Hedda Gabler. Da Henrik Ibsen a Liv Ferrachiati

Petra Valentini e Liv Ferrachiati in Hedda Gabler
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Se c’è una cosa su cui non sono d’accordo con Liv Ferrachiati è che le zucchine siano insipide. Le zucchine se ben cucinate sono davvero un ingrediente indovinato per un ottimo piatto di spaghetti. Basta aggiungere un filo d’olio, tagliare le zucchine molto sottili, mettere anche uno spicchio d’aglio e far andare a fuoco lento. Anche una foglia di salvia ci sta bene. Perché le zucchine? Perché di zucchine si parla, e male, anche nella pièce teatrale Hedda. Gabler. come una pistola carica.
A parte le zucchine per il resto non posso che omaggiare al regista, drammaturgo, scrittore Liv Ferrachiati, che porta in scena il dramma di Henrik Ibsen Hedda Gabler. A questo accosta una seconda drammaturgia, che consente agli attori di entrare e uscire dalla partitura principale. È uno squisito gioco di virtuosismi quello proposto dal regista e dagli attori.

Accanto al dilemma della protagonista che sembra non volersi adeguare alle convenzioni, che invece rispetta in tutto e per tutto, vediamo svilupparsi un intreccio quasi comico, in cui gli attori recitano se stessi al di fuori del dramma di Ibsen. In questo uscire dal testo dell’autore norvegese si toccano toni ironici e spassosi, ben accolti da un pubblico attento e presto catturato dal meccanismo scenico. Siamo in presenza di un gioco impeccabile, perfetto, raffinato. Il giovane regista ha il pregio di avvalersi di attori giovani e meno giovani di sicuro talento che guida con mano sicura. Spesso gli interventi degli attori sono meravigliosamente fuori tempo. Si tratta però di fuori tempo attentamente studiati che hanno un impatto comico strepitoso.

Liv Ferracchiati e Petra Valentini in Hedda Gabler
Liv Ferracchiati e Petra Valentini in Hedda Gabler. Foto ©Masiar Pasquali

La doppia drammaturgia, che propone un continuo ribaltamento di prospettiva, richiede sicuramente un grande lavoro di memoria, portata avanti con bravura e maestria. C’è sicuramente un interrogarsi sul tema dell’identità. Lodevole nelle intenzioni ma che a mio parere avrebbe meritato una maggiore focalizzazione. Mentre il continuo entrare e uscire dal testo di Ibsen assume ben presto le caratteristiche di una performance, che richiede abilità e un sicuro possesso degli strumenti attoriali.

È tutto bello, tutto affascinante, tutto perfetto. Lo è anche la scelta di far partecipare attrezzisti e costumisti al gioco scenico. Lo è anche la scelta di mettere a nudo il modo in cui vengono manovrate le diverse scenografie. Però… C’è un però. Tutta questa bellezza, tutta questa raffinata estetica, a che cosa mi servono? A ben vedere l’invenzione del teatro nel teatro, l’entrare uscire dal dramma da parte degli attori per costruire scenari altri, non è il vecchio Pirandello? Non è quell’innovazione, allora sì rivoluzionaria, che alla prima di Sei personaggi in cerca di autore valse all’autore siciliano l’urlo del pubblico insoddisfatto, che lo ingiuriò al grido di manicomio, manicomio?

C’è una domanda che mi pongo e pongo al regista. Quale tipo di teatro vogliamo? È questo il teatro in grado di rispondere a una crisi strutturale, a una crisi di contenuti del teatro attuale? Non è quello presentato da Ferrachiati soltanto un estetismo che parla a se stesso e a un pubblico di addetti ai lavori, per questo incapace di attrarre giovani? Di attrarre un pubblico che del teatro non conosce codici e linguaggi? Allora insistendo con le domande che non vogliono assolutamente inficiare il raffinato lavoro di Ferrachiati si prospetta un altro quesito. Quale teatro vogliamo per i tempi attuali?

Gianfranco Falcone

 

1 dicembre – 22 dicembre 2022
Piccolo Teatro Studio Melato
HEDDA.GABLER.
come una pistola carica
uno spettacolo di Liv Ferracchiati
con scene tratte da Hedda Gabler di Henrik Ibsen
traduzione di Andrea Meregalli e Liv Ferracchiati
dramaturg di scena Piera Mungiguerra
aiuto regia Anna Zanetti
assistente volontario alla regia Riccardo Vicardi
scene Giuseppe Stellato
costumi Gianluca Sbicca
luci Emiliano Austeri
suono spallarossa
consulenza letteraria Andrea Meregalli
lettore collaboratore Emilia Soldati
con (in ordine alfabetico) Francesco Alberici, Liv Ferracchiati, Giulia Mazzarino, Renata Palminiello, Alice Spisa, Petra Valentini, Antonio Zavatteri
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa

 

 

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