
Il primo ministro di Haiti, Claude Joseph ha riferito che il presidente Jovenel Moïse, è stato assassinato da un gruppo armato nella sua residenza nella capitale Port-au-Prince. La moglie, Martine Moïse è stata ferita nell'assalto armato ed è ricoverata in ospedale, mentre uno dei figli presente durante l'attacco è rimasto illeso.
Il premier ha invitato alla calma e ha assicurato che la polizia e l'esercito manterranno l'ordine e hanno la situazione sotto controllo.
Ad Haiti da anni non c'è nulla sotto controllo. Violenza, criminalità, corruzione, povertà assoluta e una situazione politica incancrenita. Su tutto l'aggravarsi della pandemia e la furia devastatrice degli uragani che hanno colpito l'isola. Il quotidiano spagnolo El Pais riporta i dati del rapporto dell'ong CARDH che denuncia oltre 150 persone uccise e altre 200 rapite tra il 1 e il 30 giugno nell'area metropolitana di Port-au-Prince, precisando che “Il Paese è assediato da bande armate che diffondono terrore, assassini, rapimenti, stupri (…) Port-au-Prince è assediata a sud, nord e est. Assistiamo a una società sempre più passiva mentre il Paese è sotto assedio”.
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