
Ho fatto veramente difficoltà a comprendere, nell'immediato, il senso delle parole di Josep Borrell i Fontelles, dal 1º dicembre 2019 Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, politico ed economista spagnolo, membro del Partito socialista spagnolo.

“Vorrei sapere se i giovani che manifestano a Berlino … sono disposti ad abbassare il loro tenore di vita per offrire un risarcimento ai minatori polacchi, perché se lottiamo contro i cambiamenti climatici perderanno davvero il lavoro e dovranno essere sovvenzionati“.
Come hanno fatto in molti, e continuano a farlo, l'obiettivo dell'attacco non sono le aziende inquinanti o quelle che sottraggono miliardi di euro alla fiscalità generale o quello zero virgola qualcosa di persone straricche che con il loro stile di vita inquinano. No, sono i giovani e pure adulti che vogliono un mondo più pulito, anche perché non c'è un “Pianeta B”. Ed è incredibile che questo accada da un esponente della cosiddetta sinistra.
Certo che la transizione dell'economia deve garantire le comunità e gli individui tutti più a rischio ed è questo il compito che deve avere chi fa politica.
In altra sede abbiamo detto che l'investimento nel New Deal è risibile rispetto alla necessità della sopravvivenza di una vita sociale decorosa. Quindi il compito di dei vari Borrell è esattamente quello di individuare e reperire le risorse intellettuali ed economiche per non lasciare indietro nessuno. E poi se la transizione non ci dovesse essere sarebbero sempre le comunità e gli individui meno abbienti a doverne sopportare le conseguenze. E questo dovrebbe far riflettere lei e i suoi colleghi che per arrestare il riscaldamento globale e le devastanti variazioni di clima bisogna che si metta mano ad un sistema economico improntato al profitto e alla crescita ad ogni costo.
Come spiega Riccardo Mastini, «esiste una contraddizione ancora più sostanziale tra l'European Green Deal e quanto necessario per evitare il collasso ambientale e sociale: abbandonare il paradigma della crescita economica. Ursula von der Leyen ha infatti cercato di convincere il Parlamento europeo a sostenere il programma assicurando che si tratta di una nuova “strategia di crescita inclusiva dell'Europa” […] Ha concluso tentando di includere le imprese nel suo discorso, promettendo loro delle “nuove prospettive economiche”. Eppure le evidenze empiriche contro il mito del disaccoppiamento tra attività economica e impatto ambientale sono ormai inconfutabili ed è tempo di ridiscutere l'idea di un sistema economico in costante crescita in un mondo di risorse finite». Sempre l'autore poi pone l'accento ad un aspetto indissolubilmente legato al tema ambientale e cioè «la lotta alla povertà deve passare per una riduzione delle diseguaglianze e non per un'ulteriore crescita del Pil. A tale scopo è indispensabile riorganizzare il modo in cui produciamo e consumiamo, così da permettere a tutti di vivere dignitosamente utilizzando poche risorse, producendo pochi rifiuti e garantendo la dignità del lavoro» [2].
A proposito di risorse necessarie, caro Borrell, invece di polemizzare con chi vuole un Pianeta migliore, si legga i dati dei danni economici provocati dalle maggiori catastrofi del 2019 con almeno 15 di queste legate ai cambiamenti climatici e che «hanno provocato, ciascuna, danni per più di un miliardo di dollari nel corso del 2019. Di esse, sette sono state talmente gravi da aver comportato costi per almeno 10 miliardi. Il loro conto totale supera i 135 miliardi. A spiegarlo è uno studio dell'organizzazione non governativa britannica Christian Aid, pubblicato alla fine dello scorso mese di dicembre […] Provocando numerosi morti, milioni di profughi e causando danni enormi», si legge nel documento. Per redigerlo, sono stati usati solo dati pubblici e ufficiali: rapporti delle Nazioni Unite, studi scientifici, resoconti della stampa o di istituti pubblici» [2].
Ciro Ardiglione
[1] Riccardo Mastini, “Le aziende europee vogliono la crescita infinita. il Green New Deal non funzionerà”, https://thevision.com/habitat/green-new-deal-europeo/, 13 Febbraio 2020
[2] Andrea Barolini, “Clima, dalle 15 maggiori catastrofi del 2019 oltre 135 miliardi di danni”, https://valori.it/clima-quindici-catastrofi-135-miliardi-danni/, 20 febbraio 2020
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