
Un commissariato anomalo; un gruppo di poliziotti non amati dai loro capi; un delitto in una famiglia benestante: queste le premesse del nuovo romanzo di de Giovanni.
Immaginate una città come Napoli in cui miseria e nobiltà si danno la mano.
Immaginate un commissariato prossimo alla chiusura, dopo i comportamenti illeciti di un gruppo di poliziotti.
Immaginate che, in un ultimo estremo tentativo di mantenerlo aperto o di chiuderlo definitivamente (tutto dipende dalla lettura che si dà del reale), siano assegnati a questo commissariato, proprio quei poliziotti che ogni dirigente avrebbe sempre voluto allontanare dal proprio gruppo: questi sono i bastardi di Pizzofalcone.
Bastardi per l’opinione pubblica perché “colleghi” di poliziotti corrotti; bastardi per i colleghi degli altri reparti che li scrutano con un misto d’ironia e diffidenza; bastardi gli uni per gli altri, perché ognuno porta con sé un segreto, un errore da nascondere, un vizio.
La carrellata di personaggi, ad un passo dal fallimento totale, che de Giovanni presenta, mostra ferite profonde nel campo affettivo, nel campo professionale e nelle precarie relazioni umane.
Insomma le premesse sono delle peggiori, quando tutti sono chiamati a prendere servizio agli ordini del dinamico commissario Palma.
Un commissariato tutto da inventare e tutto da gestire.
In questo caos giunge la notizia di un omicidio che coinvolge la moglie di un ricco e affermato notaio. È il caso giusto per recuperare credibilità o l’estrema prova che un gruppo di “bastardi” non potrà sostenere.
Già protagonista di una brillante inchiesta nel precedente Il metodo del coccodrillo, l’ispettore Giuseppe Lojacono, siciliano trasferito a Napoli per un’oscura vicenda dai contorni non del tutto chiariti e costantemente immalinconito per la lontananza dalla figlia adolescente, diventa il punto di riferimento per l’indagine e il suo fiuto si dimostrerà ancora una volta vincente (Lojacono non accetterebbe mai questo aggettivo).
A Napoli, città di mare (con porto, ci ha ricordato qualcuno anni fa) s’incrociano i destini degli isolani: al siciliano Lojacono, è legata la figura della bella e dura Maria Piras, procuratore incaricato delle indagini.
Tra i due è evidente una simpatia, una reciproca attrazione, più consapevole in lei, più sofferta in lui.
Questo stretto e non chiarito legame offre un ombrello protettivo all’intera attività del Commissariato e all’indagine sempre più intricata.
Il finale ci porta a una sorpresa e alla scoperta di un amore covato all’ombra di un matrimonio fallito, senza che potesse trasformarsi in una storia vera.
Lì sul fare della sera, mentre il destino sembra compiersi in un istante di reciproco abbandono tra il commissario e il procuratore, la vita irrompe con la sua brutale mancanza di discrezione e una voce annuncia il presentarsi sulla scena di un personaggio che potrebbe aprire o chiudere la nascente relazione…di più non sappiamo e di più non diciamo.
Il lettore, rifletterà tra sé e sé, domandandosi perché gli siano stati riportati tanti piccoli dettagli e passaggi della trama. A ben vedere, sono costretto a capovolgere il discorso e affermare che ben poco gli ho riportato della complessità di quello che De Giovanni narra, toccando corde profonde di un’umanità quasi in balia della vita.
Per onestà è bene aggiungere una mia ormai convinta passione, come lettore, per i romanzi di De Giovanni. Tutto il ciclo che vede protagonista il commissario Ricciardi, ciclo basato su vicende ambientate nella Napoli dell’era fascista, ci ha offerto storie, personaggi, delitti e sentimenti davvero coinvolgenti.
Ora il salto temporale è netto, essendo la vicenda ambientata nella Napoli di oggi, trattata come una protagonista eccellente ma con garbo direi e senza esibizionismi.
L’aspetto più toccante, oltre all’insieme dell’inchiesta e al dipanarsi della vicenda, è che i “bastardi” possono essere compresi e apprezzati da altri “bastardi”: con il passare dei giorni, con il chiarirsi dei ruoli i poliziotti assegnati al Commissariato intessono una relazione umana che li restituisce all’autenticità, senza omettere la propria miseria, senza dimenticare la propria nobiltà.
Antonio Fresa
Maurizio De Giovanni è nato a Napoli nel 1958. Il commissario Ricciardi è il protagonista di una fortunata serie di romanzi, ambientati nella Napoli dell’era fascista: Il senso del dolore, La condanna del sangue, Il posto di ognuno, Il giorno dei morti, Per mano mia, Vipera (Einaudi). Il metodo del coccodrillo, in cui fa la sua prima comparsa l’ispettore Lojacono (Mondadori).
L’altra grande passione di De Giovanni è il Napoli, inteso come squadra di calcio.
Maurizio De Giovanni
I bastardi di Pizzofalcone
Einaudi, 2013
Pagine 328; € 18,00
Maurizio De Giovanni è nato a Napoli nel 1958. Il commissario Ricciardi è il protagonista di una fortunata serie di romanzi, ambientati nella Napoli dell’era fascista: Il senso del dolore, La condanna del sangue, Il posto di ognuno, Il giorno dei morti, Per mano mia, Vipera (Einaudi). Il metodo del coccodrillo, in cui fa la sua prima comparsa l’ispettore Lojacono (Mondadori).
L’altra grande passione di De Giovanni è il Napoli, inteso come squadra di calcio.
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