovare le risorse finanziarie, come per altre emergenze come quella del riscaldamento globale, oltre a spendere bene e meglio quello che c’è anche proveniente dall’UE, bisogna tornare a tassare in maniera adeguata i redditi elevali, le rendite e soprattutto mettere mano alla speculazione finanziaria che se non abolita deve pagare le stesse tasse dei redditi da lavoro dipendente. Altrimenti facciamo sempre chiacchiere e power point.
Ciro Ardiglione

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