
Accade che un’opera scritta per il teatro raggiunga la più vasta notorietà, nel 2019, attraverso la piattaforma Netflix per poi essere riprodotta in forma teatrale, tradotta e rappresentata nel Paese dove il cattolicesimo e la Chiesa cattolica, inevitabile sottotesto della vicenda narrata, trovano il loro insediamento secolare e detengono il più profondo radicamento culturale e antropologico.
Tutto ciò all’indomani della conclusione dell’epoca straordinaria dei due Papi, terminata nell’ultimo giorno dell’anno 2022, con la morte del papa emerito, evento che ha definitivamente sconfessato antiche profezie sulla fine del mondo nell’era segnata da tale anomalia.
Due Papi senza scisma è questa la storia reale e immaginifica che viene raccontata nell’originale The Pope di Anthony McCarten, in scena al Sannazaro di Napoli dal 17 al 19 marzo, nella versione tradotta da Edoardo Erba che riprende il titolo I due Papi con cui l’opera è conosciuta alla platea nazionale.
Giorgio Colangeli e Mariano Rigillo, con la regia di Giancarlo Nicoletti, si immedesimano magistralmente nei due pontefici Joseph Aloisius Ratzingher e Jorge Mario Bergoglio, diversi in ogni cosa tranne che nella condivisa fede cattolica. I due consacrati, sulla scorta di un destino personale straordinario che porterà entrambi alla cattedra di Pietro, devono giocoforza entrare in contatto e fatalmente in contrasto guidati da qualcosa di ineffabile che li sovrasta.

Entrambi insicuri e smarriti, persuasi di non poter reggere il peso del ruolo che la Storia, ovvero nella loro visione, che Dio stesso ha messo sulle loro spalle, entrambi spronati a continuare da suore, (interpretate da Anna Teresa Rossini e Ira Fronten), pragmatiche e determinate, piene di una fede che mira al risultato piuttosto che alla liturgia.
La versione teatrale de I due Papi, mantiene intatta la forza del confronto tra due diverse interpretazioni della religione e del rapporto con Dio, la magistrale interpretazione di tutti gli attori non fa rimpiangere minimamente la resa cinematografica che aveva potuto arricchirsi della suggestione di filmati d’epoca originali, anzi lascia stupito lo spettatore per la capacità di tutto il cast di reggere la lunga durata della performance senza venire mai meno nel serrato dibattito tra le due personalità tanto peculiari.
La straordinarietà di quest’opera è quella di saper toccare contemporaneamente le tematiche spirituali e quelle secolari, riproducendo il conflitto tra una visione ortodossa del magistero ecclesiastico e una visione misericordiosa che guarda all’inseguimento della pecorella smarrita piuttosto che alla necessità di additare il suo peccato.
Il contrasto è calato nel piano secolare, alla luce degli scandali vecchi e nuovi del Vaticano e viene portato avanti da due individualità forti e fragili allo stesso tempo. Due uomini profondamente consapevoli dei loro limiti e delle loro mancanze che non sono riusciti ad autoassolversi ma che potranno provare indulgenza per loro stessi in virtù del confronto reciproco che avviene sul piano umano della confidenza e su quello trascendente della confessione.
Benedetto XVI e Francesco, Joseph e Jorge, sono anche due uomini anziani che inteneriscono con le loro piccole manie e le debolezze tutte umane, la Fanta e il Commissario Rex del papa tedesco e il tango e il calcio di quello argentino. Spesso autoironici, contrassegnati dallo stile di humor che è più congeniale alla rispettiva nazionalità, i due protagonisti appaiono entrambi autentici, umili, affidati ad una volontà che li sovrasta, in una parola, adorabili. È impossibile prendere le parti dell’uno o dell’altro, si comprende che entrambi sono necessari alla storia e alla trasformazione del cristianesimo.
Le due ore di spettacolo pieno scorrono veloci e godibili e lasciano il pubblico ammirato per una recitazione impeccabile.
Stefania Squillante
Teatro Sannazaro – Napoli
17-19 marzo 2023
I due Papi
di Anthony McCarten
Traduzione Edoardo Erba
con Giorgio Colangeli e Mariano Rigillo
con la partecipazione di Anna Teresa Rossini
e con Ira Fronten e Alessandro Giova
Regia Giancarlo Nicoletti
Scene Alessandro Chiti
Costumi Vincenzo Napolitano
Spettacolo vincitore del premio “Mulino Fenicio 2022” per la miglior scenografi
Produzione Goldenart Production – Viola Produzioni – Altra Scena – I due della città del sole
su licenza di Muse of Fire Production Ltd e in collaborazione con Festival Teatrale di Borgio Verezzi
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