
Il caso della Corte dei Conti e del suo ruolo sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è emblematico di come il Governo di destra lavori per evitare i controlli sul proprio operato e istituirne altri su quello degli altri. La Corte dei conti in base alla Costituzione (art. 100) svolge: un controllo preventivo di legittimità sugli atti del governo; un controllo successivo sulla gestione del bilancio dello Stato; un controllo sulla gestione finanziaria degli enti cui lo Stato contribuisce un via ordinaria. È evidente quanto la Corte dei Conti possa dare fastidio all’operato di qualunque Governo. Il Governo e il ministro Raffaele Fitto nell’emendamento al Dl Pubblica amministrazione, in commissione alla Camera, prevedono due norme. La prima proroga al 30 giugno 2024 lo scudo sulle norme riguardanti il danno erariale, decisa dai governi precedenti. La seconda impedisce il cosiddetto controllo in itinere della Corte dei Conti su tutte le spese dei fondi del PNRR e su richiesta delle Commissioni parlamentari. La Presidente del Consiglio, a proposito del PNRR, ha dichiarato che «la maggior parte delle amministrazioni ha registrato un livello di spesa inferiore alle previsioni».
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