
Carlo Bonomi, il nuovo presidente di Confindustria, continua nei suoi tentativi di demolizione in ogni direzione. Nell'intervista a Repubblica, e non è un caso oramai, se la prende con il Governo giallo-rosso («Questa politica rischia di fare più danni del Covid») che, salvo qualche risposta di LEU, si confronta con battute per non disturbarlo troppo. Quel suo «la narrazione secondo cui una volta passata la pandemia tutto tornerà come prima è una falsità bella e buona», ci dice che l'idea del mondo industriale è quella di chi vorrebbe, come prima tornare a inquinare, a privatizzare, ad abbattere diritti. E ne è una dimostrazione quando dice per esempio, a proposito del contratto nazionale di lavoro, « va ridotto. Deve diventare una cornice esile per affidare al contratto di secondo livello, in azienda, un ruolo preponderante».
No, signor Bonomi, noi vorremmo una piena applicazione della nostra Costituzione i cui diritti di tutti sono una necessità vitale.
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