Governo Draghi: è crisi ma le elezioni non sono certe

Quirinale Roma
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Continuiamo a ritenere che non si andrà alle elezioni anticipate nonostante la gravità della crisi di Governo determinato dallo strappo del M5S, o meglio di quello che ne resta. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è il più determinato forse ad impedire la svolta elettorale. Aveva già provato ieri mattina ad impedire il precipitare della crisi e poi nel secondo incontro con il Presidente del Consiglio Draghi, convinto di non poter andare oltre senza il M5S, ha respinto le sue dimissioni l’ha rimandato alle Camere. Vuole una trasparenza parlamentare e il tempo che potrebbe spingere, entro mercoledì prossimo quando Draghi si presenterà alle Camere. La destra gongola perché secondo i sondaggi vincerebbe a mani basse. Per Giorgia Meloni capo di Fratelli d’Italia la “legislatura è finita”. Ma non è detto che vada così. Sono in tanti che continuano a pressare un determinato Draghi a dimettersi. E Mattarella, se non dovesse esserci un ritorno sui propri passi di Draghi, non andrebbe alle lezioni ma affiderebbe l’incarico al presidente della Consulta Amato. E in quel caso il cerino della responsabilità potrebbe rimanere nelle mani di qualcun altro.

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