I Guns n’ Roses e il concerto a sorpresa al Troubadour di Los Angeles

Guns n’ Roses
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La performance segna il ritorno di una delle band più carismatiche degli anni '90. Annunciato un tour estivo in Nord America che partirà il 23 giugno.
Devo ammetterlo. Quando venerdì sera (orario italiano) ho visto che la prima notizia pubblicata nella sezione di Los Angeles del sito www.abc7.com   era “I suoneranno stasera al Troubadour”, la sensazione di essere tornata all'inizio degli anni '90 è stata immediata. Complice, forse, la foto a corredo della notizia ovvero quella che ritraeva la band sul palco degli MTV Award del 1992. Per intenderci  , Slash e insieme.

La speranza della tanto sognata reunion di una belle band che hanno cambiato il mondo del rock ha cominciato a tramutarsi in timida certezza a inizio 2016 quando Axl Rose, attraverso uno  stringatissimo tweet postato sul suo profilo ha confermato le voci che si rincorrevano da qualche mese: la band, nella sua formazione (quasi) originale, si sarebbe esibita al Coachella Valley Music  & Arts Festival.  La notizia ha avuto una deflagrazione medica per così dire contenuta. Anche perché in effetti non c'era null'altro da dire.
Tutti noi, popolo adorante dei Guns  – “quelli veri”  – ci siamo messi in paziente attesa della metà di aprile, per vedere cosa sarebbe successo in quella porzione di California che da anni ospita una delle manifestazioni musicali più importanti e che ha fatto del proprio palco la sede privilegiata per le reunion di band sciolte da tempo. [1]
In puro stile Guns n' Roses – o forse dovrei dire in puro stile Axl Rose – siamo stati spiazzati. Nessuno si aspettava il concerto di venerdì, annunciato timidamente attraverso i canali social in un giorno, il  1° di aprile, dove le bufale, più o meno credibili, si sprecano.  E neppure il sito ufficiale della band era di aiuto: alla notizia del concerto erano dedicate due righe con le indicazioni logistiche, il prezzo del biglietto  e la frase “là dove tutto è cominciato”.
E invece era tutto vero: una manciata di fan, più o meno 200 in fila per ore, hanno avuto la fortuna di accaparrarsi l'ambitissimo biglietto (costo 10$) per vedere  Axl , Slash e Duff suonare nuovamente insieme. L'ultima volta che i tre avevano condiviso lo stesso palco si perde nella notte dei tempi: Buenos Aires, 23 anni fa, ultima tappa del  “Use Your Illusion Tour”, il più lungo della storia del rock and roll. Poi i rapporti, soprattutto quelli tra Axl Rose e Slash,  si sono progressivamente sfilacciati, deteriorati, inaspriti a tal punto che  nel 2012 alla domanda di un cameraman di TMZ se la band sarebbe mai tornata insieme per un “reunion tour”  Axl sembra aver risposto “Not  in this lifetime” (non  in questa vita).
Tuttavia  .. mai dire mai . E “Not in this lifetime” è l'ironico titolo del tour estivo che i Guns n' Roses hanno annunciato all'indomani del concerto al Troubadour: dopo le previste performance  al Coachella Festival, la band sarà impegnata dal 23 giugno al 22 agosto in 20 in altrettante città americane per quello che il sito del gruppo definisce “uno degli eventi musicali più annunciati di questo secolo”. [2]
Ma come stanno, i Guns n' Roses?  Le recensioni del concerto di venerdì sono praticamente inesistenti,  così come le immagini. Ma nell'era della comunicazione immediata e del “tutto e subito”, senza filtri, possiamo sempre contare su qualche secondo di video fatto con il cellulare e postato in rete, nonostante l'espresso divieto a  effettuare riprese durante l'evento.
Leggendo dunque gli unici due pezzi sul concerto al momento reperibili in rete e guardando i pochissimi frame emerge una sensazione confortante. Innanzitutto dal punto di vista musicale.
Axl è apparso molto più in forma dell'ultima volta che l'ho visto” scrive Art Tavana su www.laweekly.com “sembra rinvigorito e mai senza fiato e ha magistralmente gestito il pubblico. Insomma sembra pronto per il tour. In alcune canzoni la voce  sembra aver perso quel tocco abrasivo che lo aveva fatto diventare quell'”animale” da microfono che era sebbene abbia mantenuto invece il controllo completo sui  falsetti e sull'estensione”. [3]
Probabilmente, la scelta della scaletta lo aiutato nella performance: una setlist  che più classica di così si muore  con l'apertura affidata a  “It's so easy” seguita dalla controversa (allora) Mr. Brownstone  e dall'altrettanto classico passaggio dal tema de “Il Padrino” a uno dei riff di chitarra più riconoscibili nella storia della musica, quello di “Sweet  Child of Mine”.  E come dimenticare la chiusura con l'iconica “Paradise City?”.
Anche la chimica e l'armonia sul palco paiono buone, sebbene commenti sempre Tavana “non mi sembra di aver visto Axl e Slash scambiarsi una sola parola durante tutto il concerto”.
Ma cosa importa? La forza della band è forse racchiusa nella frase di Kyle Smith su www.mxdw.com “Le canzoni dei Guns n' Roses rappresentano un periodo e un atteggiamento che non si possono copiare”.
Che dire di più? Benvenuti (di nuovo) nella giungla.
Alessandra Rossi

[1] www.wikipedia.it
[2] www.gunsandroses.com
[3] http://www.laweekly.com

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