Il fallimento della Silicon Valley Bank: un fallimento contagioso?

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Dopo il fallimento della Silicon Valley Bank (SVB) e quello successivo della Signature Bank, il segretario al Tesoro Janet L. Yellen – domenica 12 marzo – ha rassicurato il mondo economico e finanziario ricordando che il sistema bancario americano è «sicuro e ben capitalizzato»; ieri 13 marzo il ministro britannico Andrew Griffith, in Parlamento, riferendo sulla SVB del Regno, ha dichiarato che il «sistema bancario del Regno Unito rimane sicuro, solido e ben capitalizzato». Domanda ma se i sistemi bancari sono così sicuri perché continuano ad accadere fallimenti che rischiano di trascinare intere economie?

Dopo che a inizio marzo la rivista Forbes le aveva assegnato il titolo di «miglior banca americana» e a quarant'anni dalla sua nascita lo scorso l'11 marzo falliva la SVB, con sede a Santa Clara in California. Era la sedicesima banca americana ed era da tempo un istituto che serviva molte delle aziende tecnologiche e delle startup della Silicon Valley e non solo. Si tratta del secondo fallimento, dopo quello del 2008, nella storia bancaria americana.
Due giorni prima, il 9 marzo, la banca annunciava un aumento di capitale da circa 2 miliardi di dollari con l'obiettivo di bilanciare le perdite derivanti dalla vendita di obbligazioni del valore d1 21 miliardi di dollari. L'annuncio ha provocato sospetti sulla solidità patrimoniale con conseguente corsa al ritiro dei depositi.”.

Intanto ieri i mercati finanziari hanno subito dei pesanti ribassi con il settore bancario a trascinare in giù i listini. Alla borsa di Milano il FTSE MIB ha registrato un -4,02%, il FTSE 100 di Londra -2,57%, a Francoforte il DAX 40 -3,03%, a Madrid l'IBEX 35 ha segnato -3,51% e a Parigi il CAC 40 -2,89%.
Mentre il Presidente Il presidente Joe Biden promette di fare tutto il necessario per affrontare la minaccia al sistema bancario americano, i titoli delle banche andavano in picchiata a Wall Street. Sul sito della Reuters David Carnevall dai I dettagli dei valori dei titoli di alcune banche:

«la First Republic Bank (FRC.N) è scesa del 61,83% poiché le notizie di nuovi finanziamenti non sono riuscite a rassicurare gli investitori, mentre Western Alliance Bancorp (WAL.N) e PacWest Bancorp (PACW.O) hanno perso rispettivamente il 47,06% e il 21,05%. Le negoziazioni delle azioni sono state interrotte più volte. […] Le azioni delle grandi banche statunitensi, tra cui JPMorgan Chase & Co (JPM.N) , Citigroup (CN) e Wells Fargo (WFC.N) hanno perso terreno. L'indice S&P Banking è sceso del 7%, il più grande calo percentuale di un giorno dall'11 giugno 2020» [1].

Ora per i comuni mortali la faccenda è che spesso i fallimenti e le ripercussioni sui mercati finanziari, tutti interconnessi, possono mettere in crisi le economie e le condizioni di milioni di persone che non hanno niente a che vedere con questi investimenti e magari già navigano in cattive acque.

Il 10 marzo la Federal Deposit Insurance Corporation – autorità garante dei depositi bancari fino a 250mila dollari – ha rilevato la SBK, mettendo quasi 175 miliardi di dollari di depositi dei clienti sotto controllo. A Londra invece un accordo tra governo, Banca d'Inghilterra e la HSBC UK Bank, filiale britannica di uno dei gruppi bancari del mondo, ha portato quest'ultima ad acquistare per 1 sterlina la filiale britannica della SVB «salvando migliaia di startup tecnologiche e investitori britannici da grosse perdite dopo il più grande fallimento bancario dal 2008» [2].

Il Presidente dell'Associazione Bancaria Italiana (ABI), Antonio Patuelli, in un'intervista di Andrea Rinaldi sul Corsera sembra chiarire sia le motivazioni del fallimento che le responsabilità delle stesse. Per le prime sostiene che

«le banche saltano in aria per due motivi: carenze di liquidità o problemi di solidità patrimoniale. Ho il sospetto che per questa banca americana sia avvenuto il combinato disposto dei due».

Per le seconde spiega che

«questa banca [SVB, ndr] era stata esonerata da rispettare i requisiti di liquidità, ma la deregulation negli Stati Uniti viene da lontano: è stata una delle cause prima della crisi dei subprime poi del grande crac di Lehman Brothers e ora di Svb. In Europa invece le autorità di vigilanza non hanno esentato nessuno dall'applicazione dei requisiti di liquidità».

Nella primavera del 2018, l'allora presidente Donald J. Trump firmò una legge, votata in maniera bipartisan, che annacquava una serie di regole per migliaia di banche di piccole e medie dimensioni. Le regole erano state emanate con la legge Dodd-Frank del 2010 dopo la grave crisi del 2008.

Come spiega Flavio Bini su la Repubblica gli errori vendono da lontano, dai tempi della pandemia, quando i depositi aumentarono a dismisura

«basti pensare che dalla fine del primo trimestre 2020 allo stesso periodo del 2022 il denaro sui conti della Svb è cresciuto da 60 miliardi di dollari a 200. Sono gli anni in cui l'industria tech, principale interlocutore di Svb, è cresciuta a passo spedito sostenuta soprattutto dai finanziamenti delle società di venture capital. Denaro che la banca ha investito in obbligazioni a lungo termine, in cerca di maggiore remunerazione. Lo ha fatto in maniera più massiccia di altri se si pensa che quasi la metà degli asset riguardava titoli di durata superiore ai 5 anni, il dato più alto tra tutte le banche Usa. Quando è scattato l'aumento dei tassi della Fed il portafoglio di titoli si è svalutato (l'aumento dei rendimenti si muove inversamente ai prezzi, che quindi sono scesi)» [4].

L'aumento repentino dei tassi di interesse, per combattere l'inflazione galoppante, da parte delle Banche centrali e della Federal Reserve americana in particolare ha avuto e ha risvolti sui patrimoni di tutte le banche proprio perché tutti i titoli acquistati prima del rialzo sono svalutati. Come precisasu Mediapart, Martine Orange è proprio il settore del digitale e della tecnologia

«all'origine delle tensioni che attualmente attraversano il sistema finanziario. È stato al centro del decennio del denaro gratis e dei tassi zero, adottato dalle banche centrali come strumento per uscire dalla crisi finanziaria del 2008. In tutti questi anni le aziende del settore hanno reperito miliardi di capitali, praticato effetti leva giganteschi, fondi di investimento e hedge fund che accettano di finanziarli senza ritegno, senza discutere la rilevanza del loro modello e ancor meno delle loro innovazioni e delle loro attività» [5].

Nonostante le rassicurazioni, i rischi di un effetto a catena in un mondo, soprattutto quello finanziario, interconnesso ci sono tutti anche perché il sistema resta incardinato alla logica del profitto e non impara nulla dalla storia, anche recente.
Pasquale Esposito

 

[1] David Carnevall, Sliding bank shares drag Wall Street down in choppy trade, 13 marzo 2023
[2] Kalyeena Makortoff, HSBC to buy Silicon Valley Bank UK for £1 in rescue deal,13 marzo 2023
[3] Andrea Rinaldi, Silicon Valley Bank, Patuelli (Abi): «Il crac è frutto della deregulation Usa», 13 marzo 2023
[4] Flavio Bini, Fallimento Silicon Valley Bank, cosa c'è da sapere e cosa può succedere ora, 11 marzo 2023
[5] Martine Orange, La faillite de la Silicon Valley Bank met à l'épreuve les banques centrales, 12 marzo 2023

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