
Ho concluso stamattina all'alba, con colpevolissimo ritardo temporale, la mia prima lettura di Sulla Strada di Jack Kerouac. Non so cosa mi abbia tenuto lontano da questo libro seminale della Beat Generation per tanti anni, o forse lo so. La risposta si chiama Il giovane Holden di J.D. Salinger.
Quando sei un sedicenne “storto” ti si parano davanti queste due vie letterarie. Sono le due vie che in qualche modo ti daranno comprensione e sollievo, ti faranno capire che non sei solo nel tuo totale disgusto e disagio. Per consiglio di qualcuno più grande, e che certo mi somigliava (si chiama Sam), fra i due scelsi Salinger, nonostante fosse il libro di Kerouac quello più citato e osannato da tutti gli outsider e rocker dell'universo mondo.
I due volumi uscirono nel 1951 (Salinger) e nel 1957 (Kerouac) e continuano ancora oggi ad essere un manifesto esistenziale oltre che generazionale delle giovani menti inquiete. Ma se volete conoscere la mia opinione, per quel poco che vale, scelsi la strada giusta fra i due “rivali” che in fondo trattavano lo stesso, identico, malato tema. O almeno quella giusta per il mio carattere.
Holden è un solitario pieno di dubbi e incertezze, con una sensibilità smisurata e un cuore così affamato da voler salvare il mondo da ogni bruttezza. È più timido, riservato, se così si può dire, di Sal. Vive la sua New York con l'animo candido e ruggente di chi sogna in grande ma teme tutto. Sal invece ha attorno un circo equestre di pazzi di cui fatichi a ricordare i nomi e fa avanti e indietro per gli Stati Uniti come una pallina da ping pong, lasciandosi alle spalle mogli, figli, legami, nostalgie. Sbronze, droghe, mignotte, chilometri sono il contorno ubriaco di una trama lastricata di voglia di sovversione e ricerca spasmodica di qualcosa. Quel qualcosa che non si trova mai. Tutto troppo. Troppo. Troppo.
D'altro canto anche la vita dei due celeberrimi, inarrivabili, autori, va di pari passo con la trama dei due testi. Uno, Salinger, ha finito i suoi giorni da novantenne eremita, l'altro, Kerouac, da ancor giovane alcolista. Ebbene io, a ormai più di trent'anni dalla primissima lettura di Holden, sono ancora lì, seduto a fianco a lui, a cercare di capire. È' affascinante ma esagerato il caos di Sal per il mio umore nostalgico. Certamente sono i due libri che hanno segnato di più la storia e la vita di milioni di giovani lettori su cui ancora oggi si può fondare una piccola speranza di salvezza per questo porco mondo. Perciò li consiglio a tutti gli adolescenti che nonostante i tempi sentono dentro il sacro fuoco di una qualsivoglia passione. In ognuno dei due casi, ne avrete soltanto del bene. Io li donerò alle mie figlie, sperando ne facciano una personale bussola sulle cose della vita. Leggeteli, leggeteli, leggeteli. Alla fine vi mancheranno, sia Holden che Sal. Sono due fratelli, in fondo. E voi vi ritroverete lì, a rimpiangere che gente di quello stampo, in giro, non se ne trovi più.
Marco Quaroni Pinchetti
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