
Il 10 giugno 1924 il socialista Giacomo Matteotti fu rapito e ucciso a Roma dai fascisti. Nove anni prima, quando l'Italia stava per entrare in guerra dopo la firma del Patto di Londra, mostrò la sua ferma opposizione al conflitto e la sua neutralità nel nome dell'internazionalismo socialista (che non resse al voto parlamentare sui crediti di guerra) in un articolo, Scrupoli di coscienza, pubblicato in La Lotta l'8 maggio 1915. Lo ricordiamo oggi con un frammento di quello scritto: «chiunque dei due grandi aggruppamenti dovesse vincere vi sarà un popolo vinto che preparerà la rivincita per domani e quindi nuove guerre […] e vi saranno vincitori che domineranno su città, su campagne di nazionalità differente, con la scusa della civiltà superiore, con la scusa del confine da arrotondare. Noi desideriamo piuttosto che tutti e due gli avversari si esauriscano, non vincano: allora soltanto forse questa potrebbe essere l'ultima guerra, per i suoi stessi orrori, per la sua stessa inutilità.»
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