
Il Tour de France va alla Slovenia. Mai accaduto che sul podio degli Champs Élisées ci fosse uno sloveno e quest’anno ce ne sono stati addirittura due: Tadej Pogačar (anche più giovane vincitore della maglia a pois) e Primož Roglič. Fino a ieri le posizioni dovevano essere invertite. Nessuno tra gli esperti e i commentatori si aspettava che nella cronoscalata di sabato – da Lure a La Planche des Belles Filles – Roglič perdesse quasi due minuti e la maglia gialla. Inaspettato anche durante la stessa cronometro quando si vedeva pedalare bene i suoi compagni come squadra l’olandese Tom Dumoulin (Jumbo-Visma) giunto secondo e Wout Van Aert giunto quarto.
È accaduto poche volte che a Parigi il distacco tra primo e secondo alla fine fosse meno di un minuto nella classifica generale. Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) ha vinto il Tour con soli 59” di distacco su Roglič. Terzo a poco più di 3’ Richie Porte (Trek – Segafredo).
Un’impresa storica, da fenomeno, quella di Tadej Pogačar. Domani compirà 22 anni ed è professionista dal 2019 quando ha vinto il Tour of California e tre tappe alla Vuelta finendo terzo e miglior giovane della corsa. Ha vinto a Laruns, Grand Colombier e appunto La Planche, dimostrando l’eclettismo della sua forza su qualsiasi terreno e quindi con la stoffa da campione. Vedremo come nel prossimo futuro sarà confermare il suo talento.
Primož Roglič che era dato vincitore lo si è visto prendersela con signorilità, quasi rilassato, nonostante una pesante sconfitta per la quale forse ha già voltato pagina. Si attenua quel senso di prepotenza che sembrasse avere per la sua forza dimostrata fino a sabato. Perdere un Tour così, alla vigilia, non è da tutti.
Nessuna vittoria di tappa per gli italiani che hanno fatto il loro dovere nelle rispettive squadre. Da annotare il decimo posto in classifica generale di un ottimo Damiano Caruso (Bahrain-McLaren) che ha corso bene durante tutta la corsa.
Oggi la ventunesima ed ultima tappa di 122 km da Mantes la Jolie agli Champs Élisées a Parigi, “l’arrivo dei sogni per ogni sprinter” così come ha detto Elia Viviani oggi quinto, è finita con la vittoria dell’irlandese Sam Bennett (Deceuninck-Quick Step) alla seconda vittoria di tappa al Tour (48ma della sua carriera) legittimando la maglia verde che indossava. Dopo che a 4,5 km dall’arrivo Greg Van Avermaet (CCC Team), Pierre-Luc Perichon (Cofidis) e Maximilian Schachmann (Bora-Hansgrohe) venivano ripresi dal gruppo maglia gialla iniziava la cavalcata finale che all’ultima curva vedeva Bennett tirato dal suo compagno di squadra il danese Michael Mørkøv.
Per i ciclismo è già ora di un’altra grande manifestazione: il mondiale che si svolgerà a Imola dal 24 al 27 settembre a 52 anni, dalla mitica impresa di Vittorio Adorni. A causa della pandemia da Covid-19, gareggeranno solo le categorie Elite, uomini e donne, con le cronometro i primi due giorni e sabato corsa su strada per le Donne Elite e domenica quella degli Uomini Elite.
Ciro Ardiglione
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