
Billie Holiday, uno dei personaggi più iconici dell'intera storia del jazz, interpretata da una straordinaria Andra Day, è la protagonista del film Gli Stati Uniti contro Billie Holiday, l'ultimo lavoro del regista, sceneggiatore e produttore statunitense Lee Daniels.
La Holiday (vero nome Eleanor Harris), nata il 7 aprile 1915 a Filadelfia, frutto di un rapporto occasionale tra la diciannovenne Sarah Julia Harris, nota come Sadie, e il sedicenne suonatore di banjo Clarence Holiday, conosce un'infanzia turbolenta.
Allevata dapprima a Baltimora dalla suocera della sorellastra di Sadie, trascorrerà un anno presso una casa di correzione e si riunirà finalmente alla madre solo intorno ai 10 anni. Rimandata al centro di correzione dopo essere stata stuprata da un vicino, una volta rilasciata va a vivere nella casa del padre del momentaneo amante di Sadie. Quest'ultima si trasferisce nel 1928 a New York ed Eleanore la raggiunge nell'anno seguente. Madre e figlia vivono ad Harlem, in un bordello clandestino dove, nel maggio dello stesso anno, vengono arrestate, insieme a diverse altre donne, in seguito a un raid notturno.
Eleanore viene condannata per vagabondaggio. Rilasciata nel mese di ottobre torna a vivere con la madre a Brooklyn e comincia a esibirsi come cantante in vari club di Harlem adottando lo pseudonimo di Billie Holiday, dal nome di una famosa attrice dell'epoca da lei ammirata (Billie Dove) e dal cognome del padre naturale.
In uno di questi club l'ascolterà per caso il produttore John Hammond il quale, colpito dal suo stile di canto e dalla sua capacità di improvvisare sulle melodie al pari dei grandi strumentisti jazz, le farà incidere, nel novembre del 1933, il suo primo disco, con l'orchestra di Benny Goodman.
Ha così inizio la sua sfolgorante carriera che la vedrà esibirsi, dal vivo e in studio, accanto ai più grandi jazzisti dell'epoca quali Teddy Wilson, Count Basie, Artie Shaw, Lester Young, Louis Armstrong, Ben Webster e molti altri.
Lee Daniels, nato nel 1959 anch'esso a Filadelfia, in Gli Stati Uniti contro Billie Holiday ricostruisce vita e carriera della Holiday più o meno dall'inizio degli anni 40, quando la cantante ha già raggiunto un notevole successo e ha inciso (nell'aprile del 1939) uno dei suoi brani più drammaticamente importanti e famosi: Strange Fruit.
Scritta dal cantautore e poeta Abel Meeropol, la canzone è una forte denuncia contro i linciaggi dei neri nel sud degli Stati Uniti e lo “strano frutto” citato nel testo è infatti il corpo di un nero che penzola dal ramo di un albero (Southern trees bear a strange fruit / blood on the leaves and blood at the root / black body swinging in the Southern breeze / strange fruit hanging from the poplar trees. – Gli alberi del Sud danno uno strano frutto / sangue sulle foglie e sangue sulle radici / un corpo nero dondola nella brezza del Sud / strano frutto appeso agli alberi di pioppo).
Dai primi anni 40 in poi Billie Holiday diventa oggetto della particolare e maniacale attenzione di Harry Anslinger, il capo del Federal Bureau of Narcotics, sia per il possesso e il consumo di droghe, dalle quali la Holiday è dipendente, sia soprattutto perché l'esecuzione del brano Strange Fruit, scritto tra l'altro da un attivista politico comunista, rischia di costituire un invito alla rivolta per i neri.
E la popolarità della Holiday la rende un bersaglio particolarmente appetibile: la lotta alle droghe non è che un pretesto per colpire una personalità che assicura titoli a caratteri cubitali sui quotidiani, che può dar lustro all'attività dell'Agenzia, che può procurare nuovi e sempre più cospicui finanziamenti e che consente di colpire, attraverso di lei, tutta la comunità afroamericana, smorzandone le velleità di ribellione.

Il film, sceneggiato da Suzan Lori-Parks (prima donna afroamericana a vincere il Premio Pulitzer per la drammaturgia) si concentra su questa guerra a distanza tra Anslinger e la Holiday, ci mostra l'agente federale Jimmy Fletcher nel suo tentativo di infiltrarsi nell'entourage della cantante, riuscito al punto da invaghirsene e diventarne l'amante, e ci consegna un ritratto sufficientemente credibile della complessa personalità dell'artista fino al giorno della sua morte, il 17 luglio 1959, a causa di un edema polmonare e un'insufficienza cardiaca causati dalla cirrosi epatica.
La Holiday è stata una cantante rivoluzionaria per l'epoca, capace di inventare un nuovo e personalissimo modo di eseguire e interpretare i brani, e una donna fragile e insicura, alla costante ricerca di rassicurazione e comprensione e, nel contempo, aggressiva, provocatoria, a tratti violenta, incapace di resistere alle lusinghe di alcool e droghe al punto da diventarne del tutto dipendente, dilaniata da amori impossibili, sempre in lotta contro le prevaricazioni e masochisticamente alla ricerca delle stesse nei suoi rapporti con gli uomini.
Accanto a lei si muove una corte dei miracoli popolata di musicisti, drogati, spacciatori, gangster, ruffiani, piccoli e grandi truffatori sui quali il film indugia alternando simpatia e condanna e fornendone un ritratto sempre a tinte forti, spesso schematico e superficiale.
Alcuni personaggi sono inventati; altri, che pure ebbero grande importanza nella vita della Holiday, sono presentati in brevi parentesi decorative (basti ricordare il saxofonista Lester Young e l'attrice Tallulah Backhead); altri ancora sono reali, come il citato agente Jimmy Fletcher, ma è del tutto inventato il loro ruolo (la storia d'amore fra la cantante e l'agente non ha alcun riscontro documentale e risulta utile solo per concedere allo spettatore una romantica e scollacciata scena di sesso).
Tuttavia il film di Daniels risulta nel complesso gradevole e assolve comunque un ruolo di importante denuncia nell'evidenziare, con un'epigrafe posta a inizio pellicola, che risale al 1937 la prima proposta di legge presentata al Senato statunitense per l'abolizione del linciaggio e nel ricordarci, in chiusura, che un simile provvedimento era ancora in discussione al momento dell'ultimazione del film (la legge che criminalizza esplicitamente la pratica del linciaggio definendolo un crimine d'odio a livello federale è stata finalmente approvata all'unanimità dal Senato e firmata dal Presidente Joe Biden solo nel marzo di quest'anno. Possiamo illuderci che il film di Daniels Gli Stati Uniti contro Billie Holiday abbia fornito un piccolo contributo alla storica decisione).
Ma il vero punto di forza del film, che da solo costituisce già ragione più che valida per la sua visione, è la straordinaria interpretazione di Andra Day nel ruolo di Billie Holiday. L'attrice e cantante statunitense, nata nel dicembre 1984, ha vinto il Golden Globe 2021 come migliore attrice in un film drammatico ed è stata nominata al Premio Oscar nella sezione miglior attrice protagonista.
Andra Day, all'anagrafe Cassandra Monique Batie, offre in Gli Stati Uniti contro Billie Holiday una performance memorabile, nonostante sia al suo debutto sul grande schermo, e riesce a rendere, con assoluta credibilità, tutta la disperazione, la sofferenza, la malinconia e insieme la forza e la vitalità di Billie Holiday in una rutilante alternanza di stati d'animo. La sua interpretazione di alcuni dei brani più famosi della cantante, da All of me a Lover man, da Them there eyes a God bless the child, è assolutamente strepitosa per la capacità di ricreare lo stile e la timbrica inconfondibile della Holiday con grande sicurezza e personalità.
Una prova di attrice e di cantante davvero degna di nota e da non perdere.
GianLuigi Bozzi
Gli Stati Uniti contro Billie Holiday
Titolo originale The United States vs. Billie Holiday
Lingua originale inglese
Paese di produzione Stati Uniti d'America
Anno 2021
Durata 130 min
Regia Lee Daniels
Soggetto dal libro di Johann Hari
Sceneggiatura Suzan-Lori Parks
Produttore Jordan Fudge, Jeff Kirschenbaum, Joe Roth, Tucker Tooley, Pamela Oas Williams
Produttore esecutivo Jeremy Allen, Mark Bomback, Cassian Elwes, George Parra, Hilary Shor
Casa di produzione Lee Daniels Entertainment, New Slate Ventures, Roth/Kirschenbaum Films
Distribuzione in italiano BiM Distribuzione
Fotografia Andrew Dunn
Montaggio Jay Rabinowitz
Effetti speciali Guillaume Murray
Musiche Kris Bowers
Scenografia Daniel T. Dorrance
Costumi Paolo Nieddu
Trucco Catherine Lavoie
Interpreti e personaggi
Andra Day: Billie Holiday
Trevante Rhodes: Jimmy Fletcher
Garrett Hedlund: Harry Anslinger
Natasha Lyonne: Tallulah Bankhead
Da'Vine Joy Randolph: Roslyn
Tyler James Williams: Lester “Prez” Young
Rob Morgan: McKay
Dana Gourrier: Sadie
Evan Ross: agente Sam Williams
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