
Fine anno, momento di bilanci. E neppure noi possiamo sottrarci al giochino dell'alfabeto per ricordare i protagonisti e i fatti più salienti che hanno caratterizzato le tre classi del motomondiale nel 2007.
A: come Adriana (Stoner). La moglie bambina del campione del mondo 2007 è bella, sempre al fianco del marito (in maniera discreta), ha un sorriso dolce ma – dicono – gli artigli di una tigre. Gran parte del cambiamento – positivo – avvenuto in Casey è riconducibile a lei capace di infondergli tranquillità e sicurezza. Visti insieme sono tenerissimi.
B: come Bridgestone. Dopo anni di fatica e duro lavoro le gomme giapponesi “esplodono” in questo campionato, cogliendo dodici vittorie su diciassette gare e gettando la Michelin in una profonda crisi esistenziale. Polivalenti e efficienti già dopo i primi metri di pista sono, insieme a Stoner, la vera rivelazione del 2007. Forse non è un caso che il rapporto con la Ducati risalga addirittura al 2004.
C: come contingentamento. L'introduzione del “numero chiuso” degli pneumatici a disposizione per ciascun week end di gara (trentuno ndr) ha sconvolto non poco gli equilibri in campo: Team manager, meccanici e i piloti stessi si sono improvvisati esperti in meteorologia per azzeccare, il giovedì sera, le previsioni del tempo per l'intero fine settimana. Con alcune simpatiche sorprese. (vedi ad esempio Assen ndr) Prima approvata dai piloti poi aspramente criticata dagli stessi, per il 2008 la regola prevede il passaggio a quaranta del numero massimo di gomme utilizzabili.
D: come Ducati. La casa di Borgo Panigale ha dominato la stagione e gli avversari con una superiorità schiacciante, vincendo il campionato piloti, costruttori e quello per Team e riportando una casa motociclistica italiana sul tetto del mondo dopo oltre trent'anni. Squadra affiatata, moto invincibile, pilota inarrestabile. E, oltre alla tecnica, un gran cuore. Sono già stati spesi fiumi di parole per commentare l'impresa. Per noi solo una: chapeau.
E: come Ezpeleta (Carmelo), potente Amministratore Delegato della Dorna e, di fatto, il padrone assoluto della MotoGp: nulla si muove senza il suo consenso. Un uomo che gestisce abilmente relazioni, affari e marketing, usando diplomazia e potere. E' soprattutto grazie a lui che il motomondiale è diventato quello di oggi.
F: come Pilippo (Preziosi), il “papà” della Desmosedici, quel mostro rosso che ha stupito tutti per perfezione e costanza. In Ducati dal 1994, ha dedicato la vita – e la salute – alle moto, costruendo una GP7 dove l'apporto dell'elettronica e quello del pilota sono dosati con maestria. Chissà cosa uscirà dal suo cilindro per il 2008…
G: come gas. Si dice che, grazie all'elettronica, sia possibile per i piloti spalancare la “manetta” in punti impossibili fino a pochi anni fa. Sicuramente è vero ma senza la capacità di darlo, il gas, è tutto inutile. Insomma, il “polso” conta ancora, e molto. Chiedere al campione del mondo – e a suoi avversari -.
H: come Honda, la grande delusa di questo campionato. La casa giapponese pecca di arroganza e dopo aver vinto il mondiale più rocambolesco della storia con Hayden si presenta ai nastri di partenza con una RCV che sembra un triciclo governato dall'elettronica. Arranca più del consentito – e non solo davanti alla Ducati – e le scarse prestazioni delle Michelin non migliorano certo l'umore della ciurma. Gli uomini di Tokyo corrono ai ripari e già da metà anno le cose migliorano, mentre in Giappone si sta già lavorando sulla moto per il 2008. Gli addetti ai lavori giurano che, dopo lo smacco di quest'anno, la Honda non sbaglierà più neppure una virgola per i prossimi dieci anni e i risultati dei test invernali sembrano dare ragione alla voce dei box.
I: come Ilmor. Il Team si ritira dalla MotoGp subito dopo la prima gara. Alla base di questa decisione l'estrema difficoltà incontrata dal capo della squadra Mario Ilien nel trovare un'adeguata copertura finanziaria per tutto il campionato. A noi rimane l'amarezza per un'avventura che ha preso le mosse dalla sola passione per le due ruote e che si è infranta bruscamente contro il dio denaro.
L: come Lorenzo (Jorge), campione del mondo della classe 250 e prossimo compagno di squadra di Valentino Rossi. Dotato di talento e di un caratterino niente male, Lorenzo ha davanti a sé una vita da separato in casa (causa diversità di gomme) con colui che definisce “uno dei miei idoli” e dal quale ha copiato il fare istrionico. I primi test con la M1 dimostrano un buon feeling con la moto, vedremo come se la caverà nei rapporti con il Dottore.
M: come Michelin. Un anno davvero difficile per il produttore di pneumatici: bistrattato da piloti, addetti ai lavori e media a causa delle scarse prestazioni in pista, ha dovuto anche incassare l' abbandono di Valentino Rossi. Ma le avversità, si sa, rafforzano il carattere e la casa di Clermont- Ferrand ha tirato fuori tutto l'orgoglio francese del caso, annunciando per il 2008 un aumento del 36% del budget dedicato alle corse. I risultati dei testi invernali sono incoraggianti anche se le gare sono un'altra cosa.
N: come novità. Le più importanti sono il contingentamento degli pneumatici e la cilindrata da ottocento centimetri cubici. Vedere alle rispettive lettere per delucidazioni!.
O: come ottocento. In nome della (sacrosanta) sicurezza dei piloti il campionato 2007 vede alla partenza moto più piccole, serbatoio meno capiente e motore depotenziato. In realtà la nuova cilindrata dà vita a moto velocissime – a volte più delle vecchie 990 – e livella i valori in campo, consentendo anche alle cosiddette Cenerentole di togliersi delle belle soddisfazioni.
P: come Pedrosa (Dani). All'inizio del campionato il piccolo spagnolo, tutta grinta e niente sorrisi, era accreditato come l'avversario più temibile per Rossi. Poi l'avvento di Stoner ha sparigliato le carte in tavola, relegando gli altri piloti in secondo piano. In sella a una moto costruita palesemente su misura per lui, è l'unico che si salva nel disastro Honda agguantando, all'ultima gara, il secondo posto in campionato. Inaspettatamente polemico con Tokyo, ha iniziato un pericoloso braccio di ferro con i giapponesi perché la moto 2008 non gli piace. Vedremo chi avrà ragione.
Q: come Qatar. Fortemente voluta dalla famiglia reale, la pista è costruita in mezzo al deserto e tradizionalmente ospita la prima gara del campionato che si corre davanti e pochi, fedeli spettatori. L'anno scorso ha visto la nascita del fenomeno Stoner, nel 2008 battezzerà la prima gara in notturna della storia del motomondiale, fortemente voluta da Ezpeleta. Mica poco per un paese che ha bisogno di “immagine”.
R: come Rossi. Un anno da dimenticare, per il Valentino nazionale: una Yamaha scarsissima e con gomme che non tengono le relegano, alla fine del campionato, in terza posizione. Per non parlare dei guai con il fisco e della persecuzione dei giornali di gossip. Lui non molla, lascia intendere che potrebbe “cambiare sport” ma nel frattempo chiede e ottiene le Bridgestone e il ritorno di Masao Furusawa ad occuparsi della sua M1, come ai bei tempi. Poi l'annuncio “voglio correre almeno per altri cinque anni” [1] e la speranza di trovare, per i test di gennaio in Malesia, una moto finalmente competitiva. Per tornare ad essere “The Doctor”.
S: come Stoner. L'australiano arriva alla Ducati quasi per caso portandosi dietro un soprannome antipatico – Rolling Stoner – e la fama di isterico. Poi il colpo di fulmine con la Desmosedici, una storia d'amore durata diciassette gare e coronata con la conquista di tutto ciò che il campionato offriva. Volto da bambino e polso d'acciaio Stoner ha saputo gestire la pressione che lo circondava con l'incoscienza dell'età e un'inaspettata freddezza di carattere. Solo un infortunio a una spalla gli impedisce di dominare anche i test di preparazione al prossimo campionato. Insomma, l'anno prossimo è ancora lui l'uomo da battere: gli avversari sono avvertiti.
T: come Talmacsi (Gabor) ovvero il campione del mondo della classe 125. Primo ungherese nella storia a conquistare un titolo mondiale di motociclismo, Talmacsi ha dimostrato classe e sangue freddo, battendo nell'ultima gara del campionato il proprio compagno di squadra Faubel che correva in casa propria.
U: come ultimo mondiale MotoGp per i due veterani Alexander Barros e Carlos Checa che hanno abbandonato la compagnia all'indomani della gara di Valencia. Cambio di vita per il pilota brasiliano che, dopo duecentosessantasette gare tra Motomondiale e Superbike, ha deciso di appendere il casco al chiodo mentre lo spagnolo approda in Superbike, alla Honda del Team Ten Kate.
V: come vittoria. Che siano le dieci di Casey Stoner nella sua stagione trionfale, a un soffio dal record di Rossi e Doohan – undici – o la prima in MotoGp per Chris Vermeulen (Le Mans) è sempre il momento che fa dimenticare sforzi, fatica e sofferenze!
Z: come zero, il voto a tutte le polemiche – sportive e non – che hanno caratterizzato questo motomondiale e che ci auguriamo non si ripetano nel 2008.
Alessandra Rossi
[1] Motosprint, numero 50
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