Yoga e Anahata Chakra. Il cuore è il balsamo dell’anima

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Era l'11 settembre del 2014 quando 175 membri dell'Assemblea Generale dell'ONU votavano a favore dell'istituzione, il 21 giugno, dell'International Day. Noi oggi lo ricordiamo con il cuore.

Il cuore, nell'intendimento dello Yoga non è esattamente come siamo abituati a concepirlo in maniera “occidentale'.
Non è un organo posizionato, in genere sulla sinistra del torace, con sistole e diastole, sangue venoso e arterioso in alternanza.
Non è  semplicemente un “organo”, e' un sistema molto più ampio e “sottile”.

È nomenclato come il quarto chakra, ovvero il chakra di unione tra i primi 3, il cosiddetto triangolo inferiore, il sistema “materico” e concreto di realtà, con la punta, il vertice, verso il basso, e gli altri 3 superiori, dalla gola alla punta della testa sulla “fontanella”, comunemente chiamata. Infatti tra i 7 chakra, è esattamente il “nodo centrale”, occupa una neutrale posizione di unione trasformativa e miscela tra “basso e alto, alto e basso, sotto e sopra, sopra e sotto“.

Il cuore è e rappresenta il sistema di raccordo e di trasformazione del fuoco, terzo chakra, in aria, elemento “freddo” quello del cuore, che successivamente si muove verso l'etere cioè la proprietà del quinto chakra che comunica verso l'esterno, Visuddha il suo nome in lingua sanscrita.
E quindi se non poggiamo su una buona e consapevole energia di concretezza, partendo dalle radici della terra, primo chakra, Muldhara non usciamo dal “pantano” freddo e scuro, non attraversiamo il “guado” attraverso l'acqua del secondo chakra, Svadistana, non siamo altresì in grado di addolcire le asperità della roccia, della terra e restiamo dunque, amorfi, inerti, stabili ma fermi, solidi ma inclini alla stagnazione energetica piuttosto che aperti al movimento della vita e alle azioni nella realtà.

Il chakra del cuore è riconosciuto al centro dello sterno, centrale in equilibrio, come una panchina, una sedia ove l'energia si posa e riposa e cambia stato verso il “gassoso”. Il nome sanscrito con cui è indicato, Anahata significa letteralmente “non colpito“, come una membrana respirante, osmotica che può essere attraversata e riattraversata senza lasciare solidi residui: aria pura.
Quando il quarto chakra è bilanciato, la persona è sorridente e compassionevole, sa ascoltare a lungo gli altri, non “reagisce” piuttosto offre la panchina di riposo prima del successivo cammino.

Emotivamente Anahata  non è autoreferenziale rispetto agli eventi, si apre alla neutralità e al servizio agli altri, non potere sugli altri, gioia “con” gli altri, condivisione dei dettagli sfumati dell'animo umano e del “senso ultimo” delle cose.
È il centro di una forma d'Amore che non conosce possesso ma solo comprensione per l'altro, non conosce rabbia ne' aspettativa ma parita' e rispetto della diversità dell'altro. Anahata e' molto sensibile all'andamento della respirazione, sia essa diaframmatica o corta di clavicole.

Anahata è anche indicato come il chakra espresso dalla Croce di Cristo letta come punto di incontro tra Amore tra Uomo e Dio Verticale, Amore tra tutti gli Uomini in Orizzontale.

Una meditazione facile da praticare è il poggiare le mani l'una sull'altra in mezzo al petto, incrociare e respirare esattamente dove poggiano le mani, via via che passano i minuti ci si sente freschi, leggeri, neutrali. compassionevoli, accettanti, curiosi dolcemente senza giudizio, con il rispetto di ogni forma di vita e idea.

I colori associati al quarto chakra variano a seconda della fonte della tradizione di provenienza a volte è legato ad una sorta di grigio brillante argenteo, freddo, come i raggi lunari, ad indicarne delicatezza, pietà e forza di sottile penetrazione, presenza polare, in altre scritture Anahata diventa oro allo stato aereo, come una polvere solare, e qui l'associazione con “La bussola d'oro”  è immediata, la polvere che regala consapevolezza e libero arbitrio al genere umano osteggiata dal Ministerium…

Sovente il quarto chakra è rappresentato dalle gradazioni del verde, neutralità, freschezza, sospensione del “fare”, preponderanza del “riflettere” e pensiero naturale prevalente, emisfero destro e sinistro in perfetta armonia e equilibrio. Verde perché il giallo del terzo chakra sale verso il blu del quinto chakra e viceversa scende il blu verso il giallo e incrociandosi generano il verde.
Anche il rosa è a volte utilizzato per simboleggiarlo, il colore del femminile, il colore della generosità. Meraviglioso è il Mandala associato a Anahata, 12 petali che rappresentano le 12 “passioni” attraversabili dal cuore e restituibili “all'aria” per sgombrare il mondo emotivo dai pesi affettivi e mentali e regalarsi la libertà e il sorriso “interno, leggero“.

Anahata è ancora la parola “sacra” pronunciata senza intenzione, senza manipolazione, senza il perseguimento di un risultato egosintonico da parte di chi parla, con tono leggero e caldo, con la consapevolezza di “ciò che sto dicendo sarà valido per i prossimi 500 anni” (Yogi Bhajan).

Gli insegnanti di yoga parlano da un piccolo sopraelevamento rispetto agli allievi. Il motivo? Parlano da Anahata affinche' gli insegnamenti arrivino agli studenti al loro terzo occhio, e' proprio l'allineamento nello spazio dei due chakra che permette l'apprendimento profondo e duraturo.

L'animale tipico associato al chakra Anahata è l'antilope nera: elegante e leggerissima, sa saltare nell'aria con grazia, come la consapevolezza figlia della grazia e della coscienza.
Per chiunque abbia voglia di connettersi e risiedere nel proprio sistema di compassione, un rimedio universalmente riconosciuto come valido da sempre: prendere un respiro, un attimo per sé, giungere le mani in preghiera davanti al petto; è il segnale alla nostra mente.
Ora puoi poggiare sul cuore e riposare.

Stefania Ratini

Yogi Bhajan SSS,  maestro di kundalini yoga, di religione Sikh, l'ultima religione monoteista, storicamente parlando. Ha diffuso insegnamenti “secretati” dai primi anni '70 negli Stati Uniti. I Red hot chili pepper sono stati suoi allievi tanto da dedicargli una canzone. Ha fondato la 3ho healthy, Happy, Holy.
www.3ho.org

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