Homeland, stagione 8. Carrie e gli USA sempre nel pantano

Claire Danes Mandy Patinkin Homeland

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È la storia che si ripete. Non sono però i corsi e ricorsi storici. È un pantano in cui gli Stati Uniti si sono infilati dopo le immense incertezze create dall'attacco alle Torri Gemelle e da dove non sono usciti. Quelle stesse incertezze che la protagonista Carrie Mathison, interpretata dalla bravissima Claire Daines, dolorosamente esprime a causa della sua malattia mentale.

Siamo all'atto finale di una serie che ha raccontato il potere USA nelle sue politiche all'estero ma anche all'interno, in particolare nell'eccellente sesta stagione. Anche nell'ottava e conclusiva stagione di , con buona pace dei fan di tutto il mondo, non mancheranno i rimbalzi nella realtà politica di Washington e le ben note e contraddittorie relazioni/interferenze della Russia nell'era Trump come nella settima.

Claire Danes in Carrie in HOMELAND episodio 1 foto Sifeddine Elamine SHOWTIME

Abbiamo visto il primo episodio e sono scesi in campo tutti i temi che comunque ruotano intorno all'agire dell'agente Carrie, un agente chimico, una malattia come quella che la attanaglia da sempre, intorno al quale si coagulano le storie di spionaggio e controspionaggio, i rapporti melmosi nell'ambito dell'intelligence, di intrighi nelle relazioni internazionali di un mondo che «è impazzito da quando sei sparita» come le dirà Saul Berenson.

Nel primo episodio la scena si apre con un rimbalzo di inquadrature tra i suoi occhi in primissimo piano e il ricordo di violenze subite durante la prigionia di più di sei mesi in Russia e per la quale verrà accusata di tradimento, un sospetto che andrà avanti. Dall'ospedale militare americano di Landstuhl in Germania verrà presto richiamata dal suo mentore Saul Berenson, interpretato con grande maestria da Mandy Patinkin, ora consulente per la Sicurezza Nazionale che la invierà in per risolvere il blocco delle trattative dopo una dura dichiarazione del Vice-presidente afghano Haissam Haqqani (Numan Acar).

Claire Danes in Carrie in HOMELAND episodio 1 foto Sifeddine Elamine SHOWTIME

L'episodio intitolato Trattativa riservata, si svolge con i giusti tempi nei passaggi tra le varie dimensioni da quella dei dolorosi ricordi di Carrie per le torture subite, alle azioni sul campo dei militari USA, alla diplomazia durante le trattative con i dove si incrociano anche i convitati di pietra (i russi e soprattutto i servizi segreti pakistani nella figura di Tasneem Qureshi interpretata da una statuaria, in ogni senso, Nimrat Kaur che accuserà gli americani dicendo a Barenson «non è la pace quello che volete, voi volete solo andar via», alle relazioni che si annunciano conflittuali tra Carrie e i suoi colleghi.

Ancora una volta bisogna sottolineare la bravura di Claire Daines con la sua recitazione sempre sull'orlo di una crisi nervosa, una recitazione del corpo, e del viso in particolare, da cui traspare una costante ricerca delle forze profonde per pensare ed agire, una determinazione ai limiti della razionalità e che non si ferma davanti a nulla. E lo spiega lei stessa alla recluta Jenna Bragg (Andrea Deck) che la dovrebbe accompagnare (in effetti la dovrebbe sorvegliare) nella sua permanenza a Kabul, «sei in un posto difficile, fai cose difficili, non accettare un no come risposta».

In tutte le stagioni passate e anche nell'ottava c'è un altro pregio da annotare: la costruzione e l'interpretazione della relazione, cesellata con la cassetta degli attrezzi di una psicanalista, tra Carrie e Saul che di fatto hanno attraversato i ruoli di genitore/figlia, capo/sottoposta, maestro/allieva ma anche avversaria/alleata con tutto ciò che comporta in termini di dualismi sentimentali. E tutto mentre scorrono vicende maledettamente complicate.
Ciro Ardiglione

Homeland – Caccia alla spia
Stagione 8 – Episodi 12
in onda su Sky – canale Fox 112

prodotta da Fox 21 Televion Studios
Produttori Katie O'Hara, Mandy Patinkin, Lauren White, Sunday Stevens
1° episodio diretto da Lesli Linka Glatter e scritto da Debora Cahn e Alex Gansa
2° episodio diretto da Lesli Linka Glatter e scritto da Patrick Harbinson e Chip Johannessen
fotografia           David Klein, Giorgio Scali
scenografia        John D. Kretschmer
musica               Sean Callery
casting               Judy Henderson
costumi              Debra Beebe

Interpreti e personaggi
Claire Daines – Carrie Mathison
Maury Sterling – Max Piotrowski
Linus Roache – David Wellington
Costa Ronin – Yevgeny Gromov
Numan Acar – Haissam Haqqani
Nimrat Kaur – Tasneem Qureshi
Mandy Patinkin – Saul Berenson

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