
Il Regno Unito, patria della Thatcher e del liberismo e conservatorismo contemporanei, è spesso additato da commentatori, opinion leader e politici, compresi quelli nostrani, come un esempio di modernità, efficienza e welfare avanzato. Giudizio spesso condiviso dai molti turisti del week-end modaiolo a Londra o della settimana delle capitali britanniche ivi compresa la gita a Liverpool ad onorare la memoria del più importante (forse) gruppo musicale della storia recente.
Certo a guardare un po' di statistiche economiche di questi ultimi anni la Gran Bretagna sembrerebbe essere un esempio di successo. Peccato che i conti per la popolazione non tornano, ma andiamo con ordine partendo dalle informazioni che provengono dal prezioso articolo di Alberto Nardelli, Ami Sedghi e George Arnett pubblicato su The Guardian.
Alla fine dello scorso anno l'economia britannica ha superato il livello in cui si trovava al momento della crisi e soprattutto il suo Pil corre veloce ad uno dei tassi più alti tra i paesi sviluppati.
Considerando le persone con più di sedici anni l'occupazione, dall'ultimo trimestre del 2009 all'ultimo del 2014, è aumentata di circa 1,85 milioni unità anche se agevolata da una popolazione record che oramai ha superato i 64 milioni.
Altro risultato importante è il livello di disoccupazione che è scesa sotto il 6%, mentre all'inizio del 2010 era dell'8%. Resta alta rispetto agli standard pre-crisi quella giovanile che è superiore al 16%. Il tasso attuale è il terzo migliore tra i 28 paesi UE dopo Germania e Austria.
Anche il deficit pubblico è calato, ma è molto lontano dall'essere eliminato come dichiaravano prima delle elezioni del 2010 Cameron e Osborne. La crescita economica più limitata del previsto e soprattutto livelli di entrate fiscali basse per salari che non sono cresciuti ne spiegano chiaramente il motivo.
Anzi, e qui arriviamo al primo segno negativo, in termini reali stipendi e salari nei quattro anni dal 2010 al 2014 sono costantemente scesi a causa di prezzi che aumentavano più velocemente delle paghe. Questa situazione è particolarmente evidente nel caso dei giovani tra i 22 e i 29 anni che dal 2019 hanno perso il 12,5%.
A proposito di giovani e del sistema universitario, di cui dovrebbero informarsi bene quegli analisti e quei turisti di cui sopra, si è arrivati ad una vera e propria voragine di debiti a cui le famiglie (o lo stato, forse in futuro) dovranno far fronte per poter assicurare un futuro ai propri figli. Infatti i debiti contratti dagli studenti e che dovrebbero essere restituiti con piani trentennali risulta ora di dieci volte maggiore di quella prima di questo governo.
Nei principali ospedali inglesi la percentuale di persone ad essere vista entro le quattro ore al Pronto Soccorso è la più bassa da quando sono stati introdotti gli obiettivi [1].
Un rapporto dello stesso governo reso pubblico in Parlamento ci parla della crescita ormai inarrestabile della della povertà in tutto il Paese. Rapporto alla mano ci sarebbero quattro milioni di persone a rischio fame in Gran Bretagna, nel senso che le persone riescono a mangiare solo se si procurano da mangiare presso le banche del cibo presenti su tutto il territorio. Ancora più assurdo è il fatto che «mezzo milione di minori che vivono in famiglie che non possono garantire loro una alimentazione né corretta né costante» [2].
La Fondazione Joseph Rowntree in un suo rapporto sui redditi dalla recessione ad oggi ha spiegato che nel Regno Unito 8,1milioni famiglie con figli vivono con un reddito insufficiente ad affrontare le spese domestiche contro le 5,9 del 2008. Al momento sono i pensionati e le coppie senza figli a cavarsela meglio.
Tristemente noto il fenomeno delle morti per freddo nel periodo tra dicembre e marzo dovuto ad abitazioni non riscaldate. L'aumento della mortalità ha spinto il Servizio sanitario nazionale, da quest'anno, a nuove linee guida con le quali gli esperti invitano anche idraulici, installatori di caldaie ad avvertire i servizi sociali «ogni qual volta si imbattano in persone vulnerabili – principalmente anziani e disabili – colpite dalla cosiddetta “povertà energetica”. In modo tale da permettere l'adozione di misure di sostegno. Come, per esempio, tariffe energetiche più convenienti o sussidi rivolti alla ristrutturazione degli appartamenti» [3].
E come tutti i sistemi conservatori la lotta alla povertà viene combattuta attraverso il controllo poliziesco con il pretesto dell'antiterrorismo. Nell'ultimo rapporto di Amnesty International sullo stato dei diritti umani nel mondo. Le accuse contro la Gran Bretagna sono molte e in generale si può dire che la nazione è capofila in Occidente nella restrizione dei diritti. Di fatto il governo è stato accusato di emanare leggi che ledono le libertà civili fondamentali; «Amnesty ha puntato il dito anche nei confronti della Britain's Data Retention (conservazione dei dati) e della Investigatory Powers Act, due legislazioni miranti a restringere la privacy trasformando sempre di più la Gran Bretagna in uno Stato di sorveglianza dal sapore orwelliano» [4].
Forse questi segnali consiglierebbero di andare in Grecia a fare il turista.
Pasquale Esposito
[1] Alberto Nardelli, Ami Sedghi e George Arnett, “Coalition Britain in 12 charts”, www.theguardian.com, 13 marzo 2015
[2] Daniele Cardetta, “Gran Bretagna. Livello di povertà fuori controllo”, www.oltremedia.it 10 dicembre 2014
[3] Beatrice Credi, “I servizi sociali inglesi arruolano gli idraulici”, www.west-info.eu, 10 marzo 2015
[4] Daniele Cardetta, “Amnesty accusa: «Gran Bretagna contro i diritti umani»”, www.oltrenews.it 26 febbraio 2015
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